A due anni e mezzo dall’ultima volta, Grigor Dimitrov torna al successo nel circuito ATP, completando la sua settimana perfetta sul cemento di Brisbane. Dopo Thiem e Raonic fa fuori anche Kei Nishikori, e accende di nuovo le speranze sul suo futuro. Che sia la volta buona?Due anni e sei mesi, praticamente un’eternità. Tanto ha dovuto attendere Grigor Dimitrov per tornare ad alzare un trofeo nel circuito maggiore, ma la prima settimana del 2017 potrebbe aver restituito al Tour uno dei papabili protagonisti. Il venticinquenne bulgaro ha fatto centro sul cemento di Brisbane, dove nel 2013 si era fermato in finale contro Andy Murray, mentre quattro anni dopo ha superato per la prima volta in carriera Kei Nishikori, chiudendo 6-2 2-6 6-3 dopo tre set qualitativamente tutt’altro che eccelsi. Lo scalpo del giapponese – con Raonic e Thiem – completa il trittico di top-ten piegati dal talento di Haskovo durante la settimana: meglio di così il suo 2017 non sarebbe potuto cominciare. L’avvio di match – come del resto i pronostici della vigilia – lasciava intravedere orizzonti diversi per il giapponese, promesse e premesse che tuttavia sono rimaste tali. Nishikori soffoca Dimitrov nei primi quattro game, ma non lo stritola: manca tre palle break e tanto basta a perdere il filo logico del match. In modo decisamente inspiegabile per quanto visto nei primi game, Dimitrov spicca il volo infilando 4 giochi consecutivi che lo portano in un amen a incamerare il primo set sul 6-2. Il bulgaro varia col rovescio e alza le traiettorie col dritto, Nishikori d’altra parte cristallizza la direzione del servizio sul dritto avversario e non riesce più a incanalare lo scambio sulla diagonale prediletta, la sinistra. La finale sarebbe potuta essere molto più rapida se il passante di Dimitrov avesse trafitto Nishikori sulla palla break offerta dal nipponico in apertura di secondo set. Il black-out del numero 5 del mondo si stava trasformando in una rottura prolungata da k.o., ma il tennis vive di momenti ed episodi e con una scelta coraggiosa – primo serve&volley della sua partita – Kei si toglie dai guai. In questa partita chi non sfrutta le chance poi si scioglie. Così fa Dimitrov che, come Nishikori nella prima frazione, perde improvvisamente certezze e anche quattro game di fila, per un altro 6-2 che forza la finale al set decisivo.FIRST OF THE REST
È nel “decider” che Dimitrov marca la differenza, aiutato sicuramente da un Nishikori non al 100% e soprattutto dal pieno di fiducia figlio delle vittorie degli ultimi giorni. Il giapponese soffre nei propri turni di battuta, mentre Grisha li accantona agevolmente. Lo squarcio del match arriva nell’ottavo game quando il nipponico sciupa il 30-0 di vantaggio consegnandosi al rivale con due banali gratuiti di rovescio. L’ultimo game non è che una formalità, per un Dimitrov quasi incredulo dopo l’ultimo quindici sfilato via dopo un’ora e 48 minuti di gioco. Bello, anzi bellissimo l’abbraccio del bulgaro al suo staff, che racchiude tutta la gioia di un giocatore arrivato vicino a perdersi, ma che ora sembra ritrovato. Fra i leitmotiv del 2017 ci sarà quello di scovare il first of the rest, il primo tra i comprimari di lusso alle spalle del duopolio Murray-Djokovic. Nishikori è già un membro stabile del gruppetto di testa e, ovviamente, a lui è richiesto lo step in più, la zampata nei Major, vero spartiacque nel giudizio di una carriera. Dimitrov, invece, vuole entrare – anzi rientrare – nell’élite dei primi dieci, che grazie al successo nel Queensland dista appena cinque posizioni e meno di 900 punti. La speranza è che il suo quinto titolo in carriera, e soprattutto il modo in cui se l’è andato a prendere, non sia l’ennesima promessa illusoria, ma una base su cui edificare un’annata da protagonista.
ATP 250 BRISBANE – Finale
Grigor Dimitrov (BUL) b. Kei Nishikori (JPN) 6-2 2-6 6-3
GLI HIGHLIGHTS DELLA FINALE
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