Esordio stagionale un po' laborioso per il serbo: a Doha supera 7-6 6-3 Jan Lennard Struff dopo aver perso i primi quattro game. “Era stato bravo lui, ma sapevo che se avessi trovato il ritmo sarebbe stato più semplice leggere il suo servizio”. Al secondo turno avrà un match interessante contro Zeballos, ma gli obiettivi sono ben altri.

L'inizio è stato da incubo, ma per Novak Djokovic è stato solo un falso allarme. All'esordio nel 2017, contro un onesto mestierante (Jan Lennard Struff, n.63 ATP), ha perso i primi quattro game. Terribile. Chissà quanti fantasmi sono passati nella sua mente, e in quella dei suoi tifosi. Invece ha rimesso in piedi il primo set (fondamentale), poi due break nel secondo gli hanno consentito di chiudere 7-6 6-3. Djokovic si conferma un incubo per i giocatori tedeschi, poiché quella con Struff è stata la 14esima vittoria di fila contro un teutonico. “Era il primo match dell'anno, non puoi mai sapere come sarà l'inizio – ha detto il serbo – per quanto tu possa esserti allenato bene nella offeason e nei giorni precedenti al match, la partita è sempre un'altra cosa”. Forte di un servizio notevole e forse ripresosi dai problemi invernali, con la causa intentata dalla sua ex allenatrice, Struff ha impressionato per un ventina di minuti. Ma a fare la partita era Djokovic, prima nel male e poi nel bene. “Ero un po' piatto con i piedi, però sono rimasto tranquillo e sapevo, o almeno credevo, che se avessi trovato il ritmo sarebbe stato più facile leggere il suo servizio. E' andata proprio così”.

CHE NOLE SARA' SENZA BECKER?
​Djokovic ha insistito sul concetto di primo match dell'anno, spiegando che è impossibile essere subito al top della condizione. “Ma credo di essere nella giusta direzione”. Al secondo turno, Nole se la vedrà con l'argentino Horacio Zeballos in un match che si presenta a senso unico, anche se Zeballos è conosciuto per aver battuto Nadal nella finale di Vina del Mar 2013, primo torneo per lo spagnolo dopo sette mesi di stop. Stavolta la situazione è diversa, ma le rotazioni mancine e la ricerca della rete, piuttosto costante, potrebbe anche creare qualche problematica al numero 2 ATP. Per Nole è stato il primo torneo senza il supporto di Boris Becker. Come un ritorno al passato, il suo team è guidato da Marian Vajda e c'è grande curiosità per vedere se ritroveranno l'alchimia che l'aveva portato a dominare il 2011, e chiudere il 2012 al numero 1 ATP. Certo, con Becker ha vinto sei Slam su dodici, giocando nove finali….insomma, la scelta è rischiosa. Ma solo chi rischia va incontro al cambiamento.