Altra dura sconfitta dello spagnolo, superato in due set da Viktor Troicki (da cui non aveva mai perso). Davvero la crisi si può spiegare solo con l’infortunio al polso? Rafa è consapevole delle sue difficoltà, sembra rassegnato e non esclude di chiudere qui la stagione. “A volte la soluzione è passare attraverso una fase di allenamento”.

La possiamo chiamare “crisi”? Boh. Sì, no, forse. C’è un dato di fatto: quando ha preso l’aereo per la Cina, Rafael Nadal aveva uno storico di 12 vittorie e 0 sconfitte contro Grigor Dimitrov e Viktor Troicki (sette contro il bulgaro, cinque contro il serbo). Al momento di imbarcarsi per la Spagna avrà sul groppone due sconfitte dure, difficili da giustificare se non con un rendimento mediocre. Al suo esordio nello Shanghai Rolex Masters, si è arreso a Troicki col punteggio di 6-3 7-6. Davvero Rafa non è più un “big”, almeno lontano dalla terra battuta? “Ho giocato bene, sono stato aggressivo, ho servito bene, ho colpito la palla come si deve – ha detto Troicki – è stata una grande sensazione giocare così, specie contro un grande campione come Nadal. E’ speciale batterlo per la prima volta, soprattutto in un grande torneo come Shanghai. Io spero di continuare così”. Di certo non può permetterselo Rafa, che vede sempre più a rischio la qualificazione al Masters, anche se l’assenza di Thiem (n.8 nella Race), unita alle sconfitte immediate di Berdych e Cilic (rispettivamente numero 9 e numero 10) gli offre un po’ di ossigeno. Ma non è una gran consolazione, anche perché – se il Masters si giocasse oggi – Nadal non sarebbe un fattore. I sintomi sono gli stessi, quelli che compaiono già da qualche anno, ma le macchie di leopardo nel suo tennis sono diventate chiazze enormi, sempre più grandi. Troppi errori gratuiti, profondità di palla inesistente. Lui dice che lo stop di due mesi e mezzo tra fine maggio e le Olimpiadi lo ha costretto a ripartire da zero. Può essere una spiegazione, ma è davvero l’unica? Davvero la mancanza di allenamento può spiegare il fatto che Troicki abbia avuto più coraggio di lui? A Nadal è rimasta la consueta grinta, la voglia di non mollare. Quella fa parte del DNA, esula dagli errori gratuiti o dalle gambe che non girano più come prima. Ad esempio, sul 4-5 nel secondo set ha cancellato un matchpoint con una splendida fase difensiva. Ogni tanto si vedono sprazzi di vero Rafa, ma gli alti e bassi sono sempre più frequenti, anche nel corso della stessa partita. Nel tie-break è andato sotto quando ha sparato un dritto in mezzo alla rete sull’1-1 e non è più stato in grado di rimontare. Una risposta vincente di rovescio ha dato a Troicki una vittoria più di prestigio che di sostanza.




Ciò che preoccupa, per i sostenitori di Nadal, è il suo stato d’animo. Dopo la sconfitta si è presentato in sala stampa con l’aria più rassegnata che disperata. Ricordate il volto solcato dalla sofferenza quando ha perso da Fognini allo Us Open 2015, raccolta da una telecamera impicciona? Ecco, oggi non sembra neanche più capace di disperarsi. Al punto che il suo 2016 agonistico potrebbe essere finito qui. Con onestà, non ha nascosto le pessime sensazioni vissute dentro e fuori dal campo. “Ho bisogno di parlare con mio zio e con il resto del team – ha detto – a volte la soluzione è allenarsi, svolgere un processo di allenamento. Questa potrebbe essere un’opportunità per farlo”. Rafa sostiene di giocare con un pizzico di timore dal lato del dritto a causa dell’infortunio al polso. “Forse è così, sono spaventato. Ho bisogno di recuperare dinamismo con le gambe, muovermi più rapidamente. Devo creare più problemi all’avversario, come oggi non è successo”. Alla luce di questo, il suo futuro immediato è totalmente incerto. “La mia stagione è sul punto di terminare, e lo accetto. Non sono sicuro sulle cose che devo fare per presentarmi l’anno prossimo al 100%. A oggi, non posso dire quello che farò nel prossimo mese”. Il programma originario lo vorrebbe impegnato a Basilea, Parigi Bercy ed eventualmente alle ATP World Tour Finals (se dovesse qualificarsi). Ma le sensazioni sono ben altre: ad esempio, se dovesse scegliere oggi, probabilmente alzerebbe bandiera bianca fino al 2017. Riuscirà a cambiare idea?