Manca soltanto l’ufficialità, ma dovrebbe essere solo questione di tempo. Il nuovo ciclo della nazionale di Fed Cup, guidata da Tathiana Garbin, partirà da Forlì. La delicata sfida contro la Slovacchia si giocherà nella città romagnola, presso l’accogliente PalaGalassi (ex PalaFiera, per qualche anno PalaCredito di Romagna), uno dei 10 palazzetti italiani più capienti. Tuttavia, non dovrebbe essere necessario allestirlo nella sua versione “massima”, giacché gli standard organizzativi richiesti per il World Group II sono decisamente inferiori rispetto al Gruppo Mondiale, cui ci eravamo stra-abituati. Il palazzetto forlivese è polifunzionale e consente tre tipologie di allestimenti: da 1.500, da 3.000 e da 6.000 posti. L’impressione è che l’allestimento intermedio sia sufficiente per un incontro che ha il principale motivo di interesse nella prima panchina di Tax Garbin, neocapitano azzurro dopo 15 anni di gestione Barazzutti. A occuparsi degli aspetti organizzativi, in supporto alla FIT, dovrebbe essere ancora una volta MCA Events, la società di eventi presieduta da Ernesto De Filippis che negli ultimi tre anni ha gestito diversi eventi. Se il progetto Forlì dovesse essere confermato, sarebbe la quinta partita di Fed Cup organizzata da MCA Events dal 2013 a oggi, dopo Italia-Stati Uniti (Rimini 2013), Italia-Repubblica Ceca (Palermo 2013), Italia-Francia (Genova 2015) e Italia-Stati Uniti (Brindisi 2015). Eventi che hanno avuto un grande riscontro in termini di pubblico, soprattutto un paio. Forlì si trova in una zona d’Italia molto “tennistica”: per intenderci, il PalaGalassi si trova a poco più di 20 km da Faenza, città natale di tanti personaggi del nostro tennis (Raffaella Reggi, Gianluca Rinaldini, Andrea Gaudenzi e Federico Gaio, senza dimenticare i fratelli Ricci Bitti: il fratello minore Raimondo è uno degli storici consiglieri di Angelo Binaghi e fa parte anche del Consiglio di Presidenza FIT). I chilometri diventano 46 se consideriamo la distanza con Massa Lombarda, città natale di Sara Errani. Il dato è ancora più importante: forse non è un caso che il nuovo ciclo partirà proprio a due passi da casa di Sarita.
Insieme a Karin Knapp, la Errani è la più giovane delle nostre migliori giocatrici e tutto fa pensare che sarà lei la nostra numero 1, possibile chioccia per le giovani che dovranno prenderne il posto tra qualche anno. Con Roberta Vinci e Francesca Schiavone non così distanti dal ritiro, il duo Errani-Knapp dovrebbe guidare la transizione. Tuttavia, non è detto che già a febbraio non si possa vedere qualche giovane, forse addirittura nel ruolo di titolare. In questo momento, la classifica WTA suggerisce il nome di Martina Trevisan (n.236 WTA), che ha il vantaggio di conoscere bene Tathiana Garbin e di avere un pizzico d’esperienza in più rispetto a Jasmine Paolini (n.247) e Jessica Pieri (n.266). Già che ci siamo, ricordiamo i nomi delle altre papabili in chiave futura: Camilla Rosatello (n.342) e Cristiana Ferrando (n.347). L’impressione è che giocheremo sulla terra battuta indoor, di gran lunga la migliore superficie per Sara Errani e probabilmente la peggiore per il team slovacco, la cui pericolosità passa dalla presenza e dallo stato di forma di Dominika Cibulkova. 27 anni, la numero 8 WTA si è qualificata per le WTA Finals e ha ormai raggiunto i livelli colti da Daniela Hantuchova nei suoi momenti d’oro. Anche migliori, visto che – a differenza della connazionale – ha giocato una finale Slam (Australian Open 2014). Rispetto a giugno, quando l’urna di Parigi ha stabilito la nostra avversaria, sono cambiate un paio di cose. Si pensava che la numero 2 slovacca fosse Anna Karolina Schmiedlova. Soltanto un anno fa festeggiava il best ranking al numero 26, ma poi ha vissuto una stagione disastrosa, con la miseria di 7 vittorie e 28 sconfitte, che l’ha fatta scendere di ben 200 gradini. Nel frattempo è tornata alla ribalta Kristina Kucova, classe 1990, splendida semifinalista a Montreal in virtù dei successi su Wickmayer, Suarez Navarro, Bouchard e Konta. Attualmente è numero 78 WTA. Il team slovacco dovrebbe essere completato da alcune giovani: nell’ultimo match, contro il Canada, era stata convocata Tereza Mihalikova, ma le sono passate avanti altre due ragazze altrettanto giovani: Rebecca Sramkova (classe 1996, n. 124 WTA) e Viktoria Kuzmova (1998, n. 225 WTA).
EVITARE PERICOLI
Insomma, i numeri direbbero che la Slovacchia, in prospettiva, è addirittura messa meglio di noi. Salvo Camila Giorgi, oggi l’Italia non ha top-100 nate negli anni 90, e la nostra prima “1996” rende oltre cento posizioni alla loro. Tuttavia, queste cose lasciano il tempo che trovano, soprattutto in Fed Cup. Al PalaGalassi di Forlì (situato nell’area fieristica della città romagnola, accanto a quattro padiglioni) la Cibulkova dovrebbe esserci, poiché è allenata proprio da quel Matej Liptak che è anche capitano di Fed Cup. Insomma, difficilmente lo lascerà a piedi nel momento del bisogno. Sarà una partita difficile, con tante piccole insidie disseminate qua e là. Vincere sarebbe fondamentale perché ci garantirebbe la permanenza del World Group II, dando alla Garbin un po’ di tempo per pianificare progetti e linee guida. Una sconfitta ci costringerebbe agli spareggi per restare in B, e sarebbe davvero una situazione scomoda. Un’eventuale retrocessione nei Gruppi Zonali ci obbligherebbe a giocare in sede unica, su superficie scelta dall’ITF, in un raggruppamento con un’altra decina di squadre. Per intenderci, il Gruppo I Europa-Africa 2017 si giocherà a Tallinn, Estonia, sul cemento indoor, e ci sono ben 14 squadre, alcune decisamente pericolose come Gran Bretagna, Polonia e Serbia. Una prospettiva a cui non vogliamo neanche pensare. Per scongiurarla bisogna partire bene. E si partirà da Forlì, dove tutta l’Italia del tennis si radunerà per stringersi attorno a Tathiana Garbin per sostenerla nella sua missione. Tax lo merita.
ENIGMA SLOVACCO PER L’ITALIA
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