Nessuna sorpresa nell'impressionante parte bassa del tabellone di Indian Wells. In attesa di un probabile Federer-Nadal negli ottavi, al terzo turno avremo un pirotecnico Djokovic-Del Potro. Il serbo fatica più del lecito per battere Kyle Edmund, mentre Rafa gioca benino e Federer stritola Robert in appena 51 minuti.

L'eliminazione di Andy Murray ha reso ancora più squilibrato il tabellone del Masters 1000 di Indian Wells. Da una parte è (potenziale) terra di conquista, mentre in basso ci sono praticamente tutti i big. In rigoroso ordine di classifica: Novak Djokovic, Rafael Nadal, Roger Federer e Juan Martin Del Potro. Senza dimenticare Kei Nishikori (che in classifica sta addirittura davanti a Nadal), Grigor Dimitrov e Nick Kyrgios. Tanta carne al fuoco: molta ne consumeremo nei prossimi giorni, magari già con il possibile Federer-Nadal negli ottavi. Intanto ci siamo assicurati un fantastico terzo turno: Novak Djokovic contro Juan Martin Del Potro, replay della sfida olimpica di Rio e del gran match di qualche giorno fa ad Acapulco. In totale, sarà il 17esimo scontro diretto di una rivalità che vede il serbo avanti 12-4. Nole ha tribolato un po', ma gli sono bastati due set per battere Kyle Edmund. Il rampante britannico ha servito per il secondo set sul 5-3 prima di arrendersi 6-4 7-6. in poco meno di due ore. Le sensazioni sono sempre le stesse: l'aggettivo “impressionante” non si addice più alle sue prestazioni. Giochicchia, a tratti bene, ma gli avversari non hanno più la percezione di trovarsi davanti un robot. Edmund gli è ancora inferiore e così Nole ha intascato la vittoria numero 48 su 54 partite all'Indian Wells Tennis Garden. Nole è il più titolato di sempre nei tornei Masters 1000 e il match contro Del Potro metterà in palio un piccolo traguardo: la vittoria numero 300 nei super-tornei ATP (attualmente il bilancio è 299-62). Da parte sua, Palito ha cancellato un setpoint nel derby argentino contro Federico Delbonis ma poi lo ha tenuto a bada e si è imposto 7-6 6-3. “L'anno scorso ho giocato meglio del previsto – ha detto l'argentino – quest'anno vorrei crescere nel ranking. Se rimango in salute, penso di poter centrare l'obiettivo”

LA SOLIDITA' DI RAFA
​All'ora di pranzo locale, Rafael Nadal ha esordito in un torneo che gli ha dato tante soddisfazioni. Non solo i successi (vittorie nel 2007, 2009 e 2013), ma anche le coccole del patron Larry Ellison, che non ha mai nascosto di nutrire un debole per lui. A causa della febbre, Nadal non si era allenato moltissimo nei giorni precedenti. Qualcuno si è preoccupato quando Guido Pella gli ha preso un break in avvio (2-1 e servizio), ma Rafa ha incassato sei dei sette game successivi. Qualche difficoltà all'inizio del secondo, ma un'altra serie di cinque giochi lo ha spinto al terzo turno: anche lui avrà un match super-affascinante contro Fernando Verdasco. Lo ha battuto 15 volte su 18, ma parecchi match sono finiti al turno decisivo. E la recente finale a Dubai ci ha fatto capire che il madrileno sta prendendo (molto) sul serio il suo 2017 agonistico. “Non ho cercato colpi straordinari, ho provato ad essere solido – ha detto Nadal – a tratti ho giocato bene, a tratti meno bene…ma nel complesso ho giocato un match solido. La palla saltava molto, non era facile da controllare, ma mi sono adattato molto bene al caldo secco, meglio che al caldo umido”.

ROGER RIPROPONE LA SABR
Nella notte italiana, Roger Federer ha fatto un favore agli organizzatori. La sessione diurna si era allungata oltre misura, costringendo a leggero ritardo la sessione serale. Lui ha impiegato appena 51 minuti per rispedire in Francia il coetaneo Stephane Robert. 6-2 6-1 senza storia, anzi, con grande fretta. Come se volesse andare a cena presto, o non spendere troppe energie in vista delle potenziali fatiche nei prossimi turni. Ha anche mostrato la SABR, la mitica risposta in controbalzo. Il francese non era un test straordinario, ma sorprende il 100% di trasformazione sulle palle break (5 su 5). Per Federer è la vittoria numero 53 a Indian Wells, dove si è già imposto quattro volte (l'ultima nel 2014, quando batté Djokovic in finale). E' sembrato che volesse cancellare subito la cattiva prestazione a Dubai, una delle rarissime occasioni in cui ha fatto brutta figura su un campo da tennis. La sconfitta contro Donskoy è dimenticata. Il prossimo avversario si chiama Steve Johnson, uscito da una battaglia di gran servizi (32 ace in due) contro Kevin Anderson. Insomma, i big hanno risposto presente. Chi più, chi meno, ma ci sono. Non dimentichiamo che Nole, Rafa e Roger hanno vinto 12 delle ultime 13 edizioni del torneo. L'unica eccezione risale al 2010, quando si impose Ivan Ljubicic. Guarda un po', l'attuale coach di Federer.

ATP MASTERS 1000 INDIAN WELLS – IL TABELLONE