Maestosa performance dello svizzero negli ottavi di Indian Wells. Gli sono bastati 68 minuti per mettere in un angolo Rafael Nadal, impossibilitato a mettere in atto qualsiasi tipo di schema. Un dominio totale, talmente fragoroso da farci domandare come sarebbe andata, questa rivalità, se Roger avesse trovato prima un rovescio così incisivo.

Associated Press l'ha definita una “clinic” di 68 minuti. Basterebbe questo per descrivere la mattanza tecnica di Roger Federer ai danni di Rafael Nadal. Una partita capolavoro che ribalta sensazioni decennali, quando si pensava che certe situazioni tecnico-tattiche fossero invalicabili. E invece, grazie a qualche aggiustamento ideato da Ivan Ljubicic e al ritrovato feeling con l'attrezzo, la finale australiana aveva sancito un cambio di marcia, e forse di gerarchie, nella rivalità più mediatica nella storia del tennis. In Australia l'aveva ripresa per i capelli, mentre a Indian Wells ha letteralmente dominato un Nadal incapace di trovare le giuste contromisure. E' finita 6-2 6-3 ed è risultato limpido, cristallino, mai in discussione, come quando una partita di calcio finisce 3-0 e non ci sono polemiche arbitrali. Gli scontri diretti dicono ancora 23-13 per Rafa, ma Roger ha vinto gli ultimi tre e sembra aver davvero cambiato tutto. Forse fuori tempo massimo, ma oggi non importa. E' la prima volta, nella storia di una rivalità iniziata tredici anni fa, che Federer vince per tre volte di fila contro Nadal. “E' una bella sensazione, questo ve lo posso dire – ha detto lo svizzero – ma la cosa più importante è stata vincere l'Australian Open. Per me è un risultato pazzesco. Credo che sia stata una delle più grandi esperienze della mia carriera. Più in generale, ogni match contro Rafa è stato speciale per entrambi, al di là del risultato. Io l'ho presa così. Stavolta non posso celebrare più di tanto, perché tra un paio di giorni torno in campo”. E sarà un match complicatissimo, contro il rampante Nick Kyrgios.

IL FEELING CON LA RACCHETTA
In Australia Rafa era stato avanti 3-1 al quinto, mentre nel deserto della California non ha avuto l'ombra di un'opportunità. “In effetti lì avevo avuto buone chance di vittoria – ha ammesso lo spagnolo – oggi no. Oggi lui ha giocato meglio di me. Quando non giochi il tuo match, in questi casi è impossibile vincere. Quando Roger prende il vantaggio col servizio, trova molta fiducia e gioca più rilassato”. Nel pomeriggio californiano, quando il sole aveva già lasciato spazio all'ombra, Federer è partito a razzo. Break nel primo game, poi c'è stata subito l'immediata chance del controbreak. Sarebbe rimasta l'unica. Come in Australia, più che in Australia, Federer ha impressionato dal lato sinistro. Nel quinto game ha sparato il quinto rovescio vincente, poi un winner di dritto lo ha spinto a palla break, trasformata con un'altra gran risposta di rovescio. Una roba da sogno. Il 4-1 e servizio è rapidamente diventato 6-2 in 34 minuti. “Penso che il rovescio vada meglio perché ho finalmente avuto il tempo di lavorare con la nuova racchetta – ha detto Federer, che ha cambiato telaio qualche anno fa dopo parecchi test – nel 2017 mi trovo alla grande con la racchetta e questo mi ha dato enorme fiducia. Nel corso della mia carriera, ogni coach mi ha detto di spingere più con il rovescio, ma nei momenti importanti non ci avevo mai creduto molto. Piano piano, le cose sono cambiate”. Nel secondo set, Nadal ha provato a restare a galla: ha tenuto a zero il primo game, chiudendolo con un ace. Ma l'aggressione di Federer era clamorosa, asfissiante. E così il break arrivava al terzo game. Rafa non aveva quasi mai il controllo del punto: quando ha servito sul 3-5, si è irrigidito per primo, sbagliando un brutto dritto sul 15-30. A Federer è bastato il primo matchpoint. Manco a dirlo, gran risposta di rovescio. Vincente.

ROGER ZITTISCE TUTTI
Nei quarti ci sarà una sfida entusiasmante contro Nick Kyrgios, reduce dalla mazzata rifilata a Djokovic. Match pericoloso, a maggior ragione tenendo conto che l'australiano ha vinto l'unico precedente, un paio d'anni fa a Madrid. Federer lo sa. “Sono impressionato dal fatto che abbia battuto per due volte di fila Novak, peraltro sulla sua superficie preferita. Spero che tutto questo permetta a Nick di capire che se si concentra su quello che deve fare, beh, può fare grandi cose”. Ma per un giorno e mezzo ci si può fermare a respirare. E godere dell'immenso spettacolo messo in atto da Roger Federer, il tennista più amato di tutti i tempi. Il più bello da vedere, capace di risorgere dalle proprie ceneri, in grado di bloccare lo scorrere del tempo e mettere a tacere i sussurri di declino e i consigli di ritiro, che gli erano piovuti addosso da tutte le parti. La rivalità con Rafa ha vissuto episodi più importanti, ma Indian Wells 2017 – oltre alla libidine psicologica – fa partire una domanda. Se avesse trovato questo rovescio con 5-6 anni d'anticipo, che sarebbe stato? Con i “se” non si va da nessuna parte, però, appunto, ”se”….

ATP MASTERS 1000 INDIAN WELLS – Ottavi di Finale
Roger Federer (SUI) b. Rafael Nadal (SPA) 6-2 6-3