Il Miami Open ospiterà il 21esimo capitolo della saga Federer-Del Potro. “Roger è il migliore di sempre, il favorito è lui” dice Del Potro, accompagnato in Florida da Daniel Orsanic, suo capitano in Davis. “La situazione è temporanea, e comunque faccio tutto gratis” dice “Orsa”.

Il lungo periodo di stop di Juan Martin Del Potro e quello (più breve) di Roger Federer, ci hanno impedito di apprezzare una delle sfide più spettacolari del tennis attuale. La finale dello Us Open 2009, storica vittoria dell'argentino, è stata soltanto uno dei tanti episodi memorabili di una rivalità che avrebbe potuto essere ancora più affascinante se i polsi di Del Potro non avessero fatto crack. Le sfide a Roland Garros (semifinali 2009 e quarti 2012), le finali a Basilea e la storica semifinale olimpica sono tra i match più belli degli ultimi anni. A tre anni e mezzo dall'ultimo scontro diretto, la sfida numero 21 si giocherà al terzo turno del Miami Open (intorno alle 21 italiane, diretta Sky Sport 2). “Federer è il più grande di sempre, partirà favorito – ha detto Del Potro dopo il successo su Haase – adesso gioca più aggressivo, più intelligente”. Da parte sua, Federer è ben contento di affrontarlo di nuovo. “Avrebbe dovuto succedere già l'anno scorso, ma a causa degli infortuni non è stato possibile. Credo che alla gente piaccia vedere i nostri match”. Roger e Juan Martin hanno un ottimo rapporto: fu proprio Del Potro, nel dicembre 2012, a fare da cicerone allo svizzero nella tappa argentina delle sue esibizioni in Sud America. Stavolta si farà sul serio, ed è un peccato che un match così bello capiti già al terzo turno. La classifica di Delpo (dignitosa ma non ancora ideale) lo espone a incroci pericolosi, proprio come accaduto ad Acapulco e Indian Wells (dove ha pescato per due volte Novak Djokovic). Dello stato di forma di Federer si è detto e scritto di tutto, mentre Del Potro sta vivendo una fase di rodaggio. Dopo il delirio Davis dell'anno scorso, ha saltato la trasferta australiana e Miami è soltanto il quarto torneo stagionale. Per adesso, “Palito” non ha ancora trovato un coach a tempo pieno dopo aver chiuso la lunga esperienza con Franco Davin (oggi al fianco di Fognini). E così, in queste settimane, al suo angolo siede Daniel Orsanic, capitano della Davis argentina nonché direttore tecnico AAT, la federtennis albiceleste. Proprio in virtù dei suoi incarichi, la sua presenza al fianco di Del Potro ha destato qualche perplessità. In un'intervista con Enrique Cano per il sito “Primer Servicio”, Orsanic ha chiarito che l'incarico è in forma totalmente gratuita. “Se mi facessi pagare, farei una cosa scorretta – ha detto Orsanic – perché sono già stipendiato dalla federazione. Faccio tutto con massima onestà, sono un dipendente AAT e non posso fare altri lavori a tempo pieno”.

SOLUZIONE TEMPORANEA
Il contatto è nato tre giorni dopo Argentina-Italia di Coppa Davis, quando Del Potro gli ha chiesto di seguirlo per i tornei americani. “Prima di accettare ne ho parlato con i dirigenti e gli altri membri del team di sviluppo – ha detto Orsanic – pensiamo che sia giusto accompagnarlo perché è un patrimonio del tennis argentino: se ha bisogno di noi, dobbiamo appoggiarlo. Ovviamente sappiamo che è una cosa temporanea: non può essere permanente, non sarebbe un bene neanche per lui”. In virtù dei suoi impegni, Orsanic non era ad Acapulco perché doveva seguire un torneo giovanile a Buenos Aires, mentre nelle settimane successive ne ha saltato un altro per essere a Indian Wells. “Con il mio staff abbiamo programmato l'attività per i miei periodi di assenza, e poi discutiamo ogni giorno. Il programma di sviluppo non è orfano quando io non sono presente”. Orsanic ha poi rassicurato sul fatto che non ci sono gelosie con gli altri giocatori. “Hanno capito, rispettano la scelta. Inoltre vado a seguire i loro match: faccio tutto per il bene del tennis argentino”. Chissà che la disponibilità federale non possa essere premiata dalla disponibilità di “Delpo” per lo spareggio di settembre, dove l'Argentina dovrà cercare di evitare la retrocessione in Serie B. Sarebbe doppiamente duro, un anno dopo aver sollevato l'Insalatiera. Dopo le polemiche degli anni scorsi, l'AAT non ha certo intenzione di creare tensioni con il suo miglior giocatore, unico argentino che può scendere in campo contro Roger Federer con ragionevoli speranze di poter vincere. Come stasera a Miami, anche se le quote dei bookmakers danno favorito lo svizzero, la cui vittoria paga intorno all'1.40.