Dove? Addirittura nella Grand Central Station di New York. Il magnate americano, neo Presidente USA, ne era il proprietario negli Anni ’80. Poi il progetto morì, ma è tornato in pista di recente. Giocarci costa fra i 200 e i 280 dollari l’ora, ma colpire palline con vetrate che guardano su Park Avenue ha un fascino impareggiabile.Only in New York Times! Solo qui si poteva pensare di costruire un piccolo tennis club con un campo regolare, uno da “junior tennis” e un campo pratica infilato all’interno di una delle costruzioni storiche più belle e affascinanti della Grande Mela: la Grand Central Station. Il merito di aver inaugurato due campi da tennis (nel 1966) va ad un immigrato ungherese; da quel momento, in quello spazio hanno trovato posto una galleria d’arte, uno studio di registrazione della CBS, e adesso il Vanderbilt Tennis Club, un’esperienza tennistica quasi mistica e introvabile, se non si conosce il giusto indirizzo.

La location è all’interno della Grand Central Station. L’accesso fuori dal terminal avviene dalla Vanderbilt Ave., tra la Madison e Park Avenue, tra la 42nd e la 43rd strada, al quarto piano, a pochi passi dalla Michael Jordan’s The Steak House NYC (se finita l’ora di tennis volete abbuffarvi della classica carne americana).

Il campo è un classico hard court, senza un out gigantesco ma di misure corrette. Meno tradizionale il prezzo, che varia da 200 a 280 dollari, a seconda del giorno e dell’ora, il più alto di Manhattan, secondo quanto dice Anthony Scolnick, l’imprenditore che si è preso l’onere di creare tutto questo.

In realtà, un esperimento simile era stato portato avanti dall’attuale candidato repubblicano alle Presidenziali americane, mister Donald Trump, ma l’operazione aveva chiuso i battenti nel 2009. Da quel momento, giocare a tennis in piena Manhattan era diventato un problema: “Sono contento che vi sia di nuovo questa opportunità – dice Nonhatan Mechanic, noto businessman e abituale frequentatore del venerdì mattina. Ma dopotutto, giocare indoor a Manhattan non è mai stato semplice, né economico. Per esempio, The Millennium UN Plaza Hotel impone una fee tra i 110 e i 160 dollari all’ora, la stessa cifra per i non-soci del Manhattan Plaza Racquet Club (con una quota sociale annua di quasi 2.000 dollari che abbassa la tariffa oraria dai 45 ai 75 dollari). Si può trovare qualcosa di più economico (negli orari meno canonici) al Midtown Tennis Club, ma già bisogna arrivare alla Eighth Avenue. “Volevamo mantenere una presenza sportiva alla Grand Central Station – dice Marjorie Anders, spokeswoman della Metro-North, spcietà che ha affittato gli spazi del Vanderbilt Tennis Club. Forse racquet ball e squash si sarebbero prestati meglio, ma i ricchi appassionati della zona volevano un campo da tennis e così è stato”.

Trump che negli Anni 80 pagava un affitto di 90.000 dollari all’anno e che fu costretto a lasciare gli spazi il 31 maggio 2009 per far spazio ad una lounge dedicata a bigliettai e controllori, ricorda che i due campi da tennis “riscuotevano grande successo ed erano frequentati da persone meravigliose” (ognuno secondo i propri standard).

Per fortuna degli appassionati tennisti, la lounge ha trovato spazio in luoghi più angusti e la possibilità di ripristinare un centro sportivo e ricreativo è diventato realtà. Tuttavia, essendo tale spazio leggermente più ristretto (infatti i campi regolamentari sono stati ridotti da due a uno), il progetto non ha riscosso l’interesse di Mr. Trump, e Scolnick, proprietario dello Yorkville Tennis Club e del Sutton East Tennis, entrambi nell’Upper East Side, ha preso la palla al balzo, nonostante l’affitto attuale sia cresciuto a 225.000 dollari su base annuale. Però la libidine di giocare in piena Manhattan e con vetrate che guardano su Park Avenue, non ha davvero prezzo.

Inoltre, Scolnick dice che “oltre a seguire le medesime logiche di Trump, abbiamo voluto puntare anche sull’aspetto tecnico”. Per questo sono stati creati corsi, lezioni private, cardio-tennis e un practice court dotato di videoanalisi per migliorare il proprio swing. In sostanza, il campo pratica è lungo come metà campo regolamentare ma largo nelle misure corrette, seppur diviso in due “corsie”. Dietro la rete, una macchina lanciapalle programmabile (per spin, profondità, velocità, etc) non si stanca di mettervi sotto pressione, con un sistema di recupero delle palle stesse che vi permette di continuare a giocare senza sosta circa 300 palle ogni mezz’ora. Inoltre, è stato fissato un target colorato con evidenziate diverse zone perché evidenzi il controllo dei vostri colpi.

Dunque, solo nella magica Big Apple si poteva scovare un campo da tennis in una location di questo genere. Perché a NYC niente è impossibile. Basta pagare il giusto prezzo.

LA NASCITA DEL VANDERBILT TENNIS CLUB
SPAZI RIDOTTI? NESSUN PROBLEMA