Dopo la sconfitta di Lorenzi, a Charleroi perde anche Andreas Seppi: l'altoatesino illude andando subito avanti di un break, ma poi vengono fuori tutte le qualità di Goffin. Gli azzurri non hanno particolari rimpianti: il 2-0 rispecchia a pieno quanto visto in campo. Per ribaltarlo serve un'autentica impresa, che all'Italia non riesce dai tempi di… Nicola Pietrangeli.CHARLEROI – Lea Pericoli non c'era, ma Nicola Pietrangeli non manca mai. A settembre compirà 84 anni, eppure era lì come al solito, in giacca e cravatta, in prima fila dietro ai giocatori e accanto al vicepresidente FIT Gianni Milan. “Nik” è l’unico in Italia a sapere come si vince una Coppa Davis da capitano, ed è anche l’unico a conoscere il modo per ribaltare uno 0-2 in trasferta: in tutta la sua storia l’Italia ce l’ha fatta due volte, e lui era in campo in entrambe. Chissà che agli azzurri non possa far bene farci quattro chiacchiere in hotel, perché la situazione allo Spiroudome di Charleroi è la stessa del ’56 al Roland Garros, o del ’60 a Perth (ma contro gli Stati Uniti). Per tenere vivo il sogno semifinale l’Italia è costretta a ribaltare l’esito della prima giornata, che dopo Lorenzi, costretto dalla rapidità del campo a giocare come piace a Darcis, ha bocciato anche Andreas Seppi, battuto 6-4 6-3 6-3 da David Goffin. L’altoatesino, solito scattare al rilento, ha illuso con una partenza all’opposto volando subito avanti 4-2 (in conferenza stampa ha poi ammesso di aver dormito appena prima del match: rimedio trovato?), ma al belga è bastato poco per entrare in partita. Ha preso confidenza col tennis di Andreas, ha iniziato a trovare sempre meglio la palla anche da due metri fuori dal campo, e ribaltare il match è sembrato fin troppo facile. Seppi è diventato comparsa e Goffin protagonista, insieme ai sette giochi consecutivi che dal 2-4 del primo set gli hanno permesso di volare 6-4 3-0. Il suo campo sembrava largo due metri: arrivava dappertutto, rimandava di là qualsiasi palla, e a forza di spingere, spingere, spingere invano, Seppi finiva per andare fuori giri. Aveva una mezza chance per riaprire il secondo set, una intera (e sfruttata) per portare il terzo sul 2-2 dopo aver rischiato il 3-0 pesante, ma pensare di rimettere in piedi il match, davanti a oltre 5.000 mila belgi festanti (ma ordinati) era impossibile. Goffin ha impostato di nuovo il pilota automatico e ha deciso che per la prima giornata poteva bastare così, spedendo tutti a cena dopo 2 ore e 8 minuti.
POCHI RIMPIANTI PER GLI AZZURRI
Lo 0-2 dopo la prima giornata era l’unico score da evitare, ma anche il più probabile. Non abbiamo scoperto nulla di nuovo: fra Goffin e Seppi c’è una categoria di mezzo, e anche se magari Andreas poteva vincere un set difficilmente ne avrebbe strappato un secondo, perché il ritmo che lui ha tenuto per un set Goffin l’ha tenuto per tre. Mentre la scelta di un campo molto veloce si è rivelata azzeccatissima per Darcis. Su una superficie dai rimbalzi così bassi è più forte di Lorenzi, e si è visto. E poi – come un giornalista belga ha fatto notare a “Paolino” in conferenza stampa – se da queste parti Darcis è per tutti “mister Coupe Davis” un motivo ci sarà. L’ha fatto vedere tirando fuori dei numeri strepitosi: non potendo incidere col dritto carico di top-spin, Lorenzi ha scelto di buttarsi a rete il più possibile sul rovescio dello “squalo”. Di solito regala qualcosa, mentre oggi è stato uno show di passanti: uno, due, tre, almeno quindici. Visto come era andato il set d’apertura prima del tie-break, è stato quasi più strano che Lorenzi abbia vinto quello, piuttosto che il modo (anche se un filino ingeneroso) in cui ha perso i due successivi. Ma alla lunga l’attitudine alla superficie è venuta fuori. E quando nel quarto è passata una chance, è già tanto che il toscano fosse ancora in partita, visto il 15-40 che si è trovato a fronteggiare sul 2-3, quando aveva vinto appena 4 dei 19 giochi precedenti. Le due sconfitte sono nell’ordine delle cose, e lasciano giusto un paio di "se": se Lorenzi avesse tenuto il servizio sul 5-4 al quarto con un Goffin più stanco di lui (dice di non avere rimpianti, anche se il doppio fallo sul 15-30 è pesante), e se Seppi avesse messo un po’ di pressione a Goffin vincendo il primo set. Chissà. Ma uno 0-2, anche con qualche se, è comunque uno 0-2.
SEPPI CON BOLELLI NEL DOPPIO?
Uno 0-2 che appare durissimo da ribaltare, e che permetterà ai padroni di casa di giocare il doppio nella miglior situazione possibile. È molto probabile che Johan Van Herck (che energia: scattava in piedi a ogni punto!) rispetti i nomi indicati alla vigilia, mandando in campo Ruben Bemelmans e Joris De Loore: se a febbraio l’ha fatto sull’1-1 in Germania, non c’è motivo per cui non lo faccia sul 2-0 in casa. La sua coppia, scoperta un po’ a caso, gli ha già dato il punto in entrambe le ultime due sfide, battendo Melo/Soares nel play-off di settembre contro il Brasile e poi i fratelli Zverev a Francoforte. Hanno mostrato di meritare la fiducia, e possono diventare di nuovo decisivi dopo aver già chiuso i conti lo scorso settembre a Ostenda contro i brasiliani. Per l’Italia l’unica certezza è Simone Bolelli, mentre sul secondo nome Corrado Barazzutti ha voluto tenere il segreto. Ha detto chiaramente di aver già deciso, e pure che i singolari di oggi non hanno cambiato la sua idea, ma ha preferito celarsi dietro un “ne discutiamo stasera. Probabile che in campo a fianco a Bolelli ci vada Seppi: hanno già giocato insieme, e pure con discreti risultati, come il titolo del 2016 all’ATP 500 di Dubai. Lo utilizzarono per preparare la sfida di Pesaro contro la Svizzera, mentre stavolta non hanno avuto modo di “provare” insieme, ma non dovrebbe essere un grosso problema. Come non dovrebbero esserlo le condizioni di Bolelli, che a livello di risultati nell’ultimo periodo si è un po’ nascosto: contro l’Argentina era al rientro dopo otto mesi di stop (e si è visto), mentre da allora fra singolare e doppio ha giocato una dozzina di partite. Insomma, le indicazioni sono buone. Ciò che invece non è buona è la situazione dell’Italia: per centrare la semifinale servirà una vera e propria impresa. Ma intanto ci si può accontentare del punto del doppio, per tenere viva la contesa e far sventolare un po’ di più quella manciata di bandiere tricolori intraviste sugli spalti del palazzetto di Charleroi. Di Goffin e Darcis se ne riparla domenica. Si spera.

COPPA DAVIS – Quarti di finale World Group
Spiroudome, Charleroi, cemento indoor
BELGIO – ITALIA 2-0
Steve Darcis (BEL) b. Paolo Lorenzi (ITA) 6-7 6-1 6-1 7-6
David Goffin (BEL) b. Andreas Seppi (ITA) 6-4 6-3 6-3
Bemelmans/De Loore (BEL) vs Bolelli/Giannessi (ITA) sabato ore 15
David Goffin (BEL) vs Paolo Lorenzi (ITA) domenica ore 14.30
Steve Darcis (BEL) vs Andreas Seppi (ITA) a seguire