Stabilita la data in cui il torneo ATP di Metz scoprirà se andare avanti: il prossimo 16 dicembre si riuniranno gli azionisti, ma il nuovo gruppo dirigente è animato da progetti ultra-propositivi. “Siamo disposti ad acquistare le azioni di chi vorrà tirarsi indietro, poi ridurremo i costi”. L'ATP aveva rifiutato lo spostamento a Hong Kong.

Il prossimo 16 dicembre sapremo se il torneo ATP di Metz resterà in vita o scomparirà, come sembrava ormai definito un paio di mesi fa. Venerdì prossimo, l'assemblea cercherà di capire se ci sono le premesse per andare avanti, nel tentativo di convincere gli ex azionisti a riacquistare le loro quote e tornare a far parte di una squadra parzialmente rinnovata. Secondo Raymond Doudot, presidente del comitato di sorveglianza di DLSI (nota azienda nel settore delle risorse umane), nonché azionista del torneo da 12 anni, il Moselle Open rappresenta una risorsa economica per tutta la zona, che peraltro ha bisogno di migliorare attrattiva e visibilità. In questo senso, un torneo ATP sarebbe perfetto. “Durante il torneo, la mia azienda invita più di 170 clienti che poi diventano un vettore per il territorio”. A suo dire, l'evento ha chiuso in pari nel 2014 e nel 2015, producendo addirittura con un piccolo utile nel 2016, peraltro con buone possibilità per i prossimi 3 anni. Quando gli hanno chiesto da dove nascono i problemi che avevano convinto alla cessione, ha spiegato che: “Sono dovute alla parsimonia delle istituzioni nel versare i contributi e in alcuni accordi saltati all'ultimo momento”.

RIDUZIONE DEI COSTI
Per questo si era deciso di spostare il torneo a Taiwan. Tuttavia l'ATP ha bloccato la vendita perché non era stata preventivamente avvisata. Sembra che l'Associazione Giocatori, a parte la pressione di alcuni tennisti, sia restia a spostare in Asia il baricentro del tour: oltre a Metz, infatti, ci sarebbero altri cinque trasferimenti rifiutati perché la destinazione era l'Asia. “Nel momento in cui ha detto no alla vendita, l'ATP aveva due possibilità: rilevare il torneo in prima persona oppure lasciarlo a Metz. Credo che sia stato un riconoscimento per tutti noi” ha detto Doudot. Belle parole, che però affronteranno la realtà il prossimo 16 dicembre, quando 24 azionisti (tutti con quote non superiori al 10%) decideranno il futuro, anche se il nuovo gruppo dirigente è pronto ad acquistare le quote di quelli che vogliono lasciare. “Vogliamo agire senza polemiche e con uno spirito assolutamente costruttivo, ma anche per cambiare il torneo, ad esempio trovando nuovi partner e riducendo i costi. Più che domandarci se il torneo andrà avanti, dobbiamo capire come dovrà evolversi. Credo che la nostra regione meriti di mantenere un evento del genere: nel periodo del terrorismo e dell'insicurezza, ogni evento che scompare è una luce che si spegne. E allora noi continueremo”.