COPPA DAVIS – Un immenso Carlos Berlocq porta sul 2-2 il duello fra Argentina e Italia, sfoderando una prestazione "monstre" contro Paolo Lorenzi. In un match durissimo, interrotto due volte dalla pioggia, porta a oltre undici le ore passate in campo nel week-end e vince 6-3 al quinto set. Rimandato a lunedì il singolare decisivo. E ora l’Italia trema.
Quel dritto steccato da Fabio Fognini, sul match-point azzurro nel doppio di sabato, pesa ogni minuto di più. La sfida fra Argentina e Italia poteva finire lì, con un 3-0 magari un po’ ingeneroso per i padroni di casa, ma guadagnato sul campo. E invece no, perché l’Argentina in Coppa Davis non muore mai. L’avevano dimostrato con Juan Martin Del Potro e Federico Delbonis nella finale dell’edizione 2016, e l’hanno ribadito alla prima uscita da campioni in carica con un Carlos Berlocq monumentale, capace di superarsi un’altra volta e firmare il punto del 2-2 battendo Paolo Lorenzi per 4-6 6-4 6-1 3-6 6-3, dopo una battaglia iniziata alle 11 del mattino e terminata – a causa di due lunghe interruzioni per pioggia – intorno alle 19.30. E pensare che “Charly” non era nemmeno stato convocato, poi l’assenza di Horacio Zeballos ha liberato un posto, Daniel Orsanic ha scelto lui e l’ha pure schierato da numero uno, e il 34enne di Chascomus si è messo in pole position per diventare l’eroe del week-end di Buenos Aires.

O forse l'eroe lo è già, indipendentemente da come andrà a finire il singolare decisivo, rimandato a lunedì a causa dell'oscurità. Il suo attaccamento alla maglia albiceleste renderebbe orgoglioso Dwight Davis, il compianto fondatore dell’Insalatiera: è stato in campo oltre sette ore fra venerdì e sabato, ma se n’è fatte volentieri altre quattro abbondanti alla domenica e ha finito da Hulk Hogan, come piace a lui, prima trattenendo a stento le lacrime e poi strappandosi la t-shirt dell'albiceleste davanti al pubblico festante. Gli stop per pioggia hanno scremato gli spettatori del Parque Sarmiento, ma chi ha resistito è stato premiato con l’ennesima pagina felice della “vita da mediano” di Berlocq: non ha avuto la benedizione degli dei del tennis, ma se ci fosse un ranking di grinta, determinazione e umiltà sarebbe un Fab Four, alla faccia (anche) di un Paolo Canè che su Facebook l’ha definito “un buon 2.2/2.3”. A tennis si vince in tanti modi, anche con gambe, attributi e atteggiamento sempre positivo, e Berlocq ne è l’emblema. 
BERLOCQ BATTE LORENZI, L’ARBITRO E LA FATICA
Tuttavia, sarebbe ingeneroso non riconoscere il modo splendido con cui l’argentino è andato a vincere sia il terzo sia il quinto set, quando il vento – nemico delle sue aperture ampie – si è finalmente calmato. Doveva essere lui il primo a calare, aveva nelle gambe cinque ore di fatiche in più di Lorenzi, invece ha preso forza nella bagarre e spinto dal calore delle bandiere argentine ha tirato fuori un rendimento incredibile. Le prendeva tutte, le rimetteva in campo tutte, si inventava delle splendide smorzate e sembrava poter non sbagliare per ore. Lorenzi ha faticato col servizio ed è stato un po’ meno preciso del solito dal punto di vista tattico, così l’argentino ha preso in mano il pallino del gioco e spezzato l’equilibrio con un break sul 2-1. Si è capito subito che recuperare sarebbe stato molto molto complicato. “Paolino” ci ha provato, come suo solito, ma è andata male. Berlocq colpiva sempre più forte, il suo celebre grunt si sentiva da sempre più lontano, e per fermarlo non è bastato nemmeno una terribile svista arbitrale. Sulla palla-break del 5-1 il giudice di sedia ha sbagliato segno nel valutare un rovescio di Lorenzi chiaramente largo, dando il punto all'azzurro. C’è stata una lunga discussione, “Charly” (e il capitano Orsanic) ha provato a fargli cambiare idea, ma ha dovuto accettare la scelta.

Altri avrebbero letteralmente perso la testa (e pure con un pizzico di ragione), mentre lui ha trovato addirittura la forza di sorridere, quasi fosse sicuro che avrebbe vinto comunque. Ha avuto ragione: ha perso quel game ma ha continuato a picchiare come un fabbro, salendo 5-2, e quando è andato a servire per il match sembrava in trance agonistica. Si è inventato addirittura un serve&volley con la seconda palla, soluzione totalmente opposta ai suoi schemi. Infatti gli è costata il secondo doppio fallo del match, ma ha fatto capire a Lorenzi che pur di vincere sarebbe stato disposto a spuntare sangue. E per non farsi mancare nulla si è anche regalato il brivido finale: ha offerto due palle-break consecutive, ma "Paolino" le ha giocate malissimo, commettendo altrettanti errori. Segno che non ne aveva veramente più. Per l’Italia è tutto da rifare, con il match della verità fissato per lunedì alle 15. Da sorteggio tocca a Fognini contro Pella, ma non è scontato giochino loro. Come non è (più) scontato un successo dell’Italia. Gli azzurri restano favoriti, ma lo erano anche nel terzo e nel quarto punto. E invece…
 
COPPA DAVIS – Primo turno World Group 2017
ARGENTINA-ITALIA 2-2
Paolo Lorenzi (ITA) b. Guido Pella (ARG) 6-3 6-3 6-3
Andreas Seppi (ITA) b. Carlos Berlocq (ARG) 6-1 6-2 1-6 7-6
Berlocq/Mayer (ARG) b. Bolelli/Fognini (ITA) 6-3 6-3 4-6 2-6 7-6
Carlos Berlocq (ARG) b. Paolo Lorenzi (ITA) 4-6 6-4 6-1 3-6 6-3
Fabio Fognini (ITA) vs Guido Pella (ARG) lunedì alle 15 italiane