Si allungano i tempi di recupero per la sfortunata Petra Kvitova, aggredita nella sua abitazione di Prostejov nella mattinata di martedì. Nelle ore immediatamente successive all'intervento, si era diffusa la voce che avrebbe impiegato tre mesi prima di iniziare ad allenarsi. Adesso arrivano dettagli ancora più precisi grazie a Radek Kebrle (nella foto in alto), il chirurgo che ha effettuato l'intervento. L'operazione è andata molto bene e non sono sorte complicazioni: se tutto andrà bene, Petra resterà bloccata a letto per due settimane, dopodiché inizierà un lento processo di riabilitazione, di circa 6-8 settimane. A quel punto potrà riprendere la racchetta in mano. Ma attenzione: impugnare la sua Wilson sarà un passaggio, giocare a tennis sarà uno step successivo. Nel migliore scenario possibile, tornerà a giocare dopo sei mesi. In pura teoria, appena in tempo per il suo amato Wimbledon, anche se “è troppo presto per segnalare una data precisa per il ritorno alle competizioni. Però Petra è pronta a tutto per tornare al massimo livello”. Le parole dei portavoce, ovviamente, sono improntate all'ottimismo, ma è legittimo avere qualche dubbio. La mano è un elemento molto delicato per un tennista. Come ha spiegato Michael Kessler, dottore interpellato dal New York Times, colpire una pallina con un tendine reduce da una lesione potrebbe essere molto complicato. “La racchetta da tennis è un'estensione del braccio, e non avere la stessa risposta che si aveva in passato può essere una bella sfida”
COLTELLO ALLA GOLA PER 10.000 SCUDIIntanto emergono altri dettagli sulla drammatica mattinata di martedì. La n.11 WTA stava facendo colazione prima di recarsi a Brno, dove era attesa per un evento di beneficenza. Sarebbe partita entro un quarto d'ora, quando è suonato il campanello. Un uomo alto circa 1.80 si è presentato come tecnico per la lettura dei contatori. Una volta entrato, l'incubo: sembra che l'aggressore abbia messo il coltello alla gola della Kvitova, minacciando di tagliarla. Istintivamente lei ha reagito, ferendosi la mano. A quel punto, con un bottino di 10.000 scudi, equivalente di 370 euro (e non 5.000 come inizialmente ipotizzato) è fuggito. La Kvitova ha immediatamente chiamato il suo manager, che si è rivolto a polizia e pronto soccorso. Portata all'ospedale di Prostejov, dopo le prime cure l'hanno trasferita nella clinica super-specializzata di Vysoke nad Jizerou (nella foto qui sopra), dove hanno optato per l'operazione.. In serata, mostrando lucidità e determinazione, la ceca ha descritto l'aggressore con dovizia di particolari, contribuendo a stilare l'identikit dell'aggressore, già diffuso dalla polizia di Prostejov. Dovesse essere catturato, l'uomo rischia fino a 10 anni di carcere per la rapina, molto di più se dovesse essere ritenuto responsabile di tentato omicidio.