Le parole di Carlos Alcaraz ad Eurosport alla vigilia del torneo Masters 1000 di Miami. Lo spagnolo è tornato sul proprio infortunio e sulla lontananza dai campi, prima di guardare verso il futuro, i prossimi tornei ma non solo.

Carlos Alcaraz arriva a Miami da campione in carica e, soprattutto, con il titolo di Indian Wells appena conquistato. Lo spagnolo ha rilasciato una interessante intervista a Eurosport, in cui ha parlato del periodo di lontananza dai campi a causa dell’infortunio e degli obiettivi che si sta prefigurando per il futuro, non solo prossimo. “Quando ripenso al tempo in cui sono stato senza giocare mi rendo conto di aver capito molte cose. A causa dell’infortunio ho perso l’Australian Open, e avevo molta voglia di andarci. – Ha iniziato Alcaraz. – Un infortunio può capitare a chiunque. Quello che è importante è fare tutto bene anche fuori dal campo, e non lo stavo facendo al 100%. Parlo di riposare, dell’alimentazione, queste cose. A prescindere dall’infortunio ho imparato che bisogna mantenere una routine e fare tutto bene per restare al top”. Il ritorno è avvenuto a distanza di mesi, a Buenos Aires, torneo che il diciannovenne ha vinto dimostrando da subito una condizione invidiabile: “Non sono stati giorni facili per me, dovevo essere concentrato e pensare di dovermi allenare per tornare più forte. Ho lavorato a lungo con la mia psicologa, mi aiuta sempre molto. Ho pensato al caso di Nadal mentre facevo il mio periodo di recupero: i grandi giocatori che stanno tanto tempo fuori tornano e vincono subito il primo torneo. Volevo essere uno di questi giocatori. Questi ritorni vittoriosi mi hanno motivato: quello che ha fatto Rafa all’Australian Open 2021, ma anche Djokovic spesso ha fatto così. Erano esempi d’ispirazione per continuare ad allenarsi.

Ora è il turno della Florida, a Miami, torneo che lo spagnolo ha vinto l’anno scorso, dando inizio a una grandiosa striscia di successi: “Da Miami inizia un periodo in cui devo difendere molti punti(l’anno scorso vinse il torneo, poi il 500 di Barcellona e il Masters 1000 di Madrid). Alla fine voglio solo stare davanti nel ranking, ma è importante la race. Non voglio preoccuparmi troppo per i punti da difendere, penso solo ad andare al torneo, divertirmi e fare il meglio possibile”. Quando a 19 anni si diventa numero uno, si ha già in bacheca uno Slam, oltre ad altri sette trofei del circuito maggiore, è normale essere visti come un modello: “Cerco di non pensare all’essere o meno un’icona sportiva o un modello per i giovani. Voglio continuare a fare quello che faccio, cercando di migliorare. Amo giocare a tennis e amo vincere, sono molto competitivo. Cerco sempre di giocare a tennis con allegria, mi considero una persona allegra fuori dal campo e provo a portare questa mia caratteristica anche in campo. Il mio stile di gioco mi permette di divertirmi in campo, non rende il ritmo monotono, mi piace inventare, giocare colpi che non si vedono tutti i giorni.

Il futuro del ragazzo di Murcia sembra roseo, e Alcaraz guarda già molto lontano: “Alla fine della mia carriera mi piacerebbe essere ricordato come una buona persona, una persona normale, naturale e allegra. La naturalezza e l’allegria sono due cose alla base del mio gioco in campo. Senza di loro, il mio tennis non è lo stesso. Per un futuro meno lontano, però, lo spagnolo ha le idee chiare: “Come obiettivo per l’anno devo vincere uno Slam e qualche torneo Masters 1000. Voglio vincere contro Nadal e Djokovic, non per togliergli qualche titolo Slam o far sì che non siano ricordati come i migliori di sempre, semplicemente per cercare di scrivere la mia storia. Voglio vincere molti Slam, sono ambizioso. Sogno di essere uno dei più grandi della storia, devo pensare in grande”.