Sconfitta durissima da mandare già per la romagnola, che a Miami arriva a un passo dal successo contro Shuai Zhang, poi crolla sul più bello. Dal 5-2 e servizio perde cinque giochi consecutivi, mancando anche un match-point. Non ha ancora vinto due match nello stesso torneo: fortuna che molto presto arriverà la terra battuta.Questa no, proprio non ci voleva. I problemi fisici le hanno rovinato i piani di inizio stagione, obbligandola a continuare a rimandare il giudizio sul nuovo team scelto per rilanciare dopo un 2016 deludente, ma stavolta Sara Errani non deve dividere le colpe con nessuno. Perché se è stata tanto brava a salire 5-2 al terzo contro Shuai Zhang, passando sopra a un problema al polpaccio destro che nel primo set si è fatta trattare per ben tre volte dal fisioterapista, lo è stata tanto poco nel permettere alla cinese di ribaltare di nuovo il confronto, fino a lasciarla con un pugno di mosche in mano. Il 4-6 6-4 7-5 in favore della 28enne di Tianjin, che dopo aver meditato il ritiro a inizio 2016 si è scoperta più competitiva che mai, sbatte la romagnola fuori dal WTA Premier Mandatory di Miami, e lo fa nel modo peggiore, dopo averle lasciato annusare a lungo la possibilità di ottenere finalmente un paio di vittorie nello stesso torneo. Invece, anche in Florida è andata come a Brisbane, Melbourne e Indian Wells, e non sempre ci si può accontentare delle indicazioni positive. Anche se ce ne sono più che nei tornei precedenti: in un primo set vinto giocando bene quando contava; in un secondo riaperto da 5-1 a due palle del 5-5; e quindi in un terzo che le stava dando ragione, praticamente le aveva già dato ragione. Ma, a costo di usare una frase già detta e ripetuta allo sfinimento, nel tennis non è finita fin quando non è finita. Neanche quando tutto sta funzionando bene, mentre dall’altra parte della rete c’è un’avversaria che sembra non averne più. Neanche con due turni di battuta per provare a chiudere, e neanche con un match-point sul 5-2 (e servizio). That’s tennis.
All’azzurra è bastato mandare un segnale di debolezza, mettendo in rete un diritto sul match-point, e la Zhang si è ricordata tutto ciò che aveva dimenticato nei game precedenti. Proprio lei che il game del 5-2 l’aveva consegnato con quattro gratuiti di fila è tornata a comandare, a spingere su ogni palla, e game dopo game ha messo in piedi una splendida rimonta. La tennista di Massa Lombarda ha fallito due volte la chance di servire per il match ed è finita sotto per 6-5, e a nulla le è servito convocare in campo Andrea Capodimonte, che la segue insieme all’head coach Michele Montalbini: il danno era fatto. Ci ha provato fino alla fine, nell’ultimo game è risalita da 0-30 a 30-30, ma gli ultimi due punti della Zhang raccontano tutto. Sul primo la cinese ha sparato un rovescio lungolinea dopo uno scambio molto complicato, mentre sul successivo ha recuperato l’ennesima smorzata dell’azzurra (soluzione che le ha dato tanto nel corso del match) e l’ha infilata con un recupero di rovescio, come se fosse la cosa più facile del mondo. E così all’azzurra tocca di nuovo masticare amaro, sconfitta e pure nel suo territorio preferito, nonostante 2 ore e 44 minuti di battaglia e malgrado sia riuscita a mettersi di nuovo alle spalle un problema fisico. Anche solo per quello (ma non solo per quello), con un pizzico di patriottismo vien da dire che avrebbe meritato il successo. Invece nulla anche stavolta, se non la magra consolazione di aver ritrovato un posto fra le prime 100 del mondo. Fortuna che arriva la terra battuta. Anche se vuol dire che non potrà più sbagliare.

WTA PREMIER MANDATORY MIAMI – Secondo turno
Shuai Zhang (CHN) b. Sara Errani (ITA) 4-6 6-4 7-5