L’argentino non ha ancora iniziato la preparazione in vista del 2017. Per questo, ha annunciato di essere seriamente in dubbio per l'ATP di Auckland e l'Australian Open. L’obiettivo è di ripresentarsi in campo solo quando sarà al 100%. “Non ho bisogno di un allenatore, ma di star bene fisicamente”. E sulla Davis contro l’Italia…Il 2016 di Juan Martin Del Potro è stato un vortice di emozioni. Dai primi mesi così così al boom d’argento di Rio De Janeiro, le vittorie con tra dei Fab Four, il ritorno al successo nel circuito ATP e per ultima la gioia più grande, quella Coppa Davis diventata un sogno sempre più grande. Per uno che ha rischiato seriamente di non giocare più, e da troppo tempo combatte con un fisico di cristallo, è normale che dopo un’annata così non abbia alcuna fretta di rientrare in campo. Tanto che, probabilmente, salterà il primo Slam della stagione. Il motivo è scontato: la finale di Coppa Davis e i relativi impegni da vincitore ne hanno allungato tantissimo la stagione, tardandone l’inizio delle vacanze, e l’argentino non ha ancora iniziato la preparazione invernale. Visto quante ne ha passate negli ultimi anni, non ha alcuna intenzione di accelerare i tempi. “Il mio calendario è ancora da definire, sono iscritto a vari tornei ma da dopo la vittoria in Davis posso organizzarmi in maniera diversa. Non so ancora se andrò a giocare in Australia, perché potrebbe essere rischioso”, ha detto “Palito” in una sala dell’hotel InterContinental di Buenos Aires, durante la presentazione della Copa Peugeot, evento esibizione che fra una settimana lo vedrà affrontare per due giorni consecutivi David Ferrer. Inizialmente era prevista una sola data, il 27 dicembre alla DirectTv Arena di Tortuguitas (Buenos Aires), ma l’effetto Davis ha fatto esplodere le richieste, e i due hanno dato l’ok per scendere in campo anche il giorno successivo, al Polideportivo de Mar del Plata.
“IL RANKING NON È UNA PRIORITÀ”
I due impegni ne tarderanno ulteriormente la preparazione, rendendo quasi scontato il forfait dai primi due tornei della stagione, che viste le altissime temperature richiedono anche un sforzo fisico molto importante, che l’argentino – al momento – non sembra disposto a voler compiere. Il torneo di Melbourne era una buona occasione per raccogliere punti importanti, visto che nel 2016 (e anche l’anno precedente) non ha partecipato, ma la classifica non è affatto una priorità dell’argentino. “So che se giocassi un buon torneo salirei molto in classifica e potrei stare tranquillo per tutto l’anno, ma dopo aver atteso di rientrare per due anni penso che un Australian Open in più o in meno non faccia la differenza.  Dopo tutto quello che ho passato in questi anni il ranking non mi preoccupa. Mi preoccupa la forma, ed è in base a quella che penserò a come programmare la mia stagione. Insieme al mio kinesiologo (Diego Rodriguez, ndr) e tutto il team stiamo analizzando quale sia la priorità e sono tutti d’accordo sul fatto che prima venga la condizione fisica. Ciò di cui ho maggiore bisogno non è un allenatore, ma una persona che mi aiuti a prepararmi al massimo per poter competere tutto l’anno, cosa che non mi è riuscita nel 2016. Da qui ad Auckland mancano solamente quindici giorni, e se sono intelligente so che non mi conviene. Magari per disputare due tornei corro il rischio di saltarne di più in un altro momento della stagione”. 
DIFFICILE VEDERLO CONTRO L’ITALIA
La situazione dell’argentino riguarda da vicino anche l’Italia, che dal 3 al 5 febbraio farà visita alla nazionale albiceleste sulla terra battuta del Parque Sarmiento di Buenos Aires, per il primo turno della Coppa Davis 2017. Alcuni media argentini danno già per certa la sua assenza, mentre i più affidabili lasciano aperta almeno una porta. Anche se certe parole sembrano proprio anticipare il forfait. “Se mi sentirò bene ci sarò. Per il primo turno contro l’Italia devo ancora decidere, anche se si giocherà sulla terra battuta, una superficie che mi costa molta fatica. Oggi come oggi, se mi dicessero di giocare quel match, con tutta la tensione che comporta, preferirei fermarmi un attimo a godere di questo momento, che ci è costato tanta fatica. Quando sarò più tranquillo potrò stilare il mio calendario con più calma”. L’assenza dell’argentino cambierebbe completamente gli equilibri, con gli azzurri che partirebbero almeno alla pari. Nel corso della conferenza stampa, Del Potro ha parlato anche dell’impulso che il successo in Davis può dare all’intero tennis argentino, a patto che l’AAT investa in risorse e infrastrutture. “È un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. Questa Federazione è molto aperta, sa ascoltare e guardarsi intorno, e ora devono lavorare duramente per far fruttare la situazione, facendo in modo che finalmente nasca un vero Centro Tecnico Nazionale, dove i giocatori dai 10 ai 18 anni abbiamo a disposizione tutti i servizi necessari. Solo così il tennis argentino potrà raggiungere l’èlite mondiale”.

SOGNA RAGAZZO SOGNA (Riccardo Bisti)
DAVIS: ARG-ITA AL PARQUE SARMIENTO