Rafael Nadal rispetta la cabala che lo vuole finalista a Miami ogni tre anni, e si impone 6-1 7-5. Fabio sbaglia tanto nel primo set, lotta alla pari nel secondo ma non ha reali chance per far girare la partita. Lo spagnolo si prende la quinta finale a Key Biscayne, mentre per Fognini può essere un nuovo inizio. A partire dalla Davis.

Dovremo ancora aspettare per vedere l'Italia in finale in un Masters 1000. Fabio Fognini guardava con qualche speranza il match contro Rafael Nadal al Miami Open, ma la prova del campo lo ha bocciato. D'altra parte, Fabio aveva contro anche la cabala. Già, perché Nadal va in finale a Key Biscayne ogni tre anni. Non ha mai vinto, ma ci è andato vicinissimo nel 2005 (KO con Federer), 2008 (Davydenko), 2011 e 2014 (Djokovic). Ci proverà anche nel 2017, a coronamento di un primo trimestre di ottimo livello. Sarebbe stato super se non ci fosse stato il redivivo Roger Federer. Sotto il sole dell'ora di pranzo, si è imposto 6-1 7-5 e non ha dato chance a Fognini, cedendo appena nove punti al servizio e chiudendo la pratica in un'ora e mezza. Era l'undicesimo scontro diretto tra i due: con questo successo, Rafa ha portato il bilancio a 8-3. E pensare che aveva iniziato il torneo cedendo 6-0 il primo set a Philipp Kohlschreiber. Stavolta è sceso in campo molto concentrato, senza concedere nulla a un Fognini che alternava buone cose a qualche errore di troppo. Nel primo set, ne commetterà 14. Contro Rafa non te lo puoi permettere. Chiusi i primi 26 minuti da incubo, Fabio è entrato in partita nel secondo set. E' stato bravo a cancellare cinque palle break nei primi game e a fare gara di testa fino al 5-4 in suo favore. Sul 5-5, tuttavia, un doppio fallo è stato fatale. Perso il contatto, non ha raccolto punti nell'ultimo game e si è arreso, sia pure con 360 punti ATP e un cospicuo bonifico in arrivo.

TROPPI ERRORI GRATUITI
Non poteva esserci modo migliore per preparare la trasferta di Davis in Belgio e la stagione sul rosso, dove Fabio (che lunedì salirà al numero 28 ATP) potrà dare l'assalto a qualche exploit nei grandi tornei su terra, qualcosa che manca al suo palmares. “Vincere qui sarebbe qualcosa di eccezionale, è un titolo importante che non ha mai vinto” ha detto Nadal dopo il successo. A Fognini resta la soddisfazione di essere il primo giocatore non compreso tra le teste di serie a raggiungere le semifinali a Miami dal 2007 (allora fu Willy Canas). Il problema del ligure, in questa partita, è stato l'eccessivo numero di errori gratuiti, più del triplo di Nadal (38 a 12). Certo, contro un avversario così forte non è semplice, ma in passato ci aveva dimostrato di poter gestire con efficacia i pallettoni di Rafa. “Ho sbagliato troppo – ha ammesso Fognini – gli ho regalato il primo set, giocando davvero male”. Nadal si è detto d'accordo: “Fabio è in grado di alternare splendidi colpi a errori banali. A un certo punto il match è diventato strano, senza ritmo. Il secondo set è stato complicato”. Tutto vero, Ma Fognini non ha avuto vere chance di girare la partita. Per Nadal, che ha avuto qualche problema con una scarpa, è la quinta finale a Miami e avrà 48 ore di tempo per recuperare, qualcuna in più rispetto a chi uscirà dalla sfida tra Roger Federer e Nick Kyrgios.

ATP MASTERS 1000 MIAMI – Finale
Rafael Nadal (SPA) b. Fabio Fognini (ITA) 6-1 7-5