“Se devo scegliere qualcosa di questo match, è l’essere rimasto mentalmente convinto che le opportunità sarebbero arrivate. La differenza l’hanno fatta un paio di punti”. Le parole di Novak Djokovic al termine del successo contro Milos Raonic, foriero un posto un semifinale alle ATP World Tour Finals, riassumono perfettamente ciò che si è visto nella serata di martedì. La convinzione, mancata a Djokovic nei mesi scorsi, e che è stata la chiave di volta di questo match. E quel paio di punti, bellissimi, impossibili per chiunque altro e decisivi in entrambi i tie-break, sono ulteriori spiragli tra le nubi, nubi che pur presenti si stanno diradando. Segnali incoraggianti s’erano visti anche nel match d’esordio, vinto in tre set contro Thiem. Le conferme sono arrivate contro il canadese, soprattutto dal punto di vista della concentrazione, della rabbia agonistica. Molti, gli sprazzi, del fu Djokovic. A dire il vero ci sono state anche le amnesie, i passaggi a vuoto. Che hanno permesso a Raonic di restare in bilico in entrambi i set. Ma il canadese, troppo poco incisivo al servizio e disastroso col rovescio da fondo, non è riuscito ad approfittarne, sia nel primo che nel secondo tie-break, che pure si erano messi entrambi nel verso giusto. L’inizio dell’incontro sembra recitare un copione di un Nole in difficoltà e un Milos pronto ad azzannare la timorosa preda. Primo game e subito due palle break. Djokovic serve male. Se non entra la prima, son quasi sempre dolori. Ma è proprio con la prima che il serbo scampa il pericolo. Raonic non concede nulla al servizio, pur mettendo in campo pochissime prime. Djokovic non è ancora entrato mentalmente nel match, ma bastano i primi sprazzi ritrovati del suo tennis per mettere paura al nordamericano.
Raonic deve rifugiarsi nelle mattonate al servizio: quando gli scambi si prolungano, l’ago della bilancia pende dalla parte del serbo. Si arriva al tie-break. Il secondo di questo torneo, per Nole. Il l serbo lo inizia male, malissimo, concedendo subito un mini break. Ma a dilapidare il tutto ci pensa proprio Milos. Due gratuiti ed è Nole a portarsi avanti. Raonic va in confusione. Non chiama il falco su una palla chiaramente fuori. Riesce ad impattare miracolosamente sul 5 pari. Ma arrivano i set point per Nole. E sul secondo, il canadese, pensa bene di piazzare un doppio fallo. Djokovic sembra oramai padrone del match. Ma ci sono ancora quei piccoli passaggi a vuoto, a minarne le gesta. Si porta sul 2 a 0 e quindi sul 4 a 2. Ma non riesce ad uccidere il match, pur scontrandosi con un avversario generoso, ma che non da mai l’impressione di essere al massimo della condizione. Però trova un parziale di 4 giochi a 1 e si assicura il tie-break. E arriva addirittura ad ottenere un set point sul 6-5, con Nole al servizio. Ma è ancora tie-break. Ed è ancora Raonic a partire in quarta per poi tirare il freno a mano. Il rovescio non ne vuole sapere di funzionare. Nole ci mette del suo con un colpo di mezzo volo talmente bello da sembrare irreale. Arriva il matchpoint. E arriva, come nel primo set, la mano amica di Raonic. Rovescio fuori e certezza di arrivare almeno a sabato per Novak. Che sorridente e braccia al cielo lascia intendere che ci crede ancora. Di essere il più forte, di essere lui il numero uno al mondo.
Novak Djokovic (SRB) b. Milos Raonic (CAN) 7-6 7-6