IL CASO – Il Tennis Club Parioli vince il ricorso dopo lo 0-4 a tavolino incassato domenica scorsa in A1 femminile, perché l’illuminazione del campo di riserva era insufficiente: avrebbero dimostrato che era colpa del maltempo. A parte il caso specifico, che lascia qualche dubbio, torna d’attualità uno storico problema del centro-sud Italia: la carenza di campi coperti.

Ogni anno succede qualcosa che “movimenta” la Serie A1 sul piano regolamentare. L’edizione 2016 sembrava filare via liscia, ma domenica scorsa è successo il papocchio. Il match del campionato femminile tra Tennis Club Parioli e Club Tennis Ceriano Laghetto è stato sospeso per pioggia sul punteggio di 2-0 per le padrone di casa. L’incontro non aveva un grosso pathos, poiché le romane hanno ambizioni diverse rispetto alle lombarde. Però è emerso, ancora una volta, l’atavico problema delle strutture. In caso di pioggia, il TC Parioli non dispone di un campo di riserva coperto. Una faccenda incredibile, tenendo conto che si tratta di uno dei circoli più ricchi e antichi d’Italia (è stato fondato nel 1906). Ricordare la storia del Parioli è superfluo: in questa sede ci limitiamo a raccontare le strutture. Luogo bellissimo, paradisiaco, dispone di ben 22 campi da tennis (17 in terra rossa, 2 in erba sintetica e tre in Greenset). Senza dimenticare i campi di calcetto e calciotto, un campo adattabile per pallavolo e pallacanestro, nonché una palestra di ultima generazione e una piscina di 25 metri. Si tratta di un luogo esclusivo, laddove per diventare soci bisogna effettuare una trafila piuttosto lunga, comprensiva di domanda di ammissione. Ad esclusione di gare o manifestazioni aperte al pubblico, l’ingresso al circolo è consentito solo ai soci e ai loro invitati, oltre ad alcune categorie ben definite (ad esempio dirigenti FIT o CONI). Insomma, una struttura importante. Tale struttura, tuttavia, non possiede nemmeno un campo coperto. Si può discutere all’infinito sul fatto che nel centro e nel sud Italia il clima sia più mite che al nord, ma fa impressione che un club così grande non abbia nemmeno un campo coperto. Stiamo parlando del terzo circolo con più tesserati in Italia: ben 1669, superato solo dal Rocco Polimeni di Reggio Calabria e dal Circolo Tennis Palermo.



La faccenda di Parioli-Ceriano è resa ancora più clamorosa dal fatto che, in caso di pioggia, i match del Parioli si spostano presso il Casalotti Tennis Club, impianto a circa 16 km dallo stesso Parioli (e circa mezz’ora di strada). Club decisamente più piccolo, ma almeno dotato di un campo indoor, dove peraltro trovano spazio le righe della pallavolo. Sembra incredibile che a Roma esista una situazione del genere…ma è proprio così. Domenica scorsa si è aggiunto un altro problema: un guasto all’impianto d’illuminazione ha impedito la prosecuzione degli incontri, garantendo la vittoria a tavolino alle ragazze del Ceriano. Il G.A. Ha effettuato la verifica dell’illuminazione, risultata nettamente inferiore rispetto ai 400 lux previsti dal regolamento. Una vicenda con alcune similitudini rispetto a quella vissuta tre anni fa a Tarcento, quando il TC Crema ottenne la vittoria a tavolino contro il TC Udinese. Ma se allora fu l’impianto d’illuminazione nel suo complesso ad essere ritenuto insufficiente, stavolta il problema era dovuto al mancato funzionamento di alcuni riflettori. Per questo, il Parioli ha effettuato ricorso presso il Commissario di Gara. Il quale, un po’ a sorpresa, lo ha accolto, disponendo la prosecuzione dell’incontro nella giornata di mercoledì 16 novembre. E’ difficile entrare nel merito, anche se un paio di punti non convincono. Sul suo sito internet, il Parioli informa che l’assenza del minimo di illuminazione è stata “evidentemente causata dallo straordinario maltempo che si è abbattuto su Roma, e principalmente nella zona nord”. Siamo certi che sia così, ma come è stato provato? Altre fonti sostengono che alcuni fari si siano accesi e poi spenti, denotando una carenza dell’impianto stesso, senza che ci fosse un black-out nelle zone limitrofe. C’è poi un’altra questione: sempre il Parioli dice che il giorno prima “l’ufficio arbitrale del Lazio aveva mandato un suo incaricato per la verifica dell’impianto, risultato conforme con i requisiti regolamentari”. Ci si domanda come mai ci fosse la necessità di effettuare una verifica il 5 novembre quando i regolamenti di Serie A1 impongono che tutti i campi debbano essere regolarmente omologati entro il 28 febbraio. Se l’omologazione c’era già, che bisogno c’era di controllare? Detto che le decisioni del Commissario di Gara sono inappellabili, dunque le ragazze del Parioli e di Ceriano torneranno in campo mercoledì prossimo, la faccenda lascia perplessi e potrebbe avere una certa influenza per il campionato: con i tre punti della vittoria, il Parioli aggancerebbe il TC Cagliari in vetta alla classifica (e domenica c’è proprio lo scontro diretto in Sardegna), mentre Ceriano rimarrebbe a zero punti, azzerando (o quasi) le chance di giocarsi il terzo posto nel girone con lo Sporting Stampa di Torino.

A parte le vicende legate al campionato, questa storia lascia a bocca aperta per l’incredibile carenza di strutture coperte a Roma. Non è un problema del solo Parioli, ma di un’intera comunità tennistica. C’è una cultura da cambiare alla svelta perché non è ammissibile che in una città importante come Roma ci si debba ancora affidare allo “speriamo che non piova”. La buona notizia è che la FIT è consapevole del problema (non solo romano, ma esteso a tutte le zone del centro-sud Italia) e ha istituito il Fondo Rotativo che dovrebbe aiutare i club a migliorare e ammodernare le proprie strutture con un investimento da restituire a tasso zero. Tra i vari club che hanno bisogno di un impianto coperto, non crediamo che il Tennis Club Parioli abbia bisogno di un contributo dalla FIT. La speranza è che questo episodio faccia capire, una volta di più, che nel 2016 è necessario avere più campi coperti. A prescindere dalla piovosità e dalle medie stagionali.