È dal titolo del 2016 a San Pietroburgo, foriero del tanto atteso posto fra le prime 10 del mondo, che Roberta Vinci non gioca una semifinale a livello WTA. Proverà a riconquistarla proprio in Russia: fuori dal campo ha iniziato… col botto, dentro invece ha dovuto soffrire, ma si è presa un buon successo contro Timea Babos.
Il tennis è uno sport meritocratico: fa poche preferenze e non guarda in faccia a nessuno. Ma è indubbio che in questo avvio di stagione Roberta Vinci sia un tantino a credito con la sorte. A Brisbane stava giocando un buon tennis e si è trovata di fronte una Karolina Pliskova fuori portata, mentre all’Australian Open le è andata malissimo: ha pescato al primo turno Coco Vandeweghe, la più forte fra le giocatrici non comprese fra le teste di serie (e si è visto…), ed è stata costretta a inchinarsi. Ma il bello del tennis è – anche – che da una settimana all’altra tutto può cambiare. La tarantina ha la prima possibilità di rifarsi sul cemento di San Pietroburgo, torneo che le evoca alcuni dei ricordi più piacevoli della sua vita. Il titolo del 2016 non sarà paragonabile alla vittoria contro Serena Williams a New York, ma è proprio grazie a quel successo, il decimo in carriera ma il primo a livello Premier, che è riuscita a raggiungere l’obiettivo top-10 rincorso per anni, e accarezzato a più riprese nel 2013. Conquistato quel traguardo le motivazioni sono cambiate, forse involontariamente un pochino calate, ma la scelta di continuare anche nel 2017 dimostra che l’azzurra ha ancora voglia di farsi notare. Lunedì l’ha fatto fuori dal campo, sparando dal cannone della St.Paul’s Cathedral durante una visita organizzata per le giocatrici, e all’indomani ha raccolto un bel successo al primo turno contro un’avversaria impegnativa come l’ungherese Timea Babos, numero 30 della classifica WTA, sconfitta per 6-3 3-6 6-4.
CHIUSURA DA VINCI, CON UNA MAGIA
Gli ultimi due precedenti, il più recente lo scorso anno proprio a San Pietroburgo, anticipavano una battaglia e battaglia è stata, agevolata dalle condizioni particolarmente lente del campo allestito alla Sibur Arena. La 23enne di Sopron, prima esclusa dalle teste di serie, è ancora a caccia della prima vittoria stagionale, e ci è andata molto vicino riuscendo ad alzare il ritmo nel secondo set e salire sul 3-1 al terzo, iniziando a colpire sempre più forte. Ma la reazione della Vinci è arrivata in tempo. Dall’1-3 la pugliese ha vinto tre game di fila, salendo sul 4-3, e poi è stata bravissima nel testa a testa finale. Ha mancato una palla del 5-3, poi ne ha salvate due che avrebbero mandato la rivale a servire per il match, e nel decimo game ha trovato il break decisivo, chiudendo con due punti d’altra scuola. Nel primo ha tirato due slice di rovescio a cinque centimetri dalla riga, obbligando la rivale ad accorciare e colpendo un diritto vincente; nel secondo ha mosso la palla sempre con lo slice, fino a inventarsi uno splendido attacco in controtempo che ha colto di sorpresa l’avversaria, e chiudere con una precisa volèe. Cose che a livello femminile si vedono solamente nei suoi incontri. Nell’intervista post-match, “Robi” ha detto di amare il torneo e conservare ricordi magici dall’anno scorso. Buon segno: spesso la memoria positiva aiuta. Se vorrà darsi la possibilità di tornare in una semifinale WTA che le manca proprio da 12 mesi, gli servirà eccome al secondo turno. Per tenere a bada le bordate di una Andrea Petkovic sempre pericolosa.
WTA PREMIER SAN PIETROBURGO – Primo turno
Roberta Vinci (ITA) b. Timea Babos (HUN) 6-3 3-6 6-4
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