La francese chiude la partnership con Georges Goven e ripartirà senza coach. “Non ho bisogno di qualcuno che mi ripeta cose che so già: potrebbe bloccare il mio Istinto”. Non esclude di poter assumere qualche ex campione, mentre ammette di essere indietro sul piano atletico. “Dopo il match contro la Pliskova ero morta…”

Kristina Mladenovic ha ripreso ad allenarsi il 5 dicembre dopo una stagione molto intensa, chiusa con la tremenda delusione nella finale di Fed Cup. Kiki si trova a Parigi, dove sta utilizzando le strutture della sua federazione, ma c'è una novità: al suo angolo non ci sarà più coach Georges Goven. “Abbiamo parlato e abbiamo deciso di chiudere la partnership – racconta Kristina – il 2016 è andato bene, non ci sono problemi, ma non è arrivato il piccolo extra di cui avevo bisogno”. La Mladenovic non ha ben chiaro di cosa si tratti, poi però sostiene: “E' difficile dirlo con precisione, forse la necessità di un discorso diverso, ascoltare qualcosa che non ho ancora sentito”. Parlando con L'Equipe, ha svelato che nel 2017 non dovrebbe assumere un nuovo coach perché vuole provare a liberare il suo istinto di giocatrice “atipica”. “Non ho bisogno di qualcuno che mi ripeta cose che già so. La presenza di un allenatore che mi dice sempre le stesse cose potrebbe bloccare il mio istinto”. Tuttavia non ha escluso la possibilità di assumere un ex grande giocatore, seguendo la moda che si è sviluppata negli ultimi anni.

NUOVO PREPARATORE ATLETICO
Kiki non ha dato indizi, ma limitandosi al tennis francese avrebbe almeno tre esempi importanti: in rigoroso ordine cronologico, Mary Pierce, Amelie Mauresmo (che però adesso è impegnata con la seconda maternità) e Marion Bartoli. “Potrebbe essere utile perché gli ex giocatori conoscono bene il senso dell'istinto”. Di sicuro lavorerà sulla parte atletica e sul gioco di gambe. Va letta in questo senso l'assunzione di Xavier Moreau, preparatore atletico dei team francesi di Coppa Davis e Fed Cup. “In effetti l'anno scorso non mi sono preparata nel modo giusto, ci sono parecchi muscoli che devo sviluppare. Un miglioramento atletico è la priorità numero 1, perché dopo la sfida di Fed Cup contro la Pliskova ero davvero morta. Per questo ho giocato male nel doppio decisivo, ero troppo stanca. E se avessi avuto una condizione migliore, avrei vinto la finale di Hong Kong contro Caroline Wozniacki”. Numero 42 WTA, lo scorso anno si era spinta in 27esima posizione ma nel 2016 non ha saputo effettuare il salto di qualità nonostante alcune prestazioni maiuscole, come il terzo turno a Parigi contro Serena Williams.