Paolo Lorenzi aveva dato il suo contributo al venerdì, Andreas Seppi pure. Ma al week-end lungo dell’Italdavis in Argentina mancava lui: Fabio Fognini, il nostro numero uno. Del gruppo lo è da anni, mentre secondo la classifica ATP lo è tornato proprio oggi dopo qualche mese, ed era giusto che il compito più complicato dell’intera serie se lo dovesse smazzare lui, con un singolare decisivo che alla vigilia pareva un’ipotesi molto remota. Invece prima si è avvicinato, poi è diventato realtà e quindi si è trasformato in un incubo, ma fortunatamente per gli azzurri è già un ricordo, dopo il 2-6 4-6 6-3 6-4 6-2 con cui Fabio ha vinto un braccio di ferro da quattro ore e un quarto contro un ottimo Guido Pella, in pieno Fognini-style. Non c’è più nemmeno da stupirsi: il ligure è così, capace di farsi odiare anche dai suoi tifosi più accaniti, e poi farsi amare anche da chi di solito gli punta il dito contro. Per due set sembrava schiacciato dal peso della responsabilità, lento, scarico, quasi svogliato, come se volesse trovarsi da tutt’altra parte, ed era già pronto il processo a Corrado Barazzutti per averlo preferito a un Andreas Seppi che nella prima giornata aveva fatto bene il suo dovere. Col senno di poi ha avuto ragione il capitano, ma la sua scelta sarebbe stata comprensibile anche se l’Argentina avesse completato una rimonta da 0-2 ma riuscitale nella storia. In una situazione così delicata è corretto mandare in campo il proprio miglior giocatore, e quel giocatore è Fognini, sia in senso assoluto, sia in Coppa Davis, sia sulla terra battuta. L’ha dimostrato a modo suo, con un match-calvario che alla fine ha reso il successo ancora più dolce. In fondo, quando arriva la vittoria il modo conta poco. E anche stavolta, meritatamente o meno, il successo dell’Italia porta il suo volto.
Grandi ragazzi!! Forza Italia!! #daje #iotifoitalia #DavisCup
— Sara Errani (@SaraErrani) 6 febbraio 2017
DUE SET DA INCUBO, POI LA SVOLTA
Venerdì Pella era stato pessimo, ma con Schwartzman e Mayer non al 100% Daniel Orsanic è stato quasi costretto a buttarlo di nuovo nella mischia. Sembrava un suicidio già scritto, invece un’atmosfera ben diversa rispetto alla prima giornata (con lo stadio finalmente pieno) e un ruolo molto più importante l’hanno trasformato in un altro giocatore. Fognini gli ha indicato la via con una partenza pessima, subito 4-0 pesante e 46 errori gratuiti nei primi due set, con tanta fretta negli scambi e qualche doppio fallo di troppo nei momenti importanti, ma il 26enne di Bahia Blanca è stato perfetto. Ha comandato quando doveva comandare, con attenzione, commettendo pochi errori, e senza faticare troppo si è trovato un vantaggio quasi insperato. Ma se Fognini è il terzo giocatore in attività col maggior numero di successi rimontando da 2 set sotto (sette: dietro solo a Federer e Murray, entrambi a nove) un motivo ci deve pur essere. Almeno ha imparato a capire quando non è più l’ora di scherzare col fuoco, come mostrato nel terzo set. Ha salvato tre palle-break fra terzo e quinto game, e ha preso via via sempre più fiducia. Il body language è diventato finalmente positivo, i piedi hanno preso velocità e nell’ottavo game è arrivato il clic, lo scatto mentale che gli ha permesso di girare l’incontro. Pella gli ha cancellato ben cinque palle-break, ma lui ha continuato imperterrito, provando sempre a costruirsi una chance in più. La sesta è stata quella buona, è volato 5-3 e tanto gli è bastato per iniziare un nuovo match, questa volta da padrone. Ha “scollinato”, per usare un gergo ciclistico, e non è un caso che poi abbia restituito al rivale prima il 6-4 e poi il 6-2, come fossero tappe della stessa strada, percorsa prima in salita e poi in discesa, nell’altro senso di marcia.
Che lotta e che lottatore @fabiofogna! Recupera da 2 set a 0 e regala il punto decisivo all'Italia!2-3 Si va ai quarti di #DavisCup! pic.twitter.com/lhrbp8er3A
— SuperTennis TV (@SuperTennisTv) 6 febbraio 2017
L’ITALIA VINCE, MA IL 3-2 FA RIFLETTERE
Di difficoltà ce ne sono state anche negli ultimi due set, pure con un pubblico pronto a esultare a ogni prima di servizio sbagliata dall'azzurro, ma ormai il peggio era alle spalle. Fognini le ha affrontate con grande attenzione: non ha più perso il servizio e con un break sul 2-2 al quinto ha dato la spallata definitiva a un Pella via via sempre più macchinoso, meno reattivo, dai colpi meno profondi. Dopotutto non sono in molti a saper reggere il ritmo di Fognini dopo le tre ore e mezza di gioco, anche se sarebbe bene mostrarlo un po’ meno spesso. L’argentino ha finito per perdere quattro game consecutivi, dando il via all’attesa festa degli azzurri, rimandata già di due giorni. Fognini è letteralmente esploso di gioia: ha baciato la terra del Parque Sarmiento, ha baciato la telecamera e ha urlato talmente forte insieme ai compagni da presentarsi quasi senza voce all’intervista. Mentre parlava al microfono di SuperTennis, sul campo è volata qualche parola di troppo fra dei tifosi argentini e qualche componente del team Italia, episodio che ha macchiato i tanti applausi (e abbracci) fra le due squadre dopo il match-point vincente. Ma tutto si è risolto in fretta. “Ho giocato male, ma ho lottato e alla fine qualcosa è venuto fuori”, ha detto Fabio, che ha elogiato il “grande gruppo”. Lui e i compagni hanno conquistato i quarti di finale per la quarta volta negli ultimi cinque anni, ottenendo una vittoria in trasferta al singolare decisivo che all’Italia mancava addirittura dal 1984, quando Barazzutti vinse sul veloce indoor di Telford contro il britannico Colin Dowdeswell. È la decima volta nella storia della Davis che i campioni in carica escono al primo turno, ma non va dimenticato che questa Argentina (che merita comunque tanti applausi per aver tenuto vivo il duello fino a rischiare di vincerlo) era ben diversa rispetto a quella di Zagabria, mentre gli azzurri erano al completo. Una situazione che deve far riflettere, in vista di un’altra trasferta delicata, dal 7 al 9 aprile in Belgio. Quel Belgio che nel 2000 a Mestre sbatté l’Italia fuori del World Group, obbligando i nostri a un purgatorio abbandonato solo nel 2012. Diciassette anni più tardi si può finalmente preparare la vendetta.
COPPA DAVIS – Primo turno World Group 2017
ARGENTINA-ITALIA 2-3
Paolo Lorenzi (ITA) b. Guido Pella (ARG) 6-3 6-3 6-3
Andreas Seppi (ITA) b. Carlos Berlocq (ARG) 6-1 6-2 1-6 7-6
Berlocq/Mayer (ARG) b. Bolelli/Fognini (ITA) 6-3 6-3 4-6 2-6 7-6
Carlos Berlocq (ARG) b. Paolo Lorenzi (ITA) 4-6 6-4 6-1 3-6 6-3
Fabio Fognini (ITA) b. Guido Pella (ARG) 2-6 4-6 6-3 6-4 6-2