Quando il livello è più basso, Elina Svitolina non sbaglia mai. A Istanbul si è aggiudicata il terzo titolo in stagione, ma le manca un acuto nei grandi tornei. “Sono contenta di come ho approcciato la terra battuta, è una superficie che può uccidere il fisico”. In finale non ha avuto problemi contro la blega Elise Mertens.

Tre titoli in quattro mesi sono un gran bel bottino. Molte giocatrici vorrebbero essere al posto di Elina Svitolina, ma c'è da credere che la giovane ucraina baratterebbe uno dei suoi titoli in cambio di un piazzamento importante nei tornei che contano. Nel rispetto di una tendenza che la vede quasi imbattibile nei tornei International, ma ben più vulnerabile nei grandi eventi (con la sola eccezione di Dubai), si è aggiudicata la TEB BNP Paribas Istanbul Cup. Nella splendida Koza World of Sports, che da oggi ospiterà il torneo ATP, ha superato in finale la belga Elise Bertens con il punteggio di 6-2 6-4. “E' qualcosa di diverso – ha detto la Svitolina dopo il successo – l'anno scorso ho giocato su terra dopo un infortunio nella prima parte della stagione, quindi fu complicato fidarmi del mio corpo e delle mie gambe. Quest'anno mi sono preparata meglio, mi sono presa più tempo libero e sono molto soddisfatta della mia forma fisica. La terra battuta è molto dura, può uccidere il tuo corpo se non sei preparata”. Come detto, per lei è il terzo titolo stagionale dopo quelli ottenuti a Taipei e a Dubai, ma Istanbul rappresenta qualcosa di speciale. Proprio nella città turca, infatti, si è aggiudicata il suo primo titolo professionistico, un evento ITF da 10.000 dollari di montepremi nell'ottobre 2011. Nel corso della settimana ha lasciato per strada un set, all'esordio contro la qualificata russa Victoria Kamenskaya, ma è stata soprattutto distrazione. Da lì in poi ha rispettato lo status di favorita.

LA CORSA VERSO SINGAPORE
“Ho provato a giocare partita per partita, sapevo che avrei avuto dovuto restare concentrata al 100% su ogni match, perché le avversarie sono ancora più motivate quando affrontano la prima testa di serie. Avevo una pressione extra, così me la sono messa alle spalle e mi sono concentrata solo su me stessa. Tutti si aspettavano che vincessi, è stata dura ma anche una buona iniezione di fiducia”. Con questo successo, la Svitolina ha mantenuto il suo posto tra le prime 8 nella “Race to Singapore” (fresca di sponsor: da questa settimana, sarà griffata Porsche), la classifica che qualificherà le migliori otto alle WTA Finals di fine ottobre. Però manca ancora parecchio… “Non siamo neanche a metà stagione! – ha detto – non mi voglio mettere troppa pressione addosso. Qualificarmi per Singapore è l'obiettivo, ma sarei felice anche di chiudere la stagione tra le top-15, perché sono felice sul campo, sia con me stessa che con il mio tennis”. Resta comunque una buona settimana per la Mertens, già eroina in Fed Cup nel clamoroso successo del Belgio contro la Russia, in trasferta. Per lei era la seconda finale in carriera dopo il successo al WTA di Hobart a inizio anno. Non sarà la nuova Clijsters (suo idolo d'infanzia) e nemmeno la nuova Henin, ma il Belgio ha trovato una buona giocatrice, probabilmente in grado di replicare i risultati di Yanina Wickmayer, e più futuribile di Zanevska e Van Uytvansk, peraltro più grandi di lei.

WTA INTERNATIONAL ISTANBUL – Finale
​Elina Svitolina (UCR) b. Elise Mertens (BEL) 6-2 6-4