A una dozzina di giorni dal pericolo scampato a Doha, quando Novak Djokovic ha dovuto annullare cinque match-point a Fernando Verdasco, l’arrivo dell’Australian Open cambia tutto. Il serbo non emoziona ma gli basta un match sufficiente per tenere lo spagnolo a distanza e chiudere in tre set.Senza il precedente della semifinale di Doha di inizio anno, incontro nel quale Novak Djokovic ha prevalso su Fernando Verdasco dopo aver salvato 5 match point ed essere stato dominato a lunghi tratti, questo primo turno degli Austrlian Open, dove lo scontro si ripete, sarebbe stato un match qualunque, senza troppa attenzione. E forse, anche se lo spagnolo è un ex semifinalista, non sarebbe finito nemmeno nella sessione serale. Verdasco è giocatore capace di regalare emozioni e spettacolo. Ma è soprattutto, suo malgrado, giocatore cui la pressione ha sempre tarpato, se non strappato, le ali. Tanto basta perché una versione buona ma non perfetta dell'ex numero 1 al mondo ne venga a capo in tre set, 6-1 7-6 6-2, in una partita che ha lasciato davvero poco spazio al bel gioco. Il primo set scorre via sin troppo velocemente. Verdasco sembra aver i piedi incollati al campo. Pesante nei colpi, completamente incapace di trovare il ritmo, contro un giocatore che te lo concede solo nelle giornate peggiori. Trovarsi sotto 5-0 è un attimo. Nole potrebbe chiudere il set con un bagel, ma non concretizza i due set-point gentilmente offertigli da Nando al servizio. Poco male, il serbo chiude sul 6-1 dopo 31 minuti di gioco. Il secondo set è quanto di più brutto si possa vedere su un campo da tennis. 42 errori non forzati messi assieme dai due contendenti, Nole che si distrae sin troppo dalla facilità dell'incontro, cede per ben due volte il servizio e si salva dal concederne un terzo. Nando, dal canto suo, che non vuole saperne di concretizzare i break di vantaggio e li restituisce entrambi. E nel nono e undicesimo gioco salva cinque palle break.
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UN PAIO DI PUNTI DECIDONO IL SECONDO SET
Il tiebreak è la soluzione più ovvia e salvifica. Fosse un quinto set si andrebbe avanti per ore. Nel gioco decisivo, Nole ritrova un attimo concentrazione e si issa sul 3-0. I quattro punti consecutivi di Verdasco, sono solo l'ennesima illusione che questa partita possa avere un senso. Ne arrivano altri quattro consecutivi, da parte di Novak. Che chiude il set e sorride sollevato. Dopo aver trascorso l'intero parziale a scuotere la testa schifato e a “complimentarsi” con se stesso per il tennis, non eccelso, messo in mostra. Il terzo set è il finale di un film già scritto e già visto. Si scommette solo su quanti break il serbo riuscirà a strappare ad un Nando con la testa sotto la doccia. E di break Nole ne piazza due, chiudendo il set (e il match) per 6-2, in 38 minuti. Con Verdasco che fa solo da mera comparsa. Finisce la partita, con Nole che esulta, manda abbracci e mostra i pugni in cielo. E con Verdasco che scappa subito negli spogliatoi, al termine di una partita dove non ha mai dato spazio alla sua follia, tanta la passività mostrata, financo nel secondo set, dove non ha approfittato di un Nole distratto. 56 errori non forzati in tre set sono davvero troppi, figurarsi contro Djokovic. Tanto che a Novak, per passare questo primo turno senza rischiare più del dovuto, è bastato metterne assieme “solo” 34. La disanima di Nole a fine partita è perfetta: “il secondo set si è deciso su un paio di punti, lui prende grandi rischi, a volte funziona e a volte no. Il primo e il terzo set ho giocato bene e rischiato poco”. Significa che da quelli vuole ripartire. E ripartirà.
 
AUSTRALIAN OPEN 2017 – Primo turno uomini
Novak Djokovic (SRB) b. Fernando Verdasco (ESP) 6-1 7-6 6-2