Si è tenuta la terza udienza del processo penale a carico di Daniele Bracciali, Potito Starace e Roberto Goretti per “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva”. Ii dispositivi sequestrati nel processo sul calcio saranno messi agli atti. Nel frattempo, l'ATP continua a tenerli fermi in attesa del processo. Ma chi li risarcirà se le pene dovessero essere nulle o modeste? Si riparte il 27 aprile.

Sono passati quasi due anni e mezzo da quando i giornali spararono titoloni sulla presunta vicenda delle scommesse legate al tennis, costola dell'inchiesta della Procura di Cremona sul calcioscommesse. La pubblicazione delle chat Skype e una serie di messaggi spiattellò all'opinione pubblica i nomi di diversi giocatori, tra cui Daniele Bracciali e Potito Starace. La vicenda sportiva si è chiusa dopo ben quattro gradi di giudizio (il Collegio CONI ordinò la ripetizione del processo d'appello), con l'assoluzione piena per Starace e 12 mesi di squalifica (già scontati) a Bracciali per la sola violazione dell'Articolo 1 del Regolamento di Giustizia (nessuna prova di illecito, ma la punizione per aver parlato e dato ascolto a personaggi con intenzioni illecite). Tuttavia, la Procura della Repubblica ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per alcune persone (tra cui i due giocatori) con l'ipotesi di un reato piuttosto grave: associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Come spesso accade in questi casi, il clamore mediatico si è sgonfiato piuttosto rapidamente. Di Martino (che nel frattempo è andato in pensione, sostituito da Carlotta Bernardini) ha ottenuto l'apertura del Processo, iniziato lo scorso autunno e che nella giornata di martedì ha vissuto il suo terzo capitolo presso il Tribunale di Cremona. La vicenda non è ancora entrata nel merito: l'udienza del 28 febbraio si è basata sulle testimonianze dei tecnici che hanno analizzato i dispositivi elettronici (computer e telefonini) da cui sarebbero emersi una serie di elementi d'accusa. Cesare Marini, Fulvio Guatta, Daniele Apostoli e Andrea Valeri (già periti nell'inchiesta calcioscommesse) hanno spiegato al collegio di aver eseguito copie forensi certificate dei dispositivi elettronici sequestrati nell'inchiesta sul calcio, e di aver analizzato i dati sulla base di determinate parole chiave. A quel punto, il consulente dell'accusa Nicola Mazzini sostiene di aver trovato evidenze circa competizioni e scommesse. Soprattutto conversazioni Skype, ma anche alcune mail ed sms.

LA SOSPENSIONE ATP
L'udienza è stata favorevole all'accusa, poiché le relazioni sono state accettate dal Collegio e dunque inserite agli atti. L'acquisizione non ha fatto piacere alle difese: “Non abbiamo potuto valutare il materiale in questione perché è contenuto nel fascicolo di un altro procedimento” hanno fatto sapere. Da parte sua, il Collegio giudicante potrà disporre un ulteriore esame del contenuto dei vari dispositivi. La tesi dell'accusa è ben nota: tra il 2007 e il 2011, partendo dalla famosa chat tra Daniele Bracciali e Manlio Bruni prima del torneo di Newport, si sarebbe creato un clan preposto ad alterare i risultati di alcune partite per trarne guadagno economico tramite le scommesse. Detto che Manlio Bruni, Francesco Giannone ed Enrico Sganzerla hanno patteggiato la pena, a processo sono andati Bracciali, Starace e Roberto Goretti (ex DS del Perugia Calcio). Come parti civili, fanno parte del Processo anche FIT, CONI e ITF, mentre la Tennis Integrity Unit è addirittura parte offesa. La vicenda è ancora molto lunga: la quarta udienza si terrà il prossimo 27 aprile e toccherà ai poliziotti della Squadra Mobile e della Polizia Postale raccontare come si è sviluppata l'indagine sul tennis. Nel frattempo, poiché è ancora in ballo la vicenda penale, Bracciali e Starace sono “sospesi” dall'attività nel circuito ATP (mentre sembra esserci una maggiore disponibilità da parte dell'ITF). In effetti, la decisione ATP è discutibile: se il processo stabilirà una pena leggera, chi restituirà a Bracciali e Starace il tempo (e i potenziali guadagni) persi nel tour? Vale la pena ricordare che il toscano è fermo dal gennaio 2015, mentre l'ultima partita del campano risale al luglio di quell'anno. Nel frattempo, la TIU non ha ancora effettuato nessun processo e nemmeno stabilito condanne nei confronti dei due giocatori. Una situazione di stallo davvero scomoda e, immaginiamo, difficile da accettare. Potendo effettuare attività nazionale, "Braccio" sta giocando un torneo di prequalificazione agli Internazionali BNL d' Italia in corso al Matchball di Firenze, sia in singolare che in doppio con l'NC Davide Gregianin. La faccenda incredibile è che, se dovesse poi entrare agli IBI, non potrebbe giocarli a causa della sospensione ATP…