Nel 2016 un misterioso virus aveva bloccato Mona Barthel a letto per sette settimane, con problemi a muscoli e sistema nervoso, spingendola lontana dal tennis che conta. Ma la tedesca non si è arresa. Un anno dopo ecco il capolavoro a Praga: cancella tre match-point di fila nelle qualificazioni e finisce per conquistare il quarto titolo WTA in carriera, riavvicinandosi alla top-50.Dodici mesi fa si stava finalmente rimettendo in sesto da un virus misterioso, che l’aveva bloccata a letto per sette settimane e tenuta quattro mesi lontana dai campi, mandandole in tilt muscoli e sistema nervoso, e obbligandola a numerosi controlli senza una diagnosi mai del tutto chiara. Un anno dopo, invece, il WTA International di Praga ha detto che Mona Barthel è pronta a tornare nel tennis che conta. Più forte dei problemi che l’avevano tenuta fuori dall'Australian Open al Roland Garros e fatta sprofondare fino al numero 183 WTA, più forte di tre match-point consecutivi da annullare all’italiana Jasmine Paolini al secondo turno delle qualificazioni, e più forte anche di Kristyna Pliskova, motivata come non mai a conquistare in casa il suo secondo titolo nel circuito maggiore e continuare il lento avvicinamento alla gemella Karolina. Il secondo obiettivo l’ha centrato comunque, e da lunedì sarà per la prima volta nella top-50, mentre il primo gliel’ha tolto la favola della 26enne di Bad Segeberg, iniziata lo scorso sabato dal primo turno delle qualificazioni e terminata otto giorni più tardi col 2-6 7-5 6-2 che le ha consegnato il quarto titolo WTA in carriera, confermando che il tennis che nel 2013 le permise di arrivare a un passo dalle prime 20 del ranking non è sparito. C’è sempre stato e c’è ancora, e pian piano sta venendo fuori di nuovo, in un 2017 iniziato con gli ottavi a Melbourne e diventato via via sempre più interessante. Come la sua finale in terra ceca: fino al 6-2 4-3 e servizio ha sorriso alla Pliskova mancina, ma poi è virata verso la sua metà campo, gelando il pubblico e riportandola al successo nel Tour a quasi tre anni dall’ultima volta.
Grazie ai 280 punti conquistati al J&T Banka Prague Open, la tedesca risalirà fino alla posizione numero 56 della classifica mondiale, che vuol dire circa 130 posizioni recuperate in poco più di quattro mesi, e ancora più di metà stagione per porsi obiettivi sempre più importanti. “Ancora non riesco a credere di aver vinto il torneo”, ha detto la vincitrice durante la cerimonia di premiazione. “È stata una settimana lunghissima e una finale molto complicata. Kristyna ha giocato un gran primo set, ma sono riuscita a continuare a lottare e a provarci fino in fondo. Ho messo in campo tutte le energie che mi sono rimaste, e sono riuscita a ribaltare il match”. Una volta allungata la sfida al set decisivo, la Barthel ha approfittato di un evidente calo fisico della rivale, che ha palesato un problema condiviso con la sorella: quando colpisce da ferma può diventare devastante, ma quando i punti si allungano e deve muoversi molto paga un “footwork” tutt’altro che eccezionale. E pensare che, dopo le fatiche di sette incontri vinti in sette giorni (compreso quello nei quarti di finale contro Camila Giorgi), la Barthel ha confessato come in mattinata non si sentisse per niente bene. “Mi sono svegliata e mi sono detta ‘no, dai, ancora un giorno?’. Non so nemmeno come ho fatto a gestire la finale: sono completamente esausta, domani sarò da buttare”. Poco male: almeno stavolta conosce il motivo della totale mancanza di energie. Ed è il migliore che si potesse augurare.

WTA INTERNATIONAL PRAGA – Finale
Mona Barthel (GER) b. Kristyna Pliskova (CZE) 2-6 7-5 6-2