Lo hanno etichettato in tanti modi. L'ultima definizione è: “una guida spirituale che ha aiutato il vulcanico Novak Djokovic a diventare un uomo tranquillo”. Lui si chiama José "Pepe" Imaz ed è il personaggio più discusso degli ultimi mesi. Si è parlato tanto di lui, ma quasi nessuno ha ascoltato la sua viva voce. Chi è davvero Pepe Imaz? E, soprattutto, che messaggio cerca di trasmettere? Ha provato a scoprirlo “El Mundo”, che ha inviato un suo giornalista (Alberto Lambea) nella sua accademia a Marbella, presso il Club Tenis Puente Romano. Un luogo paradisiaco, oggi oggetto di attenzione globale. Come è noto, le sue parole preferite sono “amore” e “pace”. A quanto pare, soprattutto l'amore. E' difficile capire Pepe Imaz. Ad esempio, le cose più interessanti non riguardino i contenuti dell'intervista, ma gli aspetti collaterali. El Mundo gli ha chiesto disponibilità via mail, e lui chiudeva ogni risposta con messaggio del tipo “buona serata, piena di armonia” oppure “un grande abbraccio”. Al momento di organizzare l'intervista, Imaz ha chiesto di effettuarla di persona. “Non voglio fare la star, ma ho bisogno che il giornalista mi stia davanti”. Insomma, un tipo particolare, questo spagnolo che da giocatore ha ottenuto risultati più che buoni, ma trascurabili per il grande pubblico (n.146 ATP, un secondo turno a Parigi, un titolo spagnolo in doppio). Si dice che il suo nuovo essere, questo messaggio di “amore e pace” sia nato da un profondo disagio interiore. Imaz è stato vittima di bulimia, da cui è nata l'ansia di vincere e la pessima condizione di sentirsi bene soltanto con l'approvazione altrui. “C'è chi cade nel sesso, chi nella droga, chi nella ludopatia…per me è stata la bulimia. Adesso provo a condividere quello che mi ha salvato, ma non mi piacciono le etichette”. Non le vuole, di nessun genere. Pepe Imaz non si sente né guru, né coach, né maestro.
IL RAPPORTO "ARMONICO" CON BECKERImaz diventa enigmatico quando il giornalista gli ha chiesto quello che si domandano un po' tutti: chi è, davvero, Pepe Imaz? “Ti risponderei con una domanda: chi è davvero Alberto? E' un essere umano divino, meraviglioso, che prova a ritrovare la divinità che è in ciascuno di noi. Siamo tutti questo: esseri umani che provano a crescere”. Il contatto tra Imaz e Djokovic è nato grazie al fratello Marko. “Lui voleva imitare Novak, ma non ce l'ha fatta ed è piombato in due anni di depressione. Abbiamo fatto un lavoro emotivo e sono bastati cinque giorni per notare un cambiamento. A quel punto, Novak si è interessato per capire com'era successo. Gli piace imparare, è come una bottiglia che non si esaurisce mai, appassionato e rispettoso”. Imaz opera con Djokovic da un paio d'anni (come si intuisce dal video qui sopra, ndr), nell'ombra, poi la sua sua figura ha conquistato popolarità a Parigi Bercy, dove si è presentato come coach principale nonostante Djokovic avesse due allenatori (Becker e Vajda) e un assistente. Onestamente, alcuni ragionamenti di Imaz sono di difficile comprensione. “Se esiste una religione, per me è l'amore. L'equilibrio mentale arriva con l'amore. Quando qualcuno è innamorato smette di aver fame, perché l'amore è energia. L'amore è l'unica cosa compatibile con tutto”. Belle parole, anche se il tennista – specie se di alto livello – non dovrebbe mai perdere la “fame”. Qualcuno ha ipotizzato che Imaz sia la ragione del divorzio tra Djokovic e Boris Becker, al punto che il tedesco avrebbe posto un ultimatum al serbo. “O me o Imaz”. Fosse vero, Djokovic avrebbe scelto lo spagnolo. Ma il diretto interessato non vuole dare peso alle illazioni. Anzi, si rifiuta di ascoltarle. “Sono maleodoranti”. Mentre Becker ha sussurrato che Nole non si è allenato a sufficienza negli ultimi sei mesi, Imaz risponde con il suo stile. Diciamo, con “amore”. “Sta a Novak stabilire se la presenza di uno esclude quella dell'altro – dice – siamo abituati a vivere nell'egoismo, però se questo porta a stress e depressione….per me è importante fare le cose senza alimentare l'ego. Conosco Boris, per me è stato un regalo stare con lui. Se Novak prende decisioni personali, io non sono nessuno per fare una valutazione. La mia relazione con Becker era armonica. Io vedo Boris come un buon essere umano, quando impari a conoscerlo osservi quanto sia fantastico”.
UNA PETIZIONE PER ALLONTANARLO
Associare il calo di risultati di Djokovic alla presenza di Imaz è una stupidaggine, mentre è legittimo domandarsi se potrà aiutarlo a riprendersi. E' un tipo affascinante e ha saputo conquistare il serbo, ma l'efficacia della sua “cura” è tutta da verificare. E' giusto concedergli una chance senza preconcetti, anche se alcune metodologie lasciano perplessi, o meglio, non sembrano c'entrare granché con il tennis di alto livello. Non avevamo mai sentito di un coach (o qualunque personaggio dello sport) che, a fine intervista, a richiesta di una stretta di mano, risponda con un abbraccio. Un abbraccio di 30 secondi. Quella tra Djokovic e Imaz è una storia da seguire. Se davvero diventerà una figura ancora più importante nel team di “Nole” (anche se si è parlato – non sappiamo se a ragione o meno – di Darren Cahill o Nenad Zimonjic come nuovo coach), andrà valutato per i risultati. Come tutti. Solo allora si potrà prendere sul serio una petizione uscita sul sito www.change.org, in cui si chiede a Djokovic di allontanarlo. “Sarà pure una buona persona – racconta l'articolo – ma abbiamo forti dubbi sul fatto che il suo operato possa avere un effetto positivo su un atleta professionista di alto livello”. Per adesso, hanno raccolto 33 adesioni.
L'ESPLOSIONE DI POPOLARITA' A PARIGI BERCY
IL PRESUNTO ULTIMATUM DI BORIS BECKER