LE PAROLE DELLE FINALISTE – In conferenza stampa, dopo il secondo titolo Slam in carriera, una Kerber raggiante esalta i progressi che l’hanno resa numero uno al mondo: “migliore condizione atletica, più aggressività, maggiore forza mentale e concentrazione. Quel dritto vincente è stata la chiave del successo”.

Quest’anno ho fatto qualcosa di incredibile, e sono fiera di me stessa ma anche felice per il mio team e il mio tennis: tutto il lavoro svolto negli anni ha dato i suoi frutti. Essere qui insieme al mio secondo titolo Slam è la miglior sensazione mai provata in vita mia. Credo che il mio tennis sia cresciuto molto, a partire dalla condizione atletica, ma anche nella capacità di giocare in maniera più aggressiva nelle situazioni che lo richiedono. Non solo buttare la palla di là dalla rete, ma provare a fare sempre il massimo. Sapevo di poterci riuscire, in allenamento l’ho fatto spesso, ma la vera sfida era trasferire il tutto il campo. E poi sono diventata molto più positiva dal punto di vista mentale, più forte fisicamente, più concentrata”.

“Nel secondo set il mio body language non è stato perfetto, così ho provato a cambiare qualcosa nel terzo, ma contro un’avversaria come Karolina non è stato facile. È subito andata avanti di un break, e a quel punto ho solo cercato di rimanere positiva e continuare a credere nel mio tennis. Ho pensato alla finale dell’Australian Open, anche quella vinta al terzo set, ho stoppato i pensieri negativi e ho guardato il match dal lato positivo. Credo mi abbia aiutato molto alla fine del terzo set: ho visto una chance, mi sentivo bene e ho provato ad andare a prendermela”.

“Credo che quel dritto (vincente, sul 3-3 30-30 al terzo, ndr) sia stata la chiave del terzo set. Mi sono detta: ‘rischiamo’, è l’unica possibilità per fare qualcosa. Ho rischiato ed è andata bene. Credo sia stato il miglior colpo del mio incontro, e vincere quel punto mi è servito a scuotermi. Ho ricominciato a sbagliare meno, a non pensare al punteggio o al fatto che stessi giocando una finale, ma solo ad andare a vincere l’incontro”.

“Il pianto a fine match ha raccolto tutte le emozioni e le pressioni degli ultimi mesi. Per me vincere qui è qualcosa di incredibile, perché tutto è iniziato su questi campi, con la semifinale del 2011. Per me questo torneo è veramente speciale. È per questo che quando mi sono seduta sono stata travolta da un sacco di emozioni positive: la sensazione che sto provando a essere qui, col il trofeo in mano, è qualcosa di impossibile da descrivere a parole”.

“Penso che il primo momento in cui riuscirò veramente a godermi il successo sarà appena mi siederò sull’aereo per tornare in Germania. Lì sì che avrò un po’ di tempo solo per me stessa. Poi tornerò a casa e potrò stare qualche giorno con la mia famiglia e i miei amici, e pensare veramente a quanto successo negli ultimi mesi. Per godermi ogni momento”.

Dopo il successo in Australia ho avuto un po’ di alti e bassi, dovuti anche al fatto che sono successe e cambiate un sacco di cose, e ho avuto bisogno di un po’ di tempo per abituarmi a tutto ciò. Al Roland Garros avevo un sacco di pressione, e non sono riuscita a gestirla, ma dopo quel torneo ho azzerato tutto e mi sono focalizzata solo sull’allenamento. Mi sono detta ‘ se ce l’hai fatta a Melbourne ce la puoi fare ancora, e ci sono altri due Slam prima della fine della stagione’. Ho provato solo a rilassarmi e cercare solo di star bene in campo, abituandomi ad alcune cose e lasciando perdere tutto il resto”.

“Ho sempre creduto nelle mie possibilità, così come il mio team. Mi hanno sempre aiutato anche nei periodi difficili, ripetendomi che ero una grande giocatrice, capace di giocarsela anche con le migliori del mondo. Il passo successivo è stato batterle, anche nei tornei importanti. Il nostro programma per il 2016 era quello di provare a raccogliere il massimo nei tornei del Grande Slam. È il mio quinto anno fra le prime 10 del mondo, quindi significa che sto facendo le cose nel modo giusto. Ho sempre creduto nel mio tennis e nelle mie qualità”.

 

KAROLINA PLISKOVA

“Penso di aver giocato un ottimo match. Era la mia prima finale e non sono andata lontano dal successo. Lei ha molto più esperienza di me, e nel finale è uno dei fattori che ha fatto la differenza. Ma sono fiera di me stessa. Se qualcuno due settimane fa mi avesse detto che sarei arrivata in finale avrei firmato subito. Non sono affatto delusa”.

“Non credo che la sconfitta sia da imputare al mio servizio, perché è molto complicato affrontare una giocatrice come Angelique, che mette in campo molte più palle delle altre. Ho avuto pochi punti gratuiti dal servizio perché lei ha giocato alla grande, mi ha sempre fatto colpire una palla in più. Rispetto alle altre giocatrici affrontate nel torneo, lei ha risposto molto meglio”.

“Avevo già giocato contro di lei varie volte, e ci sono un sacco di modi per provare a batterla. Oggi ho avuto la sensazione che da fondo campo sbagliasse pochissimo, così ho provato ad avvicinarmi alla linea di fondo e giocare un tennis più aggressivo, cercando spesso la rete. Non è stata una tattica studiata prima, ma lei da fondo vinceva quasi tutti gli scambi, quindi ho dovuto inventarmi qualcosa di diverso. Penso di aver giocato molto bene a rete, ed è stato probabilmente ciò che mi ha permesso di vincere il secondo set. Ho lavorato molto sul mio gioco di volo e ha funzionato, penso possa essere una delle chiave per vincere in futuro incontri come questo. Sfortunatamente nel terzo set non ho avuto molte opportunità per continuare con questa strategia, e poi nell’ultimo game ho sbagliato qualcosina (ride, ndr). Ma per una come me che attacca molto, è più facile incappare in degli errori, specialmente alla fine di un match come questo, in cui per andare a vincere serve qualcosa in più”.

“Fra qualche torneo potrò dire cosa mi ha lasciato questo Us Open, al momento è appena finito, non saprei. Magari qualcosa cambierà, magari no. Sicuramente io cercherò di prendere solamente gli aspetti positivi, come già è successo a Cincinnati. Nell’Ohio ho battuto giocatrici veramente forti e ho vinto il titolo più importante della mia carriera. Sono arrivata qua pensando che mi sarebbe andata bene anche una sconfitta al primo o al secondo turno, invece sono riuscita a proseguire su quella strada, e non è per niente facile dopo aver vinto un torneo riuscire subito a giocare di nuovo agli stessi livelli. Per questo non penserò affatto alla sconfitta, ma a quanto di buono ho saputo raccogliere”.

“Sicuramente Angelique merita di essere numero 1 del mondo, perché ha fatto veramente grandi cose: ha vinto due Slam, giocato una finale e raggiunto altri risultati di spessore. Quest’anno sta giocando alla grande, con molta continuità, e merita il n.1. Dopo anni con Serena al vertice, penso sia un buon cambiamento”.