Benoit Paire, dopo un 2022 disastroso e che l’ha visto scendere in ranking fino alla posizione numero 217 (ricoperta lo scorso febbraio), sta ritrovando se stesso e risultati degni delle sue qualità, quelle di un tennista che è stato, meritatamente, anche tra i primi 20 del mondo: il transalpino, allora, ha aperto il suo cuore in un’intervista presso L’Équipe
Benoit Paire, dopo un 2022 disastroso e che l’ha visto scendere in ranking fino alla posizione numero 217 (ricoperta lo scorso febbraio), sta ritrovando se stesso e risultati degni delle sue qualità, quelle di un tennista che è stato, meritatamente, anche tra i primi 20 del mondo. Il mese di marzo si sta rivelandro particolarmente fruttuoso per lui: Paire, infatti, ha pochi giorni fa conquistato il titolo nel Challenger 100 di Puerto Vallarta e, presentatosi nelle qualificazioni al Masters 1000 di Miami grazie ad una wildcard, non ha assolutamente deluso gli organizzatori, vincendo 6-2 6-4 contro Gijs Brouwer e 6-4 4-6 7-5 ai danni di Thanasi Kokkinakis. Adesso, l’ex 18esima forza del ranking è nel tabellone principale in Florida e, nella classifica live, è già salito al 163esimo posto.
“Mi ha fatto molto piacere superare le qualificazioni qui a Miami – ha affermato un sorridente Paire nel corso di un’intervista presso L’Équipe –, ma anche vincere il titolo a Puerto Vallarta. Il fatto di aver vinto qualche partita, di aver riacquistato un po’ di fiducia, mi fa sentire di nuovo in gioco. So che il mio livello di gioco non era andato via, dovevo solo rimettere la testa a posto, ritrovare un po’ di fiducia e un po’ di forma fisica, cosa che ho fatto nelle ultime settimane. Il lavoro sta pagando e sono molto contento dei miei ultimi risultati. Ho ritrovato il piacere di stare in campo, qualcosa che avevo perso e che è molto importante per me. Negli ultimi anni, è stato molto duro il percorso nella mia testa e quindi il mio corpo ha avuto un rifiuto del tennis: non avevo più voglia di muovermi, più voglia di fare sforzi”.
Paire ha mai pensato al ritiro? “No, non ci ho mai pensato. Fare delle pause sì, perché sentivo che la mia testa non stava bene. Non è ancora, in ogni caso, tutto tornato al suo posto: ero numero 18 del mondo, quindi per me ci sono ancora molti passi da fare per poter dire di essere davvero tornato. Qui il mio livello è buono, quello che ci vuole ora è riuscire a vincere il maggior numero possibile di partite per ritrovarmi il più rapidamente possibile nella Top 100, tornare così a disputare i tornei che mi piacciono di più. Èstato difficile per me è giocare un Challenger a Waco mentre nel frattempo c’erano Dubai e Acapulco, tornei che ho giocato per dodici-tredici anni”.
“È stato bello avere il sostegno della mia famiglia e dei miei amici quando le cose non andavano bene – ha proseguito Paire –. È stato molto importante per me. Oggi va meglio, quindi è più semplice per me sul campo e sono contento che i miei amici vengano a vedermi e a sostenermi. Ho, tuttavia, passato periodi molto difficili in cui ho letto sulla stampa cose molto negative: ‘Per Benoit è finita?’ e domande di questo genere”.