Secondo un’indiscrezione raccolta dal NY Times, le violazioni del regolamento per scarso impegno potrebbero essere oggetto di multe ancora più severe. In questo momento, la sanzione massima è di 10.000 dollari. “L’ATP sta valutando da vicino il fenomeno” dice Chris Kermode.

Il recente caso con Nick Kyrgios protagonista, squalificato (otto settimane, poi ridotte a tre per aver accettato di incontrare uno psicologo dello sport) per lo scarso impegno durante un match a Shanghai, ha scottato l’ATP. Secondo un articolo uscito sul New York Times, l’associazione giocatori starebbe pensando di raddoppiare le multe per chi non si impegna al massimo durante i match. “E’ una problematica che stiamo guardando con attenzione” ha detto Chris Kermode, presidente dell’ATP. La sensazione è che una sconfitta deliberata sia vista come un atto contrario all’integrità dello sport, soprattutto in un periodo così delicato in merito a partite truccate, scommesse e vicende del genere. Salvo casi clamorosi come quello di Kyrgios, non è facile individuare con certezza un atteggiamento poco competitivo. E le valutazioni, soggettive, possono spesso cambiare a seconda delle circostanze.

Ad esempio, un giocatore può giocare qualche game senza particolare impegno, ma solo per motivi strategici. Non spendere energie, rinfrescarsi mentalmente…secondo Tim Henman, si tratta di un’area “grigia”, dove è difficile valutare con oggettività. Ad ogni modo, l’ATP ha preso molto sul serio il problema e potrebbero esserci dei cambiamenti già a partire dal 2017. In questo momento, la sanzione massima per questo tipo di infrazione ammonta a 10.000 dollari. Tramite il suo vicepresidente esecutivo, Gayle Bradshaw, l’ATP enfatizzerà questa tematica nel consueto incontro annuale con arbitri e supervisor. L’idea non è quella di formare degli “sceriffi”, ma semplicemente tenere sotto controllo un problema, evidentemente ritenuto molto grave. Ogni ufficiale di gara dovrà tenere in considerazione la storia di un giocatore, nonché il momento e la situazione in cui si verificano episodi sospetti. Nel 2016 ci sono state diverse situazioni “al limite”, alcune con protagonista Bernard Tomic (a Sydney ammise lo scarso impegno perché riteneva di aver avuto un buon tabellone all’Australian Open, mentre a Madrid rinunciò a giocare il matchpoint a sfavore contro Fognini, rispondendo col manico).