Emergono nuovi dettagli sullo scandalo scommesse che potrebbe colpire il tennis cileno. Sembra che le indagini siano partite mesi fa, a seguito della denuncia di un tennista cileno. Stufo di assistere a incontri aggiustati con protagonisti i connazionali, si sarebbe rivolto all'ITF.

Come spesso accade in questi casi, una singola denuncia genera un effetto a cascata. 24 ore fa vi abbiamo relazionato sui possibili match combinati al torneo Futures di Talca, giocato a cavallo tra novembre e dicembre. Sarebbero sotto la lente d'ingrandimento i match con protagonisti Juan Carlos Saez e Ricardo Urzua. I due hanno preso malissimo le insinuazioni, tanto da promettere azioni legali. Tutto nasce da una mail inviata da un'agenzia polacca, in cui si manifestava una certa perplessità per il volume di scommesse su alcune partite. Sarebbe successo qualcosa di simile anche la settimana successiva, nel sesto Future cileno, giocato a Santiago, in cui un tennista si sarebbe lamentato per l'atteggiamento del suo avversario. La notizia, tuttavia, è un'altra: sembra che nel primo semestre del 2016 un tennista cileno abbia denunciato alcuni suoi connazionali. Tale informazione sarebbe già in possesso della Tennis Integrity Unit. Alla luce di questo, la TIU starebbe seguendo con attenzione i sospetti già da qualche mese. Sembra che il denunciante si sia rivolto alle autorità perché stufo di assistere a quello che succede nelle partite dei suoi connazionali. Alcuni testimoni avrebbero detto ai cronisti de “La Tercera”: “E' indignato del fatto che stiano succedendo queste cose, perché così il tennis viene sporcato da persone senza scrupoli che non rispettano la professione".

PEDRO BRAVO: "IL TORNEO NON C'ENTRA NIENTE"
Nel frattempo sono arrivate le prime reazioni su quanto accaduto a Talca, dove molti hanno storto il naso per l'andamento del match tra Saez e il giovane Alejandro Tabilo. L'evento era diretto da Pedro Bravo, volto piuttosto noto, ex arbitro internazionale. “Vorrei chiarire che il torneo non è soggetto ad alcuna indagine, ma quello che sarebbe successo è di totale responsabilità dei giocatori. Se davvero è successo, l'organizzazione non ha niente a che fare con l'accaduto”. Bravo ha rivelato che la comunicazione sui match sospetti è pervenuta direttamente a lui. “A quel punto l'ho immediatamente trasmessa sia all'ITF che alla federazione cilena. Loro la gestiscono e condividono i dettagli in forma confidenziale con la Tennis Integrity Unit. A sua volta, la TIU inizia a indagare nel rispetto dei suoi protocolli. Io ho inviato tutti i dettagli perché il torneo non può essere in alcun modo complice di queste situazioni”. In effetti, un articolo del regolamento anti-corruzione (nella sezione F2) stabilisce che l'assenza di collaborazione è considerata una grave violazione, definibile addirittura come “atto di corruzione”. Al di là del caso specifico, la sensazione è che nei tornei più piccoli la situazione sia ormai fuori controllo. Anche per questo, c'è grande attesa per conoscere i risultati dell'indagine della commissione indipendente nominata lo scorso gennaio, allo scopo di verificare l'efficacia dei programmi anti-corruzione nel tennis. La relazione dovrebbe essere depositata nei primi mesi del 2017.