Lo spunto per il titolo ce l’ha dato il nostro Federico Ferrero, al microfono dell’ATP 250 di San Pietroburgo per Eurosport. Commentando l’incontro fra Paolo Lorenzi e il tedesco Mischa Zverev, vinto dall’azzurro per 3-6 7-6 6-0 con due match-point consecutivi salvati nel tie-break del secondo set, ha ricordato che non è la prima volta che accade quest’anno, e nemmeno la seconda. A gennaio “Paolino” ne ha salvato uno a Gastao Elias al Challenger di Bucaramanga, a marzo ne ha cancellati tre a Marco Chiudinelli nel primo singolare di Italia-Svizzera di Coppa Davis, a giugno ne ha annullati addirittura sei a Matteo Donati nella finale del Challenger di Caltanissetta, e ad altri tre mesi di distanza si è ripetuto di nuovo, stavolta a livello ATP, raccogliendo una vittoria preziosa contro lo Zverev più grande ma meno noto rispetto a “Sascha”, presente in tribuna e già al secondo turno, dopo la vittoria di lunedì contro Karen Khachanov. I due fratelli, separati da ben 10 anni d’età, vestono uguale e impugnano la stessa racchetta, ma il loro tennis non potrebbe essere più diverso. Il giovane maltratta la palla col bastone, nella mano destra. Il “vecchio” invece la accarezza col fioretto, nella mano sinistra, producendo un tennis d’attacco veramente piacevole, di quelli che di solito si riescono a vedere soltanto con l’ausilio di YouTube. Guardando Mischa, torna in mente la famosa volèe di dritto sbagliata da Alexander contro Nadal a Indian Wells, sul match-point: lui l’ha messa in rete, gettando alle ortiche successo e quarto di finale, mentre il fratello l’avrebbe spedita all’incrocio delle righe anche a occhi chiusi. Tuttavia, ormai un buon tocco è fine a sé stesso se non c’è dietro molto altro, tanto che “Sascha” avrà una carriera mille volte migliore del fratello. Che però, sul veloce, qualche soddisfazione se la può ancora togliere. C’è mancato poco che se ne prendesse una importante contro l’azzurro, il cui coraggio di preferire la Russia a Metz (dove sarebbe stato testa di serie) sembrava premiato dal sorteggio con un qualificato, invece gli ha dato in pasto un giocatore difficile da affrontare.
AL TERZO SET VINCE 4 VOLTE SU 5
Zverev ha un diritto un po’ goffo, quasi da giocatore di club, ma se si gioca nei suoi binari diventa difficile da tenere a bada, come dimostrato nel primo set. Gli è bastato un break in avvio per chiudere 6-3 senza farsi nemmeno avvicinare al servizio, da un Lorenzi che – malgrado sia in Russia già da sabato – sembrava aver poca dimestichezza con la superficie, peraltro molto lenta. L’azzurro ha giocato con più attenzione nel secondo set, strappando finalmente la battuta al tedesco e volando fino al 5-2, ma poi ha seriamente rischiato di buttare tutto al vento. Sul 5-3 ha perso il servizio dopo aver mancato un set-point, con un’ottima demi-volèe di rovescio fermata dal nastro, e nel game seguente ne ha falliti altri tre, andandosi addirittura a sedere sul terzo, convinto che il back d’attacco di Zverev fosse terminato largo. Invece occhio di falco ha dato ragione al tedesco, e per risolvere il set è stato necessario il tie-break. Fino al 6-4 l’ha giocato meglio Mischa, rimontando l’iniziale 1-3, poi Lorenzi è salito in cattedra. Prima ha salvato i due match-point, conducendo lo scambio con attenzione, poi ha vinto altri due punti e si è preso il set, dando una spallata morale all’avversario. E quando all’inizio del terzo è subito salito di un break, saltellando come un ragazzino, si è capito che Zverev avrebbe raccolto pochissimo. Il successo al terzo set conferma una grandissima qualità di Lorenzi: quest’anno è a quota 9 su 13 al parziale decisivo fra ATP e Slam, 10 su 14 con le Olimpiadi, addirittura 23 su 29 se ci aggiungiamo anche i tornei Challenger. Vuol dire che se il match arriva al set decisivo, lo vince Lorenzi nel 79.3% dei casi: quattro volte su cinque. Un dato importantissimo, quasi incredibile coi 35 anni dietro l’angolo. Potrebbe tornargli utile già al secondo turno, che giovedì lo vedrà impegnato contro il qualificato Alexandre Sidorenko, 28enne numero 255 del mondo, di passaporto francese ma nato proprio a San Pietroburgo. Curiosa la sua storia recente: a inizio aprile ha conquistato a sorpresa il suo primo titolo Challenger, a Saint Brieuc, salvo poi vincere appena quattro incontri in cinque mesi e mezzo. Ma appena ha messo piede nella sua città natale si è trasformato: ha superato in scioltezza le qualificazioni e oggi ha fatto fuori in due set Albert Ramos-Vinolas, numero 32 ATP. Un risultato sufficiente per non prenderlo sottogamba.
ATP 250 SAN PIETROBURGO – Primo turno
Paolo Lorenzi (ITA) b. Mischa Zverev (GER) 3-6 7-6 6-0
L’uomo che salvava i match-point
Per la quarta volta nel 2016 Paolo Lorenzi conquista un incontro cancellando match-point all’avversario: lo fa all’esordio nell’ATP 250 di San Pietroburgo, spuntandolo in rimonta su Mischa Zverev. Il toscano chiude 3-6 7-6 6-0, si prende un secondo turno d’oro col qualificato Sidorenko e conferma il rendimento incredibile al set decisivo: lo vince 4 volte su 5.