Dopo un anno e mezzo di assenza, la franco-iraniana è tornata nel circuito da un paio di settimane, ripartendo dalle qualificazioni dei tornei ITF. Qualche anno fa sembrava pronta per la top-10, poi i problemi col padre-padrone (e non solo) l’hanno spinta a delle lunghe pause dal tennis. Rieccola a 30 anni: “i problemi sono alle spalle, è una nuova carriera”.Coi 30 anni in arrivo fra sette giorni, Aravane Rezai ha deciso di riprovarci. Qualche anno fa la tennista franco-iraniana prese addirittura lezioni di pilotaggio per aerei, con l’obiettivo di non arrivare a fine carriera senza sapere cosa fare, e nel suo profilo Instagram campeggia la frase “in una relazione pericolosa con il tennis”, ma evidentemente ha deciso che non è ancora tempo per pensare al futuro. Anche perché il passato grida ancora vendetta, fra tante luci, come un best ranking al numero 15 del mondo nel 2010, quando vinse il Mandatory di Madrid battendo Venus Williams in finale, ma anche altrettante ombre, come il rapporto burrascoso col padre-coach-padrone Arsalan, fra le cause della sua scomparsa dai radar. Nel 2011 la figlia lo denunciò per minacce ed estorsione (pretese dei soldi extra nonostante fosse regolarmente stipendiato), e arrivò a troncare i rapporti con la famiglia, con l’obiettivo di trovare la propria strada in autonomia, senza le pressioni e le limitazioni imposte dal padre. Una scelta che le è servita sul piano personale ma ha fatto male al suo tennis, infilandola in un tunnel dal quale – anche a causa di qualche problema fisico di troppo – non è mai più uscita. Nel 2013 chiuse la stagione dopo Wimbledon, poi ha provato a rientrare un paio di volte: prima nel 2014, seppur con soli tre tornei; poi nel 2015, quando confessò di aver dato una seconda chance al padre, accusò la stampa di aver ingigantito i suoi problemi famigliari e si presentò alle qualificazioni del Roland Garros. Ma anche in quel caso il ritorno nel Tour durò solamente tre tornei.
NIENTE WILD CARD, MEGLIO GLI ITF
Da allora nessuna notizia fino a una decina di giorni fa, quando la giocatrice cresciuta a Saint-Etienne ha giocato le qualificazioni in due tornei ITF francesi, prima a Macon e poi ad Amiens. Non le è andata benissimo, visto che nel primo torneo ha perso subito e nel secondo si è ritirata al secondo turno, ma in un’intervista con l’Equipe ha raccontato che il progetto-tennis è ufficialmente ripartito, col fratello Anouch a farle da coach, senza fretta e con obiettivi alla portata di una tennista che qualche anno fa sembrava destinata a un posto fisso fra le top-10. “Il mio tennis va sempre meglio – ha raccontato – e credo che le prossime settimane potranno essere interessanti. Ma devo ancora capire quale sia il mio livello”. Per questo ha rifiutato numerose wild card, scegliendo di ripartire dal grado più basso del professionismo, con l’obiettivo di mettere nelle gambe il maggior numero di incontri possibile e recuperare la fiducia persa nei tanti tentativi di ritorno andati male. “Solo giocando molto potrò recuperare il mio tennis, ma sono fiduciosa. Ho avuto un sacco di tempo per riflettere, osservare il mio passato, farmi delle domande e capire che era il momento di tornare. Mi sono lasciata i problemi alle spalle e ora non ho più scuse. È una nuova carriera, ma con il vantaggio dell’esperienza e della maturità. Non voglio pormi obiettivi precisi, ma siamo solo a marzo. Direi che se chiudessi l’anno fra le prime 200 del mondo sarebbe un ottimo risultato”. La prossima settimana la Rezai dovrebbe essere al via dell’Itf da 15mila dollari di montepremi di Gonesse, sempre in Francia.