Paolo Lorenzi vive una situazione invidiabile. In carriera ha già raccolto molto più di quanto si aspettasse anche lui stesso, e allora può godersi ogni momento, magari ponendosi sempre qualche piccolo obiettivo, come stimolo per guardare sempre più in alto. C’era quel successo Slam tanto atteso, e l’ha colto. C’era l’ingresso fra i primi 50 del mondo, e li ha raggiunti. C’era il primo titolo ATP, e l’ha conquistato. Mentre deve ancora regalarsi la prima vittoria contro uno dei primi dieci giocatori del mondo, che l’hanno sconfitto in 13 occasioni su 13. Due dei k.o. li ha raccolti negli ultimi due tornei, notizia non del tutto negativa, visto che ad affrontare i top-10 ci è arrivato, superando due turni in entrambi i tornei. E poi si ripete spesso che sono i match coi migliori ad aiutare a crescere, quindi, sconfitte a parte, “Paolino” ha comunque da guadagnarci. Dopo due successi delicati che l’hanno portato nei quarti di finale all’ATP 250 di San Pietroburgo, Lorenzi si è arreso per 6-4 6-3 a Tomas Berdych, al termine di un match onestamente mai in discussione, che ha visto il ceco far pesare la categoria di differenza e anche una maggiore attitudine al veloce al coperto, che per Lorenzi resta la superficie più complicata. Paolo ci ha provato a modo suo, ma contro una delle palle più pesanti del Tour non ha avuto margine per inventarsi chissà quale strategia, presentandosi anche a rete molto più raramente rispetto ai primi due incontri. Berdych ci ha messo qualche game a prendergli le misure, ed è stato lui il primo a offrire una palla-break, sul 4-4 al primo set. È stato l’unico momento in cui Lorenzi ha acceso un lumicino di speranza, subito spento dal servizio vincente del ceco.
PER LA PRIMA VOLTA SARÀ IN ASIA
Il divario nel rendimento col servizio è stato uno dei fattori chiave del successo di Berdych: lui ha raccolto l’86% di punti con la prima, Lorenzi solamente il 61%, e ha pure chiuso col un saldo in profondo rosso fra colpi vincenti ed errori gratuiti: 9 contro 26. La gran parte degli “unforced” l’ha concentrata tutta negli stessi giochi: dal decimo del primo set, che l’ha visto consegnare break e parziale con tre errori di diritto e uno di rovescio sempre nel palleggio, al terzo del secondo. Li ha vinti tutti Berdych, scappando sul 6-4 3-0 e poi tenendo con attenzione tutti i suoi turni di battuta. Lorenzi ha continuato a fare il suo, si è difeso e malgrado qualche difficoltà ha sempre tenuto il servizio, salvando pure un match-point sul 5-2 con uno splendido diritto in cross che ha buttato Berdych fuori dal campo. Ma la chance che sperava passasse dalla sua racchetta non è arrivata, e la quarta semifinale in carriera a livello ATP deve ancora aspettare, proprio come il primo successo contro un top-10. Quello non sarebbe una sorpresa se non arrivasse mai, mentre di semifinali nel Tour è probabile che Lorenzi ne giocherà altre, aiutato da una classifica che negli ATP 250 dovrebbe garantirgli molto spesso un posto fra le teste di serie. Proprio ciò che avverrà la prossima settimana in Cina, sul cemento all’aperto del nuovo “250” di Chengdu, la sede scelta dall’IMG per trasferire il torneo di Kuala Lumpur, anche se nel calendario 2017 risulta di nuovo presente l’appuntamento malese. Dopo aver sempre preferito gli amati Challenger sudamericani sulla terra battuta, dunque, per la prima volta in carriera Lorenzi parteciperà all’Asian Swing del circuito maggiore: dopo Chengdu sarà prima a Pechino e quindi al Masters 1000 di Shanghai.
ATP 250 SAN PIETROBURGO – Quarti di finale
Tomas Berdych (CZE) b. Paolo Lorenzi (ITA) 6-4 6-3
Per battere un top-10 c’è ancora da aspettare
Passo dopo passo, Paolo Lorenzi ha raggiunto quasi tutti gli obiettivi che gli mancavano: una vittoria Slam, l’ingresso fra i top-50, il primo titolo ATP. C’è ancora da attendere, invece, per un successo contro i top-10, che l’hanno battuto 13 volte su 13. Ultimo Tomas Berdych, passato 6-4 6-3 nei quarti a San Pietrburgo.