. Il dovere di cronaca, tuttavia, impone di ricordare l’ennesimo passaggio di una vicenda che sembra non avere fine. Dopo la mazzata di un mese fa, la federtennis francese torna a sorridere: il TGI (Tribunale de Grande Instance), l’Alta Corte francese, si è pronunciata a favore dei progetti di ampliamento, definiti “essenziali” per tenere il torneo almeno a ruota degli altri tre Slam. L’oggetto della vicenda, stavolta, non era di natura ambientalista, ma c’era di mezzo il ricorso degli eredi di Jean Camille Formigé, l’architetto che aveva realizzato i giardini delle serre d’Auteil. Secondo i nipoti, le iniziative della FFT avrebbero svilito il lavoro del loro avo. Il Tribunale ha stabilito che le richieste di Laurence e Virginie Formigé sono inammissibili, specie in merito alla presunta violazione dei diritti morali dell’architetto. I due non hanno “legittimazione ad agire”. In effetti, il ricorso voleva tutelare una persona morta nel 1926…In altre parole, gli eredi dell’architetto non sono stati in grado di dimostrare che le caratteristiche dei giardini e delle serre d’Auteil rechino l’impronta della personalità (?) di Jean Camille Fomigé, e dunque siano soggette a copyright.
Dopo la rabbia per il pronunciamento del mese scorso, che aveva sospeso i lavori appena iniziati, la FFT ha mostrato soddisfazione pur senza rinunciare alla polemica: “la decisione conferma, in contrasto con la campagna di disinformazione portata avanti dai nostri avversari, che i progetti di modernizzazione del Roland Garros sono stati realizzati dalla FFT fornendo tutte le garanzie possibili per il rispetto dei giardini e delle serre d’Auteil, nonché a tutela di tutti i siti storici. Le tattiche dilatorie degli avversari sono state punite dai giudici”. Per il torneo è una buona notizia, ma non è ancora tempo di cantare vittoria. Gli eredi di Formigé possono fare ricorso, ma soprattutto è previsto un ulteriore appuntamento giudiziario a inizio 2017, stavolta presso il Tribunale Amministrativo di Parigi. La FFT se la vedrà con un gruppo di ambientalisti che hanno contestato il permesso di costruire. Nel frattempo i lavori proseguono da un paio di settimane, dopo che lo scorso 18 ottobre la Corte Suprema aveva dato il via libera alla ripresa. Si lavora alacremente per recuperare il tempo perduto e terminare entro il 2020, data auspicata da Guy Forget durante l’ultima edizione del torneo, falcidiata dalla pioggia. Il problema è che i progetti sono stati presentati nel 2011 e, ad oggi, il Roland Garros è di gran lunga il peggior Slam in termini di strutture. Jean Gachassin, presidente FFT che terminerà il suo incarico nel prossimo febbraio, si è sempre detto ottimista sull’esito positivo delle vicende legali, ma il nuovo Roland Garros vedrà la luce – eventualmente – ben oltre il termine del suo mandato.
Nuovo Roland Garros: ancora via libera…ma fino a quando?
L’Alta Corte francese ha dichiarato inammissibili le richieste degli eredi dell’architetto che, oltre un secolo fa, progettò i giardini e le serre d’Auteil: non hanno dimostrato che l’opera sia uno uno specchio della sua personalità. I lavori sono già ripartiti, ma a gennaio il Tribunale Amministrativo si pronuncerà sull’autorizzazione a costruire.