La rinascita continua. Giorno dopo giorno, torneo dopo torneo. Il sopravvissuto Juan Martin Del Potro ritrova gli ottavi dello Us Open a tre anni dall’ultima apparizione, nonché a tre anni dall’ultimo ottavo in uno Slam (Wimbledon 2016, quando arrivò in semifinale). Appaiono ancora lontani, lontanissimi, i fasti del 2009, che lo videro trionfare e mettere in serio dubbio il dominio dei Fab Four di allora. Ma i passi, da piccolo gigante, ci sono tutti. Qualcuno è arrivato a storcere il naso per la wild card che gli ha permesso di entrare in tabellone, da numero 142 al mondo. Wild card sacrosanta, non foss’altro per la sfortuna, che ha cercato e cerca in ogni modo di ostacolarne la carriera. Perché Del Potro è ora ben più che una mina vagante. David Ferrer, suo avversario al terzo turno, ne è un ottimo testimone. Certo, forse il peggior Ferrer degli ultimi 5 anni. Un Ferrer che sente sempre più vicino l’eco del canto del cigno. Ma pur sempre un giocatore che va ucciso più di una volta, per riuscire a portare a casa l’incontro. Del Potro inizia l’incontro ingranando la quarta, ottenendo immediatamente il break. Ma fatica a giocare i colpi. Innocuo il back di rovescio, ancor più il dritto, di devastante memoria, che tutti conosciamo. Ferrer ha vita facile a recuperare e quindi issarsi sul 4 a 2.
TOP-100 IN ARRIVO. MA C’E’ UNO ZERO DI TROPPO
Per Del Potro è questione unicamente di fiducia. E la fiducia arriva, come manna dal cielo, proprio da David Ferrer. Siamo sul 5 a 3, Ferru serve per il set e da qui comincia la peggior rappresentazione che si ricordi, dello spagnolo. Un giocatore che ci ha abituato a sbagliare pochissimo, tra doppi falli ed errori non forzati, cede il break e rischia di incassarne un altro contro un Del Potro quasi incredulo di tanta grazia. Ferrer si rifugia al tiebreak, e lo gioca il in maniera disastrosa. Delpo comincia a camminare sulle nuvole. Si ricorda di quanto sia mostruoso il suo dritto, lo fa assaggiare anche a Ferrer e poi si presenta sempre più spesso a rete. Una volta vinto il tiebreak ha vita facile, facilissima negli altri due set. Al cospetto di un avversario sempre più nervoso, falloso e furente. Ferrer se la prende con se stesso, poi persino con i fotografi a bordo campo. Serve male, risponde peggio. Per l’argentino è tutto facile, tutto bello. Il pubblico, che lo ama e lo ha adottato in ogni parte del mondo, è in visibilio. Finisce dopo due ore e mezza di gioco. 7-6 6-3 6-2 il punteggio finale, con gli ultimi due set vinti come se fosse una passeggiata. Sono ottavi di finale, per Delpo. Che se la vedrà con Thiem, per un miracoloso posto nei quarti. A prescindere da come andrà, questo risultato lo riporta a intorno alla centesima posizione mondiale. Consapevole che c’è almeno uno zero di troppo.
Il ruggito di Juan Martin Del Potro
Qualche incertezza nel primo set, poi l’argentino conferma di essere sulla via del completo recupero. Ferrer non è più quello di un tempo, ma dopo un set con qualche difficoltà ha messo il turbo e ha mostrato alcuni sprazzi del giocatore che ha fatto innamorare migliaia di appassionati. E la gente fa sempre più il tifo per lui.