La stagione dello scozzese inizierà con Abu Dhabi e Doha. L'idea è di spezzare in due il lungo viaggio per l'Australia, facilitando anche la presenza della famiglia. Con cinque finali negli ultimi sette anni, sta cercando di sistemare i dettagli per vincere finalmente a Melbourne. Il torneo gli si addice, ma gli è sempre sfuggito.

Nonostante la presenza di tanti campioni, l'esibizione di Abu Dhabi, pomposamente chiamata “Mubadala World Tennis Championship”, non vanta un grosso seguito. Tuttavia, anche quest'anno simboleggia l'inizio della nuova stagione. La nona edizione del MWTC ospiterà i primi match di Andy Murray, numero 1 del mondo che punta a diventare “indiscusso”. Nei primi mesi dell'anno ne avrà la possibilità, vuoi perché è reduce da 26 vittorie consecutive, vuoi perché i giochi di classifica gli daranno una mano, almeno fino ad aprile. Reduce da Miami, dove ha effettuato la preparazione invernale, Murray ha pronunciato le prime parole griffate 2017. “Penso sia una buona notizia il fatto che l'Australian Open arrivi così presto. Spesso ho giocato bene, arrivando vicino al titolo senza mai ottenerlo”. Quello di Abu Dhabi, dove ha svolto alcune attività promozionali insieme a Rafael Nadal, sembra un Murray molto rilassato. Lo status di numero 1 ATP sembra calzargli a pennello. Si trova a suo agio. “Dopo l'Australian Open ci sarà un periodo di 4-5 mesi prima dello Slam successivo. Sarà un periodo molto importante per me, in cui potrò concentrarmi bene su quali saranno i miei prossimi obiettivi”. Adesso, tuttavia, c'è da pensare al primo Slam dell'anno. Murray ha giocato cinque finali negli ultimi sette anni, ma non ce l'ha mai fatta. Nel 2010 l'ha stoppato Roger Federer, mentre Djokovic gli ha sbarrato la strada nel 2011, 2013, 2015 e 2016. “Ho sempre giocato bene in Australia, amo le condizioni, il torneo mi piace molto e mi presenterò con grande fiducia. Ovviamente non ho garanzie di vittoria, anche per questo proverò a fare qualcosa di diverso”. In effetti, l'avvicinamento a Melbourne sarà più graduale. Niente Hopman Cup, niente Brisbane, niente Sydney. L'agonismo si limiterà ai paesi arabi, con Abu Dhabi e l'ATP 250 di Doha. Per anni, Murray è stato il predatore. Adesso sarà la preda per tutti, a partire da Novak Djokovic.

OBIETTIVI SUL BREVE TERMINE
Alle ATP World Tour Finals ha gestito benissimo la pressione. Secondo Andy, sarà importante impostare obiettivi sul breve termine. “In passato, la strategia ha pagato. Quando guardavo a obiettivi distanti 5 o 6 mesi non ho ottenuto risultato positivi. Adesso non guardo oltre 1-2 mesi. Per questo è facile fissare Melbourne come obiettivo, poi dovrò restare concentrato nei mesi successivi”. L'allusione è alle campagne a Indian Wells e Miami, non sempre positive. Per questo, a febbraio proverà a rifinire il lavoro nel migliore dei modi. Tra le parole raccolte da Sport360, c'è anche una riflessione sul passato. Tra i tanti successi del 2016, l'oro olimpico ha un grosso valore, ma il traguardo più importante è stato il raggiungimento del numero 1. “Le Olimpiadi durano otto giorni, mentre per arrivare numero 1 ho dovuto lottare per tutto l'anno, fino all'ultima partita. E' stato un impegno molto gravoso, sia mentalmente che fisicamente. A fine anno ero stanco, molto di più rispetto alla fine delle passate stagioni”. Per questo, Andy si è preso due settimane di riposo assoluto prima di iniziare la preparazione, in cui ha cercato di migliorare su alcuni aspetti del suo gioco. “Oh, spero che il mio gioco di inizio 2017 sia migliore di quello di fine 2016”. Fosse davvero così, per gli avversari saranno dolori. Dopo Abu Dhabi, dove esordirà venerdì contro il vincente di Tsonga-Goffin, incrocerà Djokovic a Doha. “Avevo pianificato di tornare in Qatar con grande anticipo, non sapevo con esattezza chi ci sarebbe stato. In realtà ho pensato solo a fare qualcosa di diverso. Non credo di non aver vinto l'Australian Open a causa della preparazione, però adesso ho spezzato in due il viaggio. E questo faciliterà la presenza della mia famiglia. In passato mi sono divertito ad Abu Dhabi e Doha, spero che quest'anno la strategia funzioni. Mi sembra che a Djokovic sia andata bene….spero di fare altrettanto!”. E giù una risata. La risata del numero 1, sempre più consapevole di esserlo.