Una foto pubblicata su Twitter certifica il nome del nuovo coach: chiusa la partnership con Josè Perlas, Fabio lavorerà con il tecnico che ha fatto vincere uno Slam a Gaudio e un altro a Del Potro. Il suo background è ideale, poi entrambi hanno voglia di riscatto: Fognini viene da una stagione così così, Davin non ha inciso nella carriera di Grigor Dimitrov.

Tempo di cambiamenti per Fabio Fognini. Qualche settimana fa aveva annunciato la fine del rapporto professionale con Josè Perlas, poi ha ufficializzato il cambio di sponsor tecnico, passando da Adidas ad Hydrogen (nella foto in alto, Fabio con Alberto Bresci di Hydrogen). Infine, anche se senza ufficialità, si è diffusa la voce di una possibile gravidanza della moglie Flavia Pennetta, con cui era convolato a nozze in giugno. Adesso, confermando le indiscrezioni che circolavano già da qualche settimana (il primo a parlarne era stato Stefano Semeraro su “La Stampa”), una foto pubblicata su Twitter (postata da Miami, che sarà la base americana, mentre quella europea resterà Barcellona) conferma che il suo nuovo tecnico è l'argentino Franco Davin. Si tratta di una scelta ambiziosa, poiché l'argentino è uno dei top-coach a livello mondiale e possiede un background importante nonostante sia ancora piuttosto giovane (è classe 1970). Giocatore di buon talento, prodotto della “cantera” di Tandil, è stato un discreto professionista ma ha smesso piuttosto giovane, ad appena 27 anni. Subito dopo ha iniziato la carriera da allenatore, prima come capitano dell'Argentina in Fed Cup e poi in Coppa Davis, prima di intraprendere la carriera di coach privato. Fino all'anno scorso aveva lavorato soltanto con tennisti argentini: Guillermo Coria, Gaston Gaudio e Juan Martin Del Potro.

UNA BELLA SFIDA PER ENTRAMBI
E' andata bene con tutti: Coria è ripartito alla grande dopo la sospensione per doping, Gaudio ha addirittura vinto uno Slam ed è salito al numero 5 ATP, mentre Del Potro è stata una scommessa lunga e vincente: hanno lavorato per otto anni, intascando lo Us Open 2009 e un best ranking al numero 4. Ci si domanda quanto avrebbe potuto vincere se “Palito” non fosse stato vittima dei noti infortuni al polso. Davin lo ha aspettato in due lunghi stop, poi ha messo fine alla partnership nell'estate 2015, quando il futuro di “Palito” sembrava un tantino nebuloso (qualcuno aveva addirittura parlato di ritiro). Dopo Del Potro ha intrapreso un difficile percorso con Grigor Dimitrov, ma i risultati sono stati al di sotto delle aspettative. Per Fognini si tratta del quinto coach da quando è entrato nel tour, il quarto straniero (e di lingua spagnola): seguito da Leonardo Caperchi nei primi anni di carriera, ha poi lavorato con Oscar Serrano, Pablo Martin è Josè Perlas. Come a dire: uno spagnolo, poi un argentino, poi di nuovo uno spagnolo, infine un altro argentino. Fognini riparte dal numero 49 ATP, posizione che non rende giustizia al suo talento. Per Davin è una sfida affascinante: dopo aver domato un cavallo pazzo come Gaudio, saprà fare altrettanto con Fognini? Da parte sua, “Fogna” ha predicato umiltà: prima vuole tornare tra i top-30 ATP, poi si vedrà se saprà tornare laddove si era arrampicato tra il 2013 e il 2014: tra i top-15 ATP.