Relegati sul Campo 1 dell’ATP 250 di Marrakech, senza telecamere, i due azzurri si danno battaglia per quasi tre ore: vince il più esperto 6-4 al terzo set, ma Quinzi può lasciare il Marocco con tante risposte. Il suo tennis è ancora in evoluzione, ma fare match pari con Lorenzi è un buon segnale. Forse la strada è finalmente quella giusta.Quando si parla di Gianluigi Quinzi, fra le parole più gettonate ci sono strada, percorso, cammino. Insomma, quella parabola che quando vinceva Wimbledon juniores e saliva al numero uno del ranking under 18 sembrava segnata, verso un futuro di grande successo. Sappiamo che le cose non sono andate così, e il suo tennis attuale dice che difficilmente potrà diventare un top player, perché gli aspetti da migliorare sono probabilmente troppi. Tuttavia, magari il famoso percorso non lo porterà in altissimo, ma è anche chiaro che ci sono i mezzi per costruire comunque una carriera interessante. Quanto? Lo scopriremo più avanti, ma di certo non al numero 300 del ranking ATP, obbligato a giocare anche le qualificazioni dei tornei Challenger. Negli ultimi anni il marchigiano si è fatto un sacco di domande e ha trovato ben poche risposte, e nemmeno troppo confortanti. Ma – anche se il condizionale è d’obbligo – il trend potrebbe essersi finalmente invertito all’ATP 250 di Marrakech. Intanto è arrivata la prima qualificazione a livello ATP e anche il primo successo, con un aiutino dell’avversario ma anche tanti meriti, e il derby azzurro con Paolo Lorenzi ha lasciato più di una indicazione positiva. La scelta degli organizzatori di programmare la sfida sul Campo 1 (senza nemmeno uno streaming: assurdo, c’è pure dai campi secondari dei Challenger) ha tolto agli appassionati italiani una sfida molto attesa, contro un giocatore considerato il classico test perfetto, perché non regala nulla, va battuto e raramente perde contro avversari inferiori. Ma già essersi arreso per 7-6 2-6 6-4, tenendo in campo il numero due d’Italia per quasi tre ore, per Quinzi è da considerare un risultatone. Non porta punti, ma porta quella fiducia di cui il marchigiano ha bisogno come il pane.
LE FONDAMENTA PER RICOMINCIARE
Senza aver visto l’incontro è impossibile lanciarsi in considerazioni: se non fosse andato in tv nemmeno quello con Mathieu, magari qualcuno avrebbe gridato all’impresa, con un Quinzi stoico che salva una valanga di palle-break e spara 14 ace. In realtà i tanti ace mentono su un rendimento al servizio non brillantissimo (con una seconda che va necessariamente migliorata), mentre sulle palle-break ha fatto quasi tutto Mathieu. Per questo, senza le immagini è facile prendere degli abbagli. Ciò che si può dire è che per il Quinzi attuale fare partita pari con Lorenzi è oro colato, anche se “Paolino” – che ai quarti se la vedrà col ceco Jiri Vesely – avesse giocato al 50% delle sue possibilità. Certe cose dal campo si notano meno, specialmente in un’avventura tutta nuova, e poi – come già detto martedì – Quinzi ha un grandissimo bisogno di tornare a sentirsi all’altezza, dopo aver preso un sacco di pugni negli anni passati. Prima era il migliore, poi sembrava quasi diventato il peggiore, e dimenticare tutto non è affatto semplice. Per questo, capire di poter stare sul serio anche a livello ATP sarebbe la vittoria più importante. Poi insieme a coach Fabio Gorietti e allo staff della Tennis Training School di Foligno potrà lavorare per costruire una classifica che gli permetta di avvicinare i tornei del Tour, e quindi per raggiungere un livello di tennis che gli garantisca di essere competitivo per più settimane all’anno. Ma per iniziare a costruire servono le fondamenta, lasciate un po’ qua e un po’ là nelle tante delusioni degli anni scorsi. Intanto, da lunedì sarà numero 258 del mondo, a un passo dalla zona delle qualificazioni degli Slam. Sarebbe un altro step fondamentale per il futuro.

ATP 250 MARRAKECH – Secondo turno
Paolo Lorenzi (ITA) b. Gianluigi Quinzi (ITA) 7-6 2-6 6-4