Il numero 1 ATP cade all'esordio a Indian Wells, "seccato" dal redivivo Vasek Pospisil. Ex top-25, sembrava perso per il grande tennis ma ha ritrovato smalto sotto la guida di Mark Woodforde. Per Murray è la seconda brutta sconfitta nel 2017 dopo quella con Zverev a Melbourne: quando lo attaccano in continuazione va in difficoltà. E menomale che doveva essere il grande favorito, pronto a sfatare finalmente il tabù di un torneo che l’ha visto arrivare in finale una sola volta in undici apparizioni. Invece, il Masters 1000 di Indian Wells di Andy Murray è durato un solo match, il primo, perso per 6-4 7-6 contro un redivivo Vasek Pospisil. Gli era già successo nel 2011 e nel 2012, segno che evidentemente il feeling del “brit” con il cemento californiano non è dei migliori, anche se se quando la carta d’identità recita Andy Murray non può essere una giustificazione. Invece è stato un problema, come lo è stato eccome Pospisil, di nuovo super competitivo dopo un 2016 da dimenticare. Tre anni fa aveva toccato i top-25, poi il 26enne canadese era sceso addirittura al numero 137, vincendo giusto una decina di partite nel Tour maggiore. Ma sotto la guida del mitico Mark Woodforde sembrerebbe aver ritrovato la forma migliore. O almeno ci sta arrivando, fra prestazioni importanti come i due punti portati al Canada nella sfida di Davis con la Gran Bretagna, e risultati ancora piuttosto deludenti. A Delray Beach aveva addirittura perso nelle qualificazioni, ma al BNP Paribas Open si è riaccesa la scintilla. Prima ha infilato due vittorie nelle “quali”, poi ha rimontato un set a Yen-Hsun Lu all’esordio nel main draw, si è guadagnato Murray e si è regalato la miglior vittoria in carriera, confermando i problemi dello scozzese quando viene attaccato in continuazione. Le oltre 100 discese a rete di Mischa Zverev gli erano costate care all’Australian Open, quelle di Pospisil (affinate in doppio: è stato n.4 ATP, vincendo a Wimbledon e anche a Indian Wells con Jack Sock) l’hanno fatto inciampare nella sessione serale in California, condannandolo alla seconda sconfitta pesantissima del 2017, in soli quattro tornei. Non è un problema in termini di ranking, visto che nel 2016 perse al terzo round, ma dice che al momento il livello dei Fab Four non è irraggiungibile.MURRAY NERVOSO, POSPISIL SPLENDIDO
In conferenza stampa Murray ha detto che la causa del KO non è stata il serve&volley del rivale, già capace di arrivare ai quarti a Wimbledon nel 2015, e in parte ha ragione, perché i problemi sono stati molteplici. Il numero uno ATP non è riuscito a far pesare la sua maggior qualità da fondocampo, si è fatto riprendere per due volte un break di vantaggio nel primo set e dal 4-2 ha perso la bellezza di sei game consecutivi, finendo sotto per 6-4 2-0. Un po’ troppo perché ci fossero solo dei meriti del rivale. E quando le cose si mettono male, non sempre Murray è il più bravo a tirarsi fuori, specie quando si innervosisce un po’ troppo come accaduto nella nottata dello Stadium 1, perdendo energie preziose a inveire contro sé stesso. Avrebbe dovuto rimanere tranquillo, sicuro che una chiave per vincere (trovata nei tre precedenti) ci sarebbe stata. Invece col classico body language negativo ha dato ancor più fiducia a un rivale che non aveva bisogno d’altro, visto che il suo tennis funzionava a meraviglia. Dopo aver mancato due chance per il 3-0 pesante, Pospisil ha perso il servizio e rimesso la situazione in parità, ma poi non ha corso più rischi fino al tie-break. Per Murray era l’occasione perfetta per girare il match, ma non era proprio giornata, tanto che il vantaggio decisivo a Pospisil l’ha consegnato lui, con un pesantissimo doppio fallo sull’1-2. Il 26enne di Vernon ha ringraziato ed è volato fino al 6-2, chiudendo al quarto match-point: dopo averne cancellati tre, sul 5-6 Murray ha provato a manovrare la palla, a farlo giocare sperando sbagliasse, ma invece di tremare Pospisil ha vinto il braccio di ferro con uno splendido diritto incrociato in contropiede, mostrando che gli attributi non mancano affatto. Il KO di Murray ha aperto una voragine nel primo quarto di tabellone: la testa di serie più alta è la numero 11, David Goffin, e tutti i big sono addirittura nella parte bassa. Ma soprattutto ha mandato un messaggio ai colleghi: lo scozzese non è invincibile. Come – al momento – non lo sono nemmeno Djokovic e gli altri Fab Four. È il momento buono per qualche grande sorpresa?
ATP MASTERS 1000 INDIAN WELLS – Secondo Turno
Vasek Pospisil (CAN) b. Andy Murray 6-4 7-6
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