Persino il sito ufficiale dell’ATP parla dell’eventualità. Le sensazioni siano più forti dei numeri, che pure vedono Novak Djokovic con oltre 1.000 punti di vantaggio su Andy Murray nella classifica stagionale. Dovesse vincere il Masters 1000 di Shanghai, lo scozzese ridurrebbe da quattro a tre cifre il distacco da Nole. Numeri importanti, ma molti pensano che tra Vienna, Parigi Bercy e le ATP World Tour Finals ci sia margine a sufficienza per tentare l’aggancio (e magari il sorpasso). Intanto non si è fatto distrarre dalla clamorosa sconfitta di Djokovic e ha fatto il suo dovere contro Gilles Simon, battuto per la 15esima volta in 17 scontri diretti. Un 6-4 6-3 con qualche insidia, ma accompagnato da 22 colpi vincenti. A dire il vero, il primo set è stato inusuale, con la bellezza di sette break. Ciò che conta, per Murray, è che quattro li abbia messi a segno lui. L’ultimo nel decimo game, con un contro-pallonetto su un perfetto lob di Simon. Un colpo talmente bello che ha fatto dimenticare i 18 errori gratuiti commessi nei primi 53 minuti. La partita è diventata routine nel secondo set: sullo slancio, Andy ha trovato il break decisivo nel secondo game ed è scappato rapidamente sul 5-1, salvo poi chiudere al nono game.
Le due ore e quaranta impiegate per battere Jack Sock hanno avuto un peso nella prestazione di Simon, ma non c’è mai stato un dubbio sull’esito finale. “Oggi è stata una partita dura, la più difficile della mia settimana – ha detto Murray – le condizioni erano complicate, c’era molta più umidità. Forse perché lo stadio era pieno e dunque c’era più caldo. Più in generale si sono visti molti scambi e tanti alti e bassi. Gilles è andato avanti di un break nel primo set ed è stato bravo a recuperare sia nel primo che nel secondo. Tanti giochi sono andati per le lunghe…insomma, sono contento che sia finita in due set”. Giusto, anche perché avrà qualche ora in meno per recuperare rispetto a Bautista Agut. Nella finale di domenica (ore 10.30, diretta Sky Sport 2), lo scozzese andrà a caccia del terzo titolo a Shanghai dopo quelli del 2010 (in finale su Federer) e del 2011 (su Ferrer). Approfittando dell’inevitabile calo di Dominic Thiem, adesso Murray è il giocatore ad aver vinto più partite nel 2016 (64, a fronte di 9 sconfitte). Cercherà di infilare la 65esima contro il valenciano, battuto piuttosto nettamente in entrambi i precedenti (Wimbledon 2014 e Monaco di Baviera 2015). Sarà un match molto importante in chiave-ranking, anche se Andy si è concesso una piccola bugia. “Novak è ancora piuttosto lontano – ha detto – la sua sconfitta mi dà una mano, ma sono ancora piuttosto indietro. Per adesso non ci sto pensando”. Invece ci pensa, eccome. E ci penserà ancora di più se dovesse vincere il 13esimo Masters 1000 in carriera.
Andy Murray (GBR) b. Gilles Simon (FRA) 6-4 6-3