Curioso episodio all’ATP 250 di Chennai, dove il campione in carica Marin Cilic è uscito all’esordio, battuto a sorpresa dal qualificato Jozef Kovalik, numero 117 del mondo. Il servizio dello slovacco sul match-point è lungo di un palmo, ma non viene chiamato. E il croato, rimasto senza la possibilità di chiamare hawk-eye, non può farci nulla.

Fra i top-ten che hanno già esordio in questi primi quattro giorni di 2017, uno solo ha subito dovuto fare i bagagli per Melbourne. Si tratta di Marin Cilic, tornato a Chennai a cinque anni dall’ultima volta, ma decisamente meno fortunato rispetto alle edizioni 2010 e 2011, quando raccolse due dei suoi primi quattro titoli in carriera. Il grande atteso dell’evento indiano ha “steccato” la prima contro il qualificato slovacco Jozef Kovalik, che nel 2016, sotto la supervisione di Karol Kucera, ha finalmente trovato la via per puntare ai primi 100 del mondo, ottenendo buoni risultati nei Challenger e iniziando a mettere il naso anche nel Tour. Ma il famoso “muro” ancora non l’ha sfondato, ed è per questo che l’esordio di Cilic pareva poco più di una formalità. Invece il croato è parso un lontano parente del giocatore capace di vincere uno Slam e un Masters 1000, e si è arreso per 7-6 5-7 7-5 dopo una battaglia di 2 ore e 48 minuti con un finale raro, visto che l’ultimo punto è stato sì deciso da una palla fuori. Ma del vincitore!

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Dopo aver mancato un paio di chance per recuperare il break e giocarsi un nuovo tie-break, nell’ultimo game Cilic ha sprecato la terza e ultima possibilità del set di chiamare occhio di falco sulla terza palla-break, sbagliando a valutare largo un servizio del rivale abbondantemente dentro al campo. Così si è trovato costretto a giocare gli ultimi due punti senza la possibilità di chiedere l’intervento dell’occhio elettronico, e ne ha pagato le conseguenze. Sul primo match-point in suo favore, infatti, Kovalik ha servito una prima palla lunga di un palmo (come evidenziato dal video qui sopra, al minuto 12:35), ma né il giudice di linea né il giudice di sedia l’hanno valutata fuori. Cilic si è accorto, ha indicato all’arbitro che la palla era lunga, ma non ha potuto farci nulla ed è stato costretto ad accettare la decisione. Curioso che l’abbia fatto in silenzio, senza protestare: è vero che non sarebbe servito a nulla, ma tanti suoi colleghi sarebbero andati in escandescenza. E con la ragione dalla propria parte. Una volta tanto.