IL CASO – L’israeliano, numero 222 ATP, sostiene che ogni tennista compreso tra i primi 1.500 sia stato avvicinato almeno una volta per truccare una partita. Lui dice di aver resistito: c’è da credergli, visti gli sfoghi e i racconti che pubblica su Facebook. Come quella volta che ha chiesto ospitalità a Hong Kong, altrimenti avrebbe dovuto dormire in aeroporto.

Si era già lamentato qualche anno fa, quando il passaporto era meno ingiallito e nutriva ancora la speranza di entrare tra i top-100 ATP “E restarci cinque anni”. Amir Weintraub, numero 2 israeliano, disse che avrebbe potuto rallentare (o addirittura interrompere) l’attività internazionale perché non guadagnava a sufficienza. I viaggi, gli sforzi e le sofferenze di un giocatore intorno al numero 200 ATP non vengono premiati. “Arrivato a un certo punto, sono stato attratto dalle gare a squadre in giro per l’Europa, dove non ci sono pressioni e i guadagni sono sicuri”. Gli capitò di perdere contro un giocatore, di cui non aveva rivelato il nome. Gli aveva chiesto come mai non giocasse nel tour, vista la sua qualità. “Fossi matto – si era sentito rispondere – ho siglato accordi con club in Italia, Francia, Germania e Belgio e porto a casa 80.000-100.000 euro all’anno. Se andassi nel tour non farei altro che perdere soldi”. Amir barcollò, ma alla fine ha continuato a giocare tra i professionisti, pur senza disdegnare qualche apparizione nelle leghe nazionali. Ma se allora aveva soltanto sfiorato l’argomento dei match truccati e la piaga delle scommesse, stavolta non ha avuto peli sulla lingua. “Le gare a squadre si giocano al sabato, quindi un tennista non può permettersi di arrivare in fondo se gioca un torneo individuale in quei giorni. Sentitevi liberi di prendere questa affermazione come una spiegazione per alcuni strani risultati” aveva detto.





Oggi, a 30 anni compiuti da un mesetto, parla senza mezzi termini: secondo lui, tutti (ma proprio tutti) i tennisti vengono avvicinati per aggiustare l’esito di una partita. L’ha detto in un’intervista con il canale israeliano Channel 2. “Il tennis è una lotta per la sopravvivenza. I giocatori del mio livello non sarebbero in grado di andare avanti senza gli sponsor, l’aiuto dei genitori o qualsiasi altro aiuto. Al contrario, quello che si può guadagnare truccando una singola partita potrebbe superare i guadagni di un’intera stagione”. L’allusione non è certo alle gare a squadre, che pure sono manna dal cielo. Uno come lui, che è stato numero 161 ATP (oggi è n.222), può intascare fino a 2.500 euro a partita, mentre un top-100 di medio livello arriva anche a 6.000. L’allusione era alla corruzione vera e propria: soldi in cambio di una sconfitta e ricchi guadagni per chi scommette. “La gente si avvicina a te, settimana dopo settimana – racconta Weintraub – soprattutto in paesi come la Russia, ma ovunque. Dopo una, due, tre settimane, se continui a dire di no, loro si fermano”. A telecamere accese, l’israeliano assicura di non aver mai ceduto alle tentazioni. La frase scioccante l’ha detta parlando della diffusione del problema. “Non c’è un solo giocatore tra quelli compresi tra i primi 1.500 a non essere mai stato avvicinato. E’ successo anche ai migliori, compreso Novak Djokovic”. Quando gli hanno chiesto il modus operandi degli aspiranti corruttori, Weintraub è stato chiaro. “Ci dicono una frase: ‘Sei interessato a non stare bene in una determinata partita?’”.





Un paio di settimane fa, Weintraub ha scritto un sentito post su Facebook in cui ha descritto le difficili condizioni economiche dei giocatori fuori dai top-100 ATP: premettendo che non avrebbe fatto piacere ad ATP e ITF, ha sottolineato che era un grido di dolore nei confronti della situazione nello sport che ama. A parte lo sfogo sull’enorme differenza dei guadagni tra i top-players e tutti gli altri, ha aggiunto che diversi paesi sarebbero ben contenti di organizzare ulteriori tornei, soprattutto in Asia e in Medio Oriente, ma l’ATP non li accontenta per preservare al “tradizione”, e limita la crescita dei montepremi, perché altrimenti sarebbero messi in difficoltà altri tornei. Weintraub, tra l’altro, si auspica che la Cina possa ospitare un quinto Slam. “Utilizzo la mia pagina Facebook per raccontare le vicissitudini della mia carriera, tra cui l’infinita routine di aerei, hotel e partite”. A volte chiede anche consigli, come quando si è trovato a Hong Kong, ha chiesto ospitalità via social network perché l’alternativa sarebbe stata il dormire in una panchina dell’aeroporto. “Ogni anno spendo circa 40-45.000 dollari e devo pagare il 30% di tasse sulla media di quello che guadagno, ovvero 500-700 euro a partita. Un dato è certo: un giocatore della mia classifica perde soldi”. Almeno fino a quando resiste alle tentazioni. Nel weekend, Weintraub è impegnato nel match di Coppa Davis tra Israele e Svezia, valido per restare nel World Group I. Giocherà il match inaugurale contro Elias Ymer.

WEINTRAUB NEL 2012: “BASTA TORNEI, NON GUADAGNO”