L’impressione è che qualcuno stia giocando col fuoco. Tanti, troppi, iniziano a declinare al passato la leadership di Novak Djokovic. E’ vero che Andy Murray si è avvicinato e dista soli 415 punti, ma stiamo parlando di un giocatore – il serbo – che guida il ranking ATP da 122 settimane consecutive (per un totale di 223). Tutti parlano della combinazione che garantirebbe a Murray il sorpasso al termine di Parigi Bercy (vittoria nel torneo, con Djokovic eliminato prima della finale), ma il serbo non ha nessuna intenzione di abdicare. E anche lui ha le sue chance per chiudere l’anno al numero 1 per il terzo anno di fila, il quinto negli ultimi sei. Mentre Murray sta giocando a tutta birra, Djokovic si è presentato a Parigi fresco e riposato. Vince a Bercy da tre anni di fila e, nei giorni scorsi, i paparazzi lo hanno mostrato in fase di meditazione insieme alla moglie. Segno che sta lavorando duro per tornare a pensare (e vivere) positivo. “In questo momento mi sento bene – ha detto – gli ultimi due mesi non sono stati facili. Ho dovuto ridefinire i miei obiettivi, le cose che succedono dentro e fuori dal campo. Mi sono assicurato di trovarmi in una buona posizione e di poter giocare bene. Tutto è più chiaro e sto andando nella direzione giusta”.
Un’implicita (neanche troppo) ammissione di difficoltà, ma il peggio dovrebbe essere passato. Ed ecco il grido di battaglia, elegante, verso l’amico Andy. “Merita sicuramente di essere nella posizione in cui si trova, la lotta per il numero 1. Ma quello che succederà non dipende solo da lui. Dipende anche da me”. Ad esempio, il serbo ha una tradizione molto favorevole negli ultimi tornei dell’anno. E poi tornare a Parigi gli regala sempre grandi emozioni, specie dopo aver vinto il Roland Garros e centraro il Career Grand Slam. “Se ripenso a cosa è successo l’ultima volta che ho messo piede in questa città mi vengono le farfalle nello stomaco. Spero di chiudere la stagione come mi è riuscito negli ultimi anni. Mi sento a mio agio”. La difesa del titolo partirà dal primo turno contro il vincente di Muller-Almagro: “Due giocatori di qualità. Muller stava per battere Nishikori a Basilea, mentre Almagro ha un gran dritto. Ma alla fine conta la qualità che riesco a mettere in campo. In passato li ho già battuto e so cosa fare. Ho solo bisogno di essere al livello di cui ho bisogno”. La campagna parigina, in realtà, non è partita troppo bene: ha perso al primo turno del doppio: insieme a Nenad Zimonjic, ha ceduto 6-3 6-4 alla coppia francese Halys-Mannarino.
Djokovic non abdica: “Il numero 1 ATP dipende anche da me”
Il serbo si presenta a Parigi Bercy con ottimismo. “Guardate che la leadership non dipende solo da Murray, ma anche da me”. Nole vanta una grande tradizione nei tornei indoor di fine anno ed è ottimista: “Ho capito di essere in una buona posizione e credo di essere in grado di giocare bene”.