Sta facendo discutere la frase pronunciata da Angelo Binaghi in sede di presentazione degli Internazionali BNL d'Italia. “Io ho sempre tifato Nadal, anche in tempi non sospetti. Non credo che Federer abbia un bel ricordo di Roma”. Non il massimo dell'eleganza, specie adesso che Federer sarebbe in grado di riempire il Camp Nou.

Un paio di giorni fa mi chiama Cino Marchese, il miglior manager italiano nella storia del nostro sport (ah, quanto ce ne sarebbe bisogno adesso!) e mi dice: “Oh, ma hai visto quanta gente per l’esibizione di Federer?”. In questo preciso periodo storico, credo che RF riempirebbe il Camp Nou di Barcellona, dovesse anche solo tirar quattro palle con mio cugino Pietro. Perché attualmente Roger Federer è il più apprezzato sportivo del pianeta. Oddio, non proprio da tutti. Nei giorni scorsi Federer ha annunciato che salterà l’intera stagione sulla terra battuta (con eccezione di Roland Garros), per prepararsi meglio per Wimbledon, lo Slam dove ha più chance di successo. Scelta legittima e peraltro decisamente condivisibile. Non la deve pensare così il Presidente della FIT, Angelo Binaghi, che a margine della conferenza stampa dei prossimi Internazionali BNL d’Italia ha dichiarato: “Se peserà l’assenza di Federer sugli Internazionali? Io anche in tempi non sospetti ho sempre tifato Nadal. D’altro canto qui Federer non ha mai vinto e credo non abbia un bel ricordo di Roma perché avrebbe dovuto vincere almeno due volte, in un’occasione ha anche avuto due match point contro Nadal”. Classica esternazione da scolaretto arrabbiato, con l’aggravante della sua posizione politico-sportiva (un po’ come se Carlo Tavecchio, Presidente della Federazione Calcio, dicesse di tifare Juventus, Roma o Milan, per intenderci).

L'UFFICIO COMUNICAZIONE
Insomma, un’altra dichiarazione di scarsa eleganza (secondo voi Ion Tiriac o Zeljko Franulovic hanno detto le stesse sapendo della rinuncia di Federer nei loro tornei di Madrid e Monte Carlo?), a cui Binaghi ci ha abituati (basterebbe che pubblicassimo integralmente l’intervista che ci ha rilasciato qualche mese fa, senza tagliare i suoi, chiamiamoli, intercalare). Dopotutto, in quella stessa intervista disse: “Se fare il Presidente federale fosse una carica ben remunerata, io e i miei consiglieri avremmo una concorrenza importante: manager, industriali, gente di livello…”. Appunto, gente di livello. In tutto questo, mi chiedo dove sia l’ufficio… ehm… comunicazione, che dovrebbe essere in grado di filtrare certe situazioni. Sono preoccupato soprattutto per Piero Valesio, giunto da poche settimane in casa FIT come responsabile dei vari uffici stampa e del canale SuperTennis. Gli ho scritto un paio di mail con alcune semplici richieste, non ha mai risposto. Speriamo non abbia già deciso di abbandonare l’incarico e che tutto proceda per il meglio. Dove invece ha ragione Binaghi è che il Foro Italico sarà comunque preso d’assalto, con o senza Federer (e Serena Williams), e che verranno battuti i record di presenza e incasso, magari cercando di scalare la classifica degli spettatori dei Masters 1000 (in verità da verificare, perché sempre nell’intervista che ci rilasciò Binaghi, pare fosse poco convinto del conteggio in altri tornei, soprattutto Madrid).

Post scriptum: nel PDF settimanale della FIT, dopo quella della Garbin è uscita un’intervista a Michelangelo Dell’Edera, i due tecnici che, dopo un primo consenso, hanno rifiutato l’intervista al nostro Federico Ferrero nella sua inchiesta sulla crisi del tennis femminile, per rilasciare una non-intervista al proprio organo ufficiale di stampa. Leggo, nello strillo di copertina che afferma: “Nuova mentalità, basta con la ricerca dei risultati giovanili”. Oh, mio Dio, l’ha scoperto nel 2017? Non poteva, negli ultimi quindici anni, farsi una chiacchierata con Riccardo Piatti o Massimo Sartori? Forse ne avremmo bruciati di meno. Beh, meglio tardi che mai…Nello stesso PDF, l’editoriale a firma di Enzo Anderloni (che per un ventennio ha lavorato a Tennis Italiano, firmando inchieste molto dure e critiche contro la FIT, già gestita dal Presidente Binaghi, salvo poi fare il salto in FIT) in cui scrive: (“Il tennis è allo stesso tempo molto semplice e molto complesso e solo chi si dedica con passione lo capisce. E capisce che guardare ai risultati e giudicare non conviene e non serve”. Di sicuro, in certi momenti non conviene. Sul fatto che nello sport non serva guardare ai risultati, val bene per chi cerca di tenersi stretta una poltrona. Ma tutti gli altri (quelli che ci capiscono), è proprio ai risultati che guardano. Vale nel tennis, come in (evidentemente quasi) tutti gli altri mestieri.