Il maiorchino rischia di farsi trascinare al quinto set da Gael Monfils, ma dal 4-2 al quarto il francese perde la bussola. Nei suoi primi quattro incontri “Rafa” ha dato tante indicazioni positive, mettendo la giusta quantità di tennis nelle gambe. Per ritrovare la semifinale in uno Slam a tre anni dall’ultima volta dovrà battere Milos Raonic.Nei primi due set ho controllato facilmente, ho avuto l'opportunità nel terzo di chiudere la partita, poi ho giocato un brutto game. È una bella notizia che sono ai quarti, dopo tutto questo tempo e tutto quello che mi è successo. E adesso l'importante è che io stia giocando bene”. Il riassunto, perfetto, dell'incontro tra Rafael Nadal e Gael Monfils, sta tutto nelle parole dello spagnolo nell'intervista a fine partita, risolta con il punteggio di 6-3 6-3 4-6 6-4. Non ci sono molti presupposti alla vigilia di questo incontro. Nei quattordici precedenti, il francese ne è venuto a capo solo due volte, entrambe a Doha. E nell'ultima disputa su questi campi, nel 2014, il malcapitato Gael ha racimolato la miseria di sei giochi. È migliorato, Monfils, con coach Mikael Tillstrom al suo fianco. Ha limato molti dei suoi limiti mentali e fisici e si è issato fino alla posizione numero 6 nel ranking. Ma tutto questo non basta, tutto questo non serve. Una partita come questa contro Rafa Nadal, Monfils deve ancora dimostrare di saperla vincere. Tatticamente ancor prima che fisicamente. E tatticamente l'unica scelta da evitare è quella di farsi comandare da Nadal e rimanere tre metri fuori dal campo. Ma l'inclinazione suicida del francese, nemmeno Tillstrom riuscirà mai ad estirparla. Nella prima ora e mezza di gioco, a Monfils non riesce nulla. Il servizio viaggia su percentuali che non arrivano al 50. Mai propositivo, il linguaggio del corpo che parla di un giocatore che non ha la minima idea di cosa fare. E di là non c'è affatto il miglior Rafa. Come dall'inizio del torneo, lo spagnolo riesce a mettere in piedi il suo gioco solo a tratti. Quanto basta per riuscire a condurre quando l'avversario ne è complice NON ARRIVA IN SEMIFINALE DA PARIGI 2014
Ma se in passato Nadal tirava il fiato solo negli spogliatoi, ora sono molti gli sprazzi in cui si rilassa. Pur in una partita in assoluto controllo, troppe le occasioni concesse e altrettante quelle non sfruttate. Quelle che possono permetterti di chiudere anzitempo un match vinto ancor prima di cominciare: il servizio, indolore, perso nel sesto game del secondo set. Quello dell'illusione che possa esserci una partita, nel nono del terzo set. Con tre gratuiti tutti insieme. Da parte di un Rafa che ai bei tempi tre gratuiti li concedeva in un set. Con Monfils che riesce poi a chiudere il set, dopo essersi inabissato sullo 0-40 e aver, solo grazie ad un istante di lucidità ritrovato il servizio. E infine il passaggio a vuoto, con l'aiuto di un nastro sfortunato, nel quinto game del quarto set. Un break che può mettere tutto in discussione, ma che è soltanto una mera illusione. Non può bastare a Monfils l'essersi messo a giocare sul serio da una mezz'oretta. Il vantaggio dura un niente. Dal 4-2 in favore del francese, si ritorna allo spartito iniziale. Con Nadal feroce quanto basta e un Monfils che si dimentica come si fa a servire e non sa (quasi) mai come rispondere. Quattro giochi a fila, pugno al cielo per Rafa. E l'attenzione e la tensione che si spostano all'incontro dei quarti. In palio c’è la semifinale semifinale Slam da quasi tre anni, ma dall’altra parte della rete ci sarà un giocatore, Raonic, molto meno incline all'autolesionismo, e che l’ha appena battuto a Brisbane. “Milos gioca in maniera molto offensiva e servire come serve lui gli permette di stare tranquillo. Devo stare molto concentrato sul mio di servizio, perché sul suo non avrò molte chance“. Il pur brillante Nadal di questa sera potrebbe non bastare.

AUSTRALIAN OPEN 2017 – Ottavi di finale

Rafael Nadal (ESP) b. Gael Monfils (FRA) 6-3 6-3 4-6 6-4