La democrazia è un concetto piacevole, ma non sempre applicato. Pensiamo al trattamento che riceverà Maria Sharapova al rientro dalla squalifica per doping. La russa è attesa da una serie di wild card: il Porsche Grand Prix di Stoccarda, pur di averla, le ha garantito L'esordio nel primo giorno utile dopo la sanzione (quando il torneo inizierà, sarà ancora squalificata). Giocherà Roma, Parigi…insomma, non avrà problemi di programmazione. Non è andata esattamente così ad altri giocatori tornati da una squalifica, o semplicemente da un infortunio. Spostandoci nel circuito ATP, Matt Trollope ha realizzato un interessante studio per il sito Tennismash, in cui ha elencato le wild card assegnate nel 2016 nei vari tornei del circuito. Emergono dati interessanti, che chiariscono i criteri con cui gli organizzatori scelgono gli inviti. Solitamente, le scelte seguono ragioni commerciali. Si privilegiano i giocatori locali, giovani promesse, nomi dal grande passato, oppure tennisti di grido al di là del ranking. Negli Slam ci sono gli accordi reciproci tra varie federazioni (Stati Uniti, Francia e Australia: l'unica a non partecipare è la Gran Bretagna), mentre quasi tutti i Challenger italiani hanno un accordo con la FIT: in cambio di un contributo, cedono tutte o alcune wild card al Settore Tecnico. Ogni tanto capita che un giocatore di alto livello scelga di giocare un torneo all'ultimo momento, spesso per esigenze tecniche, e gli organizzatori sono ben contenti di invitarlo. Un ottimo esempio è il recente caso di Novak Djokovic, che ha accettato in extremis l'offerta di giocare Acapulco.
LA FORTUNA DI HALYS E TIAFOE
Nel 2016, il giocatore ad aver raccolto più WC è stato Juan Martin Del Potro. Senza classifica dopo il grave infortunio al polso, ha certamente tratto beneficio dagli aiuti degli organizzatori: in tutto, ha raccolto ben otto inviti. Inoltre è stato l'unica wild card a vincere un torneo ATP in stagione (Stoccolma). Ma se il caso di Del Potro è particolare, ci sono giocatori che hanno raccolto parecchi inviti senza sfruttarli a dovere. E' il caso di Frances Tiafoe e Quentin Halys, entrambi con sei wild card all'attivo e pochissime vittorie: tre per il francese, una per l'americano. A parte l'Australian Open, dove Halys ha ottenuto la wild card “di scambio”, sono sempre stati invitati nei tornei di casa. E' un dato importante: se sei una giovane promessa e arrivi da un paese ad alta densità organizzativa, avrai sicuramente più chance. Più in generale, a parte Del Potro, non troppi giocatori hanno fatto registrare un saldo positivo tra vittorie e sconfitte nei tornei con wild card: il giovane Reilly Opelka (4-3) e Pablo Carreno Busta (4-2), autore di un'ottima stagione, sono stati i migliori. Saldo positivo anche per Tim Smyczek, Alexander Zverev, Stefan Kozlov e Jurgen Melzer. Il peggiore è stato indubbiamente Marsel Ilhan: il turco ha raccolto quattro wild card senza raccogliere neanche una vittoria tra Doha, Sofia, Dubai e Istanbul.
ECCO PERCHE' DELPO NE HA RICEVUTE SETTE
Se lette nel modo giusto, le statistiche forniscono risposte interessanti. Ad esempio, ci siamo accorti che esiste un escamotage alle limitazioni per le wild card nei tornei ATP. Detto che Slam, Challenger e Futures non rientrano nella casistica, il Rulebook ATP stabilisce il limite degli inviti che un singolo giocatore può ottenere in un anno. Sono cinque, che possono diventare sei se il tennista è stato fermo per almeno sei mesi a causa di un infortunio. E' il caso di Juan Martin Del Potro, che però di wild card ne ha ricevute otto. Come è possibile? La risposta si trova tra pagina 98 e pagina 100 del Rulebook, dove vengono definiti i criteri generali sul mondo delle wild card. Escludendo l'invito allo Us Open (evento non ATP), le wild card diventano sette. Perché hanno superato il limite? Lo spiega il Comma B dell'Articolo B.1, nella sezione dedicata alle wild card. In due parole, la limitazione non si applica se il giocatore, al momento della chiusura dell'entry list, non ha la classifica necessaria per giocare. In altre parole, la limitazione delle cinque wild card (più una) vale soltanto se, al momento dell'entry list, il giocatore avrebbe il ranking sufficiente per entrare ma NON si è iscritto. Insomma, se un tennista è fuori dai top-100 ATP (o comunque dalle entry list dei vari tornei), può ottenere wild card senza limitazioni. Nessuna limitazione anche per gli over 35 che in passato hanno vinto uno Slam, le ATP World Tour Finals, o sono stati numeri 1 ATP. Per questo, le wild card assegnate nel 2016 a Juan Martin Del Potro rientrano perfettamente nei limiti. Anzi, ne avrebbe potute incassare molte di più perché è rimasto fuori dai top-100 ATP fino alla vigilia dello Us Open, quando si sono chiuse le iscrizioni per Stoccolma, settima delle otto wild card intascate. Il mistero è risolto.