Questa volta è un po’ spento Jannik Sinner, che non riesce a ripetere le sue solite grandi prestazioni di questo scorcio di stagione e, dopo un primo set con tante occasioni e diversi rimpianti, cede il passo ad una buona versione di Carlos Alcaraz, che vince 7-6 6-3 dopo 1 ora e 52 minuti e si qualifica alla finale nel Masters 1000 di Indian Wells
Questa volta è un po’ spento Jannik Sinner, che non riesce a ripetere le sue solite grandi prestazioni di questo scorcio di stagione e, dopo un primo set con tante occasioni e diversi rimpianti, cede il passo ad una buona versione di Carlos Alcaraz, che vince 7-6 6-3 dopo 1 ora e 52 minuti e si qualifica alla finale nel Masters 1000 di Indian Wells. Il murciano, costretto nel primo parziale a depennare una palla set, ha saputo sfruttare quella che, nei precedenti scontri diretti tra i due, era stato il punto di forza di Sinner: l’aggressività in risposta. Questa volta è stato Alcaraz ad adottare questa tattica che, complici le condizioni di gioco lente e a lui più favorevoli, ha fatto la differenza. Per Sinner un torneo molto positivo e che lo proietta al numero 11 del mondo e alla settima piazza della Race to Turin, ossia nelle posizioni che danno accesso alle Nitto ATP Finals. Per quel che concerne Alcaraz, invece, ora ci sarà una fantastica sfida contro Daniil Medvedev: i due più forti tennisti tra coloro nati dopo i Fab Four uno contro l’altro, nella finale di uno degli eventi più importanti della stagione.
Primo set dominato fin da subito dai servizi, con Sinner che si affida alla prima e Alcaraz che ricorre spesso al kick esterno per buttare fuori dal campo l’avversario. Sul 2-2, ecco che lo spagnolo approfitta di un paio di indecisioni dell’altoatesino e conquista il break. Sinner, infatti, rischia spesso la seconda in virtù della posizione in risposta, molto avanzata, di Alcaraz e incappa in qualche doppio fallo. Lo spagnolo consolida subito dopo il break e dà l’impressione di essere in controllo delle operazioni, ma in realtà non fila tutto liscio come potrebbe sembrare. Dal 2-4, Sinner inanella un parziale di 11 punti a 0 e, dopo aver recuperato il break di ritardo, effettua addirittura il sorpasso, issandosi sul 5-4. Lo spagnolo continua a sbagliare, soprattutto con il diritto, e si ritrova spalle al muro sia nel decimo gioco, in cui recupera da 15-30, sia soprattutto nel dodicesimo game, in cui deve fronteggiare un set point. La soluzione della palla corta, in certe occasioni utilizzata con troppa frequenza, stavolta funziona e garantisce il tiebreak al numero 2 del mondo. Sul 6-6, a prendere l’iniziativa è Alcaraz, che gioca un tie-break di personalità e s’impone per 7 punti a 4.
Nella seconda frazione, invece, il campione degli US Open parte forte e dà seguito al buon finale del set precedente, strappando subito la battuta all’avversario. Sinner prova a opporre resistenza, ma lo spagnolo gioca davvero bene e sembra che gli riesca tutto. Emblematico il punto che gli ha consegnato il terzo game, in cui ha piegato Jannik solo grazie a un lob molto, molto fortunato. Dallo 0-3, Sinner ci ha provato fino alla fine ed è stato bravissimo a restando aggrappato al punteggio, tenendo la battuta in un lunghissimo sesto gioco e ritrovandosi 0-30 nel game successivo. Alla fine, tuttavia, ad avere la meglio è stato Alcaraz, che fino all’ultimo punto ha continuato a spingere da fondocampo e ha meritatamente staccato il pass per la finale.