Stefano Napolitano diventa il primo under 21 italiano a conquistare un titolo a livello Challenger, centrando il primo successo sul cemento di Ortisei. Non ha mai perso il servizio nel corso della settimana, confermando una crescita più volte rallentata dagli infortuni. Sarà lui il primo a raggiungere i top-100? (Foto di Marco Wanker)

Dopo un’ottima carriera junior, c’è stato un periodo in cui Stefano Napolitano sembrava rimasto dietro a tutti gli altri azzurri della sua generazione. Gente come Quinzi, Donati, Sonego, persino Baldi, pareva aver qualcosa in più, ma quando l’età è così giovane gli equilibri possono cambiare alla svelta. Lo si è visto nella seconda parte del 2016, in cui il ventunenne biellese ha confermato di non aver nulla da invidiare a nessuno. E dopo averli superati tutti nel ranking, oggi è diventato il primo della “Next Generation” italiana a conquistare un titolo Challenger, mettendo tutti in fila sul cemento indoor di Ortisei, a casa del suo amico – ed esempio – Andreas Seppi, l’altro azzurro presente nell’albo d’oro in Alto Adige grazie alla doppietta 2013-14. In una Val Gardena imbiancata dalla neve, il piemontese ha trovato la classica settimana perfetta, riuscendo a emergere da un tabellone che si è presto tinto d’azzurro, con ben cinque italiani nei quarti di finale. Il più bravo di tutti è stato lui, capace – dall’alto del suo etro e 96 centimetri – di non cedere mai il servizio in cinque incontri, compresa la finale chiusa con un rapido 6-4 6-1 la finale sullo spezzino Alessandro Giannessi, frenato nel secondo set da un acciacco fisico, ma comunque capace di confermare i (grandi) progressi compiuti lontano dalla terra battuta. Per il ligure, che il primo titolo l’ha vinto un paio di mesi fa a Sczecin (Polonia), resta la soddisfazione di aver finalmente raggiunto di nuovo il best ranking di 126 siglato oltre quattro anni e mezzo fa, prima che numerosi infortuni lo allontanarono dal sogno top-100.

Ci riproverà nel 2017, magari proprio insieme a Napolitano, ragazzo che ha sempre sorpreso per maturità e qualità umane, e grazie ai 90 punti arriverà molto vicino ai primi 170, guadagnandosi in extremis l’inserimento nella campagna NextGen dell’ATP (aperta a tutti i top-200 under 21). Anche se lo status scadrà presto, visto che la stagione sta finendo e a gennaio Stefano entrerà nell’anno dei 22, tanto basta per far capire che fra i migliori dei futuro potrebbe esserci posto anche per lui, che ha sempre avuto ben chiara la propria strada. Niente fretta, niente paragoni e ancor meno invidie, ma tanto lavoro per recuperare il terreno perso nei confronti dei migliori e tenere a bada quegli infortuni che spesso ne hanno fermato la crescita tennistica, che pare svoltata quest’estate, dopo che il papà-coach Cosimo si è leggermente (e saggiamente) fatto da parte, lasciando il figlio nelle mani di Cristian Brandi. A Todi è arrivata la prima finale, nella sua Biella una splendida semifinale con due top-100 battuti, poi l’ennesimo periodo non troppo felice a causa di qualche acciacco di troppo. Ma evidentemente per frenarlo ci vuole ben altro. “Specialmente all’inizio (quando ha dovuto fronteggiare le uniche palle-break, ndr) è stata una partita dura”, ha detto Napolitano. “Mi dispiace che Giannessi nel secondo set abbia accusato qualche problemino, però sono molto contento per lui: ha avuto un’ottima stagione. Mi piacerebbe giocare questa finale contro di lui al cento per cento, magari fra un anno proprio qui a Ortisei. Dedico questa vittoria alla mia famiglia, ai miei nonni che mi sostengono sempre, e a tutte le persone che mi seguono”.

I TITOLI CHALLENGER AZZURRI DEL 2016
Paolo Lorenzi – Canberra (Australia)
Thomas Fabbiano – Zhuhai (Cina)
Paolo Lorenzi – Caltanissetta
Marco Cecchinato – Milano
Federico Gaio – San Benedetto del Tronto
Federico Gaio – Biella
Luca Vanni – Segovia (Spagna)
Alessandro Giannessi – Szczecin (Polonia)
Stefano Napolitano – Ortisei