Si avvicina la sfida fra Argentina e Italia, da venerdì a Buenos Aires. “Siamo leggermente favoriti”, dicono Fognini e Barazzutti, mentre Orsanic tira un sospiro di sollievo: Schwartzman ha sciolto i dubbi e ci sarà (“al 100% della forma”). Nel frattempo, martedì sera ha fatto visita al team argentino Juan Martin Del Potro.
Prosegue senza intoppi l’avvicinamento dell’Italdavis al primo turno del World Group 2017, che vedrà gli azzurri ospiti dei campioni in carica dell’Argentina sulla terra battuta del Parque Sarmiento. Dopo la pioggia di martedì, che ha obbligato le due formazioni ad allenarsi sui campi al coperto del club “El Abierto”, poco distante dal centro multi sportivo scelto per il via alla difesa del titolo del 2016, a Buenos Aires è tornato il sole e soprattutto una temperatura vicina ai 30 gradi. Dando una sbirciata al meteo, potrebbe cadere qualche goccia di pioggia nel tardo pomeriggio di sabato, e in generale non farà mai particolarmente caldo. Una buona notizia per gli azzurri, che – anche a giudicare dai social – stanno vivendo la trasferta in maniera molto distesa. “Siamo qui da domenica – ha detto il capitano azzurro Corrado Barazzutti, curiosamente presente in tutti i tre precedenti fra i due team: nel 1983 da giocatore e poi due volte da CT – e l’avvicinamento alla sfida prosegue a dovere. I ragazzi si stanno allenando bene, e sappiamo di avere una squadra in grado di fare risultato contro qualsiasi avversaria. Apparentemente siamo favoriti a causa delle loro assenze, ma sarà un incontro assolutamente equilibrato. Nonostante manchino Del Potro e Delbonis l’Argentina ha comunque dei giocatori validissimi, che in Coppa Davis sanno diventare pericolosi. La Davis è fatta anche di tennisti sulla carta meno forti ma capaci di risultati importanti”.
SINGOLARI: CHI A FIANCO DI FOGNINI?
Anche i media argentini danno qualche chance in più agli azzurri, e nella conferenza stampa di martedì hanno puntato l’attenzione su Fognini, ritenuto l’elemento più pericoloso dell’Italia, sia per quanto mostrato in carriera sia perché in Davis è stato spesso fondamentale, e nel precedente del 2014 firmò tutti i tre punti azzurri. “In Argentina mi trovo sempre bene – ha detto Fabio –, qui ho un sacco di amici e torno sempre volentieri. Vedo l’Italia leggermente favorita, ma dovremo fare attenzione”. Dando per scontato che il ligure venga schierato in singolare, resta da capire chi fra Lorenzi e Seppi lo affiancherà nella prima giornata. I due sembrano partire sullo stesso piano: Lorenzi è il più avanti nel ranking e arriva da un 2016 straordinario, mentre Seppi il più in forma secondo l’Australian Open. Domani mattina la decisione di Barazzutti. Pare invece certo che Simone Bolelli giocherà il doppio con Fognini. Il bolognese, che a Pesaro si era presentato in stampelle dopo l’operazione al ginocchio, è in Sudamerica già da parecchie settimane ad allenarsi con Eduardo Infantino, promosso a coach full-time e con lui anche in Davis. Ha confessato di dover stare ancora attento a non forzare il tendine, ma proprio oggi ha svolto con Giorgio Galimberti degli esercizi specifici sugli schemi del doppio. Più chiaro di così… ARRIVA DEL POTRO, MA SOLO PER CENA
Dopo numerosi dispiaceri è finalmente arrivata una buona notizia anche per il povero Daniel Orsanic, cittì dell’albiceleste. Dopo una sessione d’allenamento molto intensa, Diego Schwartzman ha sciolto i dubbi e confermato che sarà della partita. “La situazione è migliorata e ci sarò – ha detto il “Peque” –, ora tocca al capitano decidere quando farmi giocare”. Resta strano il fatto che fino a martedì si parlasse di “forte contrattura” all’adduttore, mentre solamente 24 ore dopo il numero uno dell’Argentina (e 53 del mondo) abbia detto di sentirsi al cento per cento. Nella giornata di martedì ha parlato anche Orsanic, che sul discorso dei forfait ha spiegato come il team praticamente lo stesso in gara all’esordio nel 2016 (con Schwartzman invece di Olivo), e che dodici mesi fa non si parlasse di assenze. È vero, ma un conto è affrontare la Polonia di Przysiezny e Hurkacz, un altro è sfidare l’Italia al completo. Sulla carta, il più pericoloso dei convocati argentini potrebbe essere Leonardo Mayer: ha la classifica peggiore del quartetto (147 ATP), ma è stato numero 21 del mondo meno di due anni fa, viene da oltre un mese di riposo e ha il morale a mille per la nascita del figlioletto Valentino, lo scorso venerdì. “Fisicamente sto alla grande – ha detto lo “Yacarè” – e mentalmente ancora meglio, dopo un lungo periodo passato a casa, lontano dalle fatiche del circuito. Mi manca un po’ di ritmo partita, ma sono sicuro di recuperarlo in fretta”. Nel frattempo, martedì sera a Buenos Aires è comparso anche Juan Martin Del Potro, che ha abbandonato la preparazione invernale a Tandil per recarsi all’Hotel Sheraton, dove alloggia la squadra argentina. Ma niente paura: ha raggiunto la Capitale solo per incontrare i compagni e cenare insieme al team. Nessun ripensamento.
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