Emerge un curioso particolare nella scelta di Toni Nadal di non viaggiare più con Rafa dal 2018: ne aveva parlato con gli altri membri dello staff, poi l’ha confessata in anteprima a Il Tennis Italiano, ma al nipote non aveva detto nulla. “Errore di comunicazione: è già tutto chiarito”.
Abbiamo capito subito di aver fra le mani qualcosa di veramente prezioso. Ma non potevamo immaginare di aver scoperto la decisione di Toni Nadal di non viaggiare più con “Rafa” dal 2018 prima… dello stesso “Rafa”. La notizia, confessata lo scorso venerdì a Budapest dallo zio-coach al direttore Lorenzo Cazzaniga in un’intervista esclusiva, ha fatto letteralmente il giro del mondo, rimbalzando da web a carta stampata, e in Spagna – ovviamente – anche nei notiziari sportivi. Ai media spagnoli è andato un po’ di traverso il fatto che Toni l’abbia comunicato per prima a una testata italiana: qualcuno ha scritto che per una comunicazione simile sarebbe stata più consona una conferenza stampa; il suo responsabile della comunicazione Benito Perez Barbadillo, raggiunto da una testata indiana a intervista appena pubblicata, ha detto di essere stato colto di sorpresa; mentre altri hanno cercato – e trovato – conferme proprio da Toni. L’impressione, confermata dallo stesso zio-coach in un’intervista col Mundo Deportivo, è che Toni abbia sottovalutato la portata mediatica di una decisione simile, perché se è vero – come ha detto lui stesso – che negli anni gli si sono affiancate tante persone rendendo il team di Nadal molto numeroso, è vero anche che “Rafa” è sempre stato associato quasi esclusivamente a lui, il primo compagno di viaggio di un percorso incredibile. Perciò ha sorpreso eccome scoprire che l’unico a non saperne nulla era proprio il diretto interessato. Toni ha ammesso un “errore di comunicazione”, spiegando di averne parlato all’Australian Open con tutti i componenti del team e anche col fratello Sebastián (il padre di “Rafa”), e di aver addirittura salutato varie persone dell’organizzazione del primo Slam stagionale sicuro che non sarebbe tornato a Melbourne il prossimo anno. Ma di aver dato per scontato che al nipote l’avesse riferito il padre o altri membri dello staff. Invece “Rafa” non era al corrente di nulla e l’ha scoperto solo dal tran tran mediatico che si è creato dopo la nostra intervista.
NON È ANDATA PROPRIO COSÌ
Sono anni che pensavo a questa decisione – ha detto Toni in un’intervista con El Espanol – e mia moglie è stata la prima a saperlo. La possibilità di lavorare all’Accademia mi stimola, e lascerò Rafa in buonissime mani. Con gli anni che passano viaggiare diventa sempre più impegnativo: se non fosse stato mio nipote probabilmente avrei smesso già qualche stagione fa. In ogni caso, se per qualche motivo ce ne fosse la necessità per alcuni tornei, sarei disposto a farlo ancora”. Toni si è detto pentito di non aver detto nulla a Rafael, ma ha spiegato che la situazione si è risolta in fretta. “È stato un mio errore, avrebbe dovuto saperlo direttamente da me. Rafa è stato un po’ sorpreso dalla questione, ma gli ho spiegato come è andata e che non pensavo che le mie parole in Ungheria potessero avere tale risonanza. Parlando col giornalista italiano ho spiegato che mi sarei concentrato sull’Accademia, e mi è scappata la frase che dal 2018 non seguirò più Rafa. Ma non c’è alcun problema: è la verità. Mi rendo conto che nei confronti di mio nipote non sia stata la maniera idonea di comunicare la notizia, ma è tutto chiarito. Ne abbiamo parlato, abbiamo ripreso gli allenamenti e la nostra relazione resta la stessa di sempre, senza alcun problema”. Da parte nostra, ci teniamo a fare una precisazione. Interrogato sulla frase “la verità è che ogni anno io decido sempre meno, fino al punto in cui non deciderò più niente”, una di quelle che più hanno colpito dell’intera intervista, Toni ha raccontato di non averla pronunciata a colloquio col “giornalista italiano”, bensì nel corso della conferenza stampa tenuta sempre quel giorno a Budapest, in occasione del seminario della GPTCA (Global Professional Tennis Coach Association). Con rispetto per una persona che si è sempre mostrata molto disponibile e corretta, precisiamo che non è così: l’ha pronunciata proprio ai nostri microfoni.